Da oggi, venerdì 7 giugno 2024, è in rotazione radiofonica il brano “BANG” di Mietta, il nuovo brano che racconta la passione e la sensualità degli amori che bruciano. E’ online anche il videoclip. Andiamo a saperne di più.
E’ fuori “Bang” di Mietta
Da oggi, venerdì 7 giugno, è in rotazione radiofonica il brano “BANG”, il nuovo brano della grande interprete della musica italiana MIETTA. È online il videoclip.
Cosa rappresenta “Bang”?
“BANG” è il manifesto di chi si abbandona all’amore, senza paure o indugi. Mietta esprime con la sensualità e la fierezza che la caratterizzano, la passione trascinante di un amore che “brucia” e a cui non ci si può che arrendere.Al centro del brano pop, dal ritmo esplosivo e coinvolgente, un gioco di seduzione in cui vale tutto, persino caricare il cuore e fare “bang”!
Il brano, scritto da Gianclaudia Franchini, Mietta e Marco Rettani e composto da Gianclaudia e Luca Serpenti, è prodotto da “Serpenti” al Serpenti Music Studio (Dischi dei sognatori/ Dafra Srl/ Ada Music Italy).
Il videoclip di “Bang”
Il videoclip, per la regia di Mauro Russo, vede Mietta protagonista di una Milano notturna, ora nelle stanze del suggestivo Museo del Novecento, ora per le strade del centro tra ombre, fascino e mistero. Nel videoclip che è un vero e proprio cortometraggio, si incontrano, sullo sfondo della narrazione, arte e musica, grazie alla magnificenza del Museo e della Galleria Vittorio Emanuele II.
Con questo video Mietta ribadisce ancora una volta il rapporto viscerale che la lega alla città di Milano, a cui ha reso omaggio nel suo precedente brano, “Milano è dove mi sono persa”.
«Desideravo che il videoclip fosse ambientato in un museo di arte contemporanea per sottolineare come la musica tutta sia arte, compreso questo nuovo pop così lontano da quello a cui siamo stati abituati fino a poco tempo fa – racconta Mietta−In questo video, come ho fortemente voluto, Il pop trova dimora nello stesso luogo delle opere d’arte novecentesca, a loro volta distanti da quelle classiche, a simboleggiare come tutte le forme artistiche abbiano una loro dignità. Lo splendore del Museo del Novecento con la vetrata della sala Fontana che si affaccia sul Duomo ha contribuito, dal punto di vista estetico, alla costruzione della narrazione di questo brano, diretto e potente».
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