Dalida – la grande diva rivive in prima serata su RAI 1

Dalida, grandissima icona di musica e cinema ma anche persona che ha sofferto moltissimo: ecco chi era la diva a cui sarà dedicato il film di RAI 1

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Questa sera approda su RAI 1 un film TV dedicato ad una grande icona della musica italiana, un’artista che ha conosciuto un successo enorme ma anche esperienze di vita negative che l’hanno portata ad un gesto estremo: Dalida. Cantante ed attrice italiana che nel corso della sua vita ha acquisito anche la cittadinanza francese, Dalida è stata in grado di vendere oltre 140 milioni di dischi in tutto il mondo: una cifra incredibilmente alta per un’italiana.

Nata al Cairo da genitori calabresi, Dalida (al secolo Iolanda Cristina Gigliotti) ha dato il via alla sua carriera nel mondo dello spettacolo molto giovane, nel 1954: proprio in quell’anno nacque il personaggio di Dalida, ed immediatamente dopo arrivarono l’incisione del primo vinile ed il suo primo ruolo di attrice. In un’epoca in cui associare canto a recitazione era ancora più comune di oggi, Dalida conquista immediatamente un successo enorme in Italia e Francia con il brano “Bambino” (versione in italiano della canzone napoletana “Guaglione”), dopo di che va avanti fra brani in lingua italiana ed altri in lingua francese: la sua arte unisce quindi due nazioni che storicamente non hanno avuto sempre ottimi rapporti.

Negli anni 60, il successo di Dalida si fa ancora più prorompente: figlia di un’epoca che fino a quel momento aveva dato più spazio agli uomini in musica, l’artista fu fra le prime donne a guadagnarsi un disco di platino in Italia, ma questa fu soltanto la punta dell’iceberg! Le sue incisioni in italiano e francese conquistano tutto il mondo, il suo nome entra prepotentemente nelle classifiche mondiali, la sua ascesa sembra non conoscere limite. Ma c’è un momento preciso in cui la magia si spezza: il giorno in cui Luigi Tenco, suo collaboratore artistico e (si vocifera da sempre) compagno sentimentale, muore in circostanze mai chiarite del tutto.

Gli anni terribili: Dalida non si riprenderà mai dalla morte di Tenco

In un primo tempo, l’artista sembra avere una reazione piuttosto normale alla morte di una persona cara: dopo alcuni anni trascorsi lontano dai riflettori, Dalida ricomincia a lavorare di nuovo sia come cantante che come attrice, ed ottiene ancora un enorme successo di pubblico; le vengono addirittura assegnati riconoscimenti da parte di ambo le repubbliche italiana e francese, il suo nome viene ormai considerato uno dei più importanti di sempre nell’arte musicale di entrambe le nazioni. Si scoprirà soltanto molto più tardi che, in realtà, proprio in questo periodo Dalida aveva provato a suicidarsi per la prima volta, proprio in luogo in cui aveva già alloggiato insieme a Luigi Tenco.

Successivamente ci saranno alti e bassi commerciali, ma negli anni ’80 il tutto tornerà ad andare apparentemente a gonfie vele per l’artista, che fra pubblicazioni musicali ed apparizioni televisive riesce sempre ad ottenere consensi unanimi: il titolo di leggenda le viene riconosciuto da tutti. In questo periodo, Dalida dimostrerà anche di essere una persona molto all’avanguardia su molti temi: sarà fra prime cantanti a dichiarare pubblicamente che l’omosessualità non è una malattia e che chiunque è libero di fare ciò che vuole col proprio corpo. Non mancheranno nemmeno dichiarazioni sulla sua vita privata, attorno a cui l’artista cercherà comunque di mantenere un velo di privacy: non rivelerà certo di aver compiuto anche un secondo tentativo di suicidio, il tutto senza che il mondo non sospettasse di nulla.

Nonostante l’apparenza fosse quella di una donna a cui non manca niente, Dalida non si era in realtà mai ripresa dalla morte di Luigi Tenco e da altre esperienze negative che aveva vissuto: una profonda depressione le attanagliava l’anima, e nessun successo commerciale poteva cambiare ciò. Ad un certo punto, Dalida non riesce più a mascherare: dopo un ultimo ruolo di attrice, le sue apparizioni pubbliche si fanno sempre più rade, ed altrettanto raramente la si vede in un luogo pubblico per motivi non lavorativi.

Il 2 maggio 1987, Dalida avrebbe dovuto posare per un servizio fotografico, ma con una scusa fece rimandare l’impegno; si liberò dunque della sua cameriera, mandando via anche lei con una scusa – le fece credere di voler semplicemente andare a teatro. Dopo un po’ di tempo trascorso semplicemente a vagare in macchina, Dalida torna a casa ed assume una dose eccessiva di farmaci barbiturici e del Whisky: il cocktail si rivela fatale, e l’artista riesce quindi a suicidarsi dopo due tentativi falliti.

20 anni dalla morte di De André: da uomo a mito

Da quel giorno il mondo la piangerà per sempre, creando attorno a lei l’aura ed il mito di una donna bellissima, bravissima e famosissima, ma ciononostante perseguitata da un male profondo che l’ha consumata fino ad ucciderla. Dalida resta e resterà per sempre una leggenda maledetta, proprio come Whitney Houston, Amy Whinehouse ed altri grandi cantanti morte in seguito a lunghi anni di sofferenze. Purtroppo soldi e fama non comprano tutto, e proprio ciò che non possono comprare può distruggere anche le persone in apparenza più fortunate al mondo. Riposa in pace Dalida, ovunque tu sia.

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