Cremona, tutti in silenzio per registrare i suoni dei maestri del violino

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In questi giorni, a Cremona, si sta registrando il suono di quattro strumenti antichi, per preservarli nel tempo. Il progetto, denominato “Banca del suono”, è davvero ambizioso e ha una notevole valenza culturale poiché cerca di unire passato e futuro. Una banca del suono infatti è un database di note registrate in tutte le possibili variazioni, accessibile via web per tutti coloro, in particolare musicisti e compositori, che vogliano, restituire tracce audio di propria realizzazione utilizzando appunto queste note. Quattro capolavori di Stradivari, Amati, Guarneri delle Collezioni del Museo del Violino saranno protagonisti di un nuovo progetto di registrazione e verranno catalogati grazie a un software di codifica e riproduzione del suono, appositamente realizzato per l’occasione.

Da lunedì 7 gennaio fino al 9 febbraio, si riuniranno quindi nell’auditorium Giovanni Arvedi, quattro interpreti d’eccezione che suoneranno gli strumenti del Museo del Violino, ovvero la viola Girolamo Amati “Stauffer” 1615, suonata dal maestro Wim Janssen, il violoncello Antonio Stradivari “Stauffer” (1700) suonato dal maestro Andrea Nocerino, il violino Antonio Stradivari “Vesuvio” (1727), suonato dal maestro Antonio De Lorenzi, ed il violino Guarneri del Gesù “Prince Doria” (1734), suonato dal maestro Gabriele Schiavi. Questi saranno accuratamente registrati, nota per nota, articolazione per articolazione, con oltre 30 microfoni.

Il materiale acquisito sarà inviato in Germania dove, dopo un fase di ricerca e sviluppo, i suoni saranno inseriti in un software appositamente realizzato per riprodurre fedelmente i quattro strumenti storici. In questo modo sarà possibile conservare “la voce” di questi strumenti nel tempo e metterla a disposizione di chiunque si interfacci con il mondo musicale, come liutai, musicisti e ricercatori nel mondo, e consegnarla intatta alle generazioni future.

Proprio per la miglior riuscita del progetto, verrà richiesta per circa un mese la limitazione del passaggio dei veicoli nei giorni e negli orari della registrazione, precisamente lunedì, martedì, giovedì e venerdì dalle 8 alle 18 e mercoledì e sabato dalle 13 alle 22, per evitare rumori e vibrazioni che interferiscono con gli strumenti utilizzati per registrare il suono.

La ricerca è realizzata da Audiozone studios, impresa culturale e creativa di Piacenza specializzata in servizi innovativi e digitali nei settori di produzione musicale e sound design, con la collaborazione del comune di Cremona, del museo e del network friends of Stradivari, e affiancata dal professor Fabio Antonacci del Politecinco di Milano e dagli studenti del Musical Acoustics Lab di Cremona.

«L’idea – ha spiegato Mattia Bersani, fondatore ed amministratore di Audiozone studios – è nata grazie al nostro lavoro. Usiamo quotidianamente software che riproducono strumenti musicali e, essendo appassionati e conoscendo l’eccellenza della tradizione liutaia di Cremona (Patrimonio UNESCO Immateriale dell’Umanità), abbiamo pensato di abbinare la storia ed il prestigio degli strumenti conservati dal Museo del Violino alla tecnologia innovativa e digitale del software oggi utilizzati. Un incontro tra passato e futuro per rendere immortale il suono unico ed inconfondibile degli strumenti realizzati da Stradivari, Guarneri ed Amati. I violini Stradivari attualmente impiegati in concerto sono pochi esemplari e solo un ristretto numero di persone ha l’onore di poterli utilizzare. Grazie al nostro software il suono di questi strumenti sarà accessibile a tutti! Un processo di digitalizzazione e di archiviazione che renderà eterno il suono degli strumenti conservati nel Museo del Violino di Cremona»

violino

In questo importante progetto non poteva mancare la partecipazione di friends of Stradivari. «Spesso – ha osservato il presidente del network, Paolo Bodini – si parla di suono di Stradivari. Ora si crea un catalogo sonoro straordinariamente importante, realizzato nelle migliori condizioni possibili, con gli strumenti esposti Museo e proprietà della Collezione Civica del Comune di Cremona, della fondazione Stauffer e dei friends, registrati in una sala dall’acustica perfetta quale l’Auditorium Giovanni Arvedi. È un progetto che guarda al futuro e al mondo. Tutti sappiamo quale sia oggi la potenza del web e la sua capacità di penetrazione al tempo stesso capillare e diffusa: l’auspicio è che molte migliaia di persone vengano in contatto con la nuova banca del suono, scoprendo così i meravigliosi tesori di Cremona e siano incuriositi ed incentivati a venirli ad ammirare ed ascoltare dal vivo».

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