In uno scenario pop che negli anni ci ha spesso dimostrato come non sia necessario avere una voce immensa per essere una popstar, Christina Aguilera ha invece insegnato che si può essere delle popstar anche con voci fuori dal comune che ti permettono, nel frattempo, di misurarti anche con generi più impegnativi. Una vita trascorsa all’insegna della musica la sua, fin da quando sua nonna la iniziò al soul, e passata poi per il piccolo schermo televisivo grazie alla sua partecipazione da ragazzina allo show della Disney “Mickey Mouse Club”. L’esperienza televisiva fu sicuramente molto formativa per Christina, che già da ragazzina ebbe quindi la possibilità di esibirsi numerosissime volte in TV.
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Un’avventura che poteva tranquillamente essere fine a se stessa introdusse a poco a poco Christina nei circuiti giusti, le permise di iniziare ad incidere del materiale, di interpretare un brano per la colonna sonora del classico Disney “Mulan” e di farsi notare niente poco di meno che dai vertici della Sony Music. Fu grazie a questo susseguirsi di esperienze che il 22 giugno 1999, attraverso l’importantissima etichetta discografica RCA Records, pubblicò “Genie In A Bottle”, delizioso singolo pop che introduceva la bellissima voce di Christina Aguilera nelle radio di tutto il mondo. Da allora mai più nulla fu come prima.
Tra il raggiungimento della numero 1 in svariate classifiche singoli di tutto il mondo ed una fama in continua ascesa, “Genie In A Bottle” incorona Christina come l’ultima grande novità degli anni 90, permettendole di pubblicare presto un album di debutto in grado di vendere circa 17 milioni di copie. Fin da questo momento, lo stile che caratterizzerà il grosso della carriera di Christina è chiaro: un piede nel pop ed uno nella musica black, che in questo caso porta semplicemente ad un buon album pop’n’b, di cui arriverà presto anche un’altrettanto fortunata versione in lingua spagnola. Seguirà poi anche un album natalizio stilisticamente molto simile a questo lavoro di debutto.
A circa un anno dall’inizio della sua carriera, Christina vive un sogno: osannata da tutti, un talento vocale riconosciuto anche da colleghe già importanti come Withney Houston e la vittoria di un Grammy sono soltanto alcune fra le soddisfazioni della giovane artista, che singolo dopo singolo e collaborazione dopo collaborazione arriva in pochissimo tempo a sedersi per ben 4 volte nella posizione più alta della classifica americana. Ciononostante, l’ambiziosa Christina vuole di più e, proprio all’apice del suo successo, pretenderà di avere un controllo creativo probabilmente mai ottenuto prima di allora da una ragazzina poco più che ventenne. La RCA Records sa di doversi tenere stretta la sua artista di punta, e così arriva l’ok per la creazione di un disco che ha scritto la storia della musica: “Stripped”.
Per quest’album, Christina mette da parte l’immagine della ragazzina acqua e sapone per mostrare tutte quelle che possono essere le sfaccettature di una donna: profondità d’animo, gentilezza, aggressività sessuale, forza interiore e rivedicazione di diritti civili sono solo alcuni dei temi affrontati in “Stripped”, album che sperimenta anche da tutti gli altri punti di vista, affrontando in lungo ed in largo tutti i generi musicali; se “Fighter” porta Christina nel mondo del pop-rock, “Impossible” la trasporta finalmente nel tanto agognato mondo soul; se “Dirrty” e “Can’t Hold Us Down” la portano quanto più possibile nel mondo dell’hip-hop, “Beutiful” e “Cruz” mostrano quanta qualità possa starci nel pop più puro. Non mancano allo stesso modo tracce deliziosamente R&B.
“Stripped” era sicuramente un album coraggioso, ed il suo successo non fu per niente scontato: la scommessa fu però vinta, e Christina Aguilera si ritrovò a vincere un altro Grammy, a vendere quasi la stessa cifra venduta con l’album di debutto, nonché a portare avanti un tour mondiale di grandissimo successo. La critica ai tempi fu poco generosa con il disco, ma il pubblico fu in visibilio, ed oggi sappiamo che la vittoria più grande è stata ottenuta a posteriori: tutte le popstar venute fuori dopo di lei nel musicbiz, con pochissime eccezioni, hanno prima o poi dichiarato di essere state ispirate da “Stripped” nel corso della loro carriera.
Dopo un’avventura impegnativa del calibro di “Stripped”, Christina avrebbe potuto accasciarsi sugli allori e lasciare che la sua arte acquisisse un’unica forma, ma è stato chiaro a tutti che non sarebbe mai stato così. Dopo collaborazioni rilasciate ad hoc per far sì che il pubblico si abituasse alla nuova Christina, l’artista scopre di nuovo le carte e si trasforma in Baby Jane, il suo alterego vintage e di classe. Nasce quindi “Back To Basics”, un album dalle sonorità prettamente vintage a cavallo fra blues, jazz ed R&B.
Un disco che include vari campionamenti di brani storici ma anche tanta musica originale, e soprattutto in cui la voce di Christina ruggisce e fiorisce in tutta la sua bellezza e potenza, mettendo in luce più che mai una timbrica ed una potenza uniche. Fra altri premi e performance stratosferiche, Christina pubblica successivamente anche un Greatest Hits, dopo di che lascia per un po’ lo showbiz per una seconda pausa, dovuta questa volta ad una gravidanza. Per via della gravidanza viene messo perfino in stend-by il tour relativo al progetto, che del resto era stato progettato per essere il più lungo ed ampio mai affrontato da Christina finora: gli ultimi concerti saranno eseguiti solo qualche anno dopo.
Una volta arrivato il momento del ritorno, per Christina Aguilera è arrivato anche il momento di eseguire un’altra trasformazione: lo stile da vintage diventa futuristico, le sonorità blues diventano elettroniche (senza dimenticarsi delle radici pop e R&B), lo stile da raffinato si trasforma in estroso e sessualmente aggressivo – ma senza dimenticare piccoli sprazzi di eleganza. Nasce quindi “Bionic”, album ugualmente geniale e ben strutturato come i precedenti, ma non supportato allo stesso modo dal pubblico, il quale continuerà invece a manifestare la sua vicinanza a Christina con il suo debutto da attrice nel musical “Burlesque”: le performance musicali eseguite nel lungometraggio sono del resto fra le migliori della sua carriera, e ad oggi il film ha all’attivo un numero altissimo di passaggi televisivi in tutto il mondo.
Negli anni successivi, nonostante il successo enorme di alcune collaborazioni ed il ruolo di giudice rivestito in varie stagioni di “The Voice”, Christina si ritrova ad affrontare un tonfo enorme con l’album “Lotus”, tonfo sia nelle vendite che in tutti gli altri aspetti, giudicato spesso il meno bello anche dai fan. Di quì un lungo periodo di disaffezione dal creare nuova musica, che porterà ad uno stop di ben sei anni, intervallato soltanto da singoli brani fini a se stessi e mai parte di un progetto discografico preciso. Se però è vero che tutte le cose belle hanno una fine, per fortuna lo stesso detto è vero anche per quelle brutte, e metabolizzato il periodo di negatività subito dalla sua musica Christina rifiorisce, si rialza, si “libera” da tutti i condizionamenti imposti dalla nuova attività a “The Voice” e torna ad occuparsi della sua musica a tempo pieno.
Lo scorso anno è stato pubblicato “Liberation”, un album che finalmente ha ricevuto il giusto responso dalla critica, e che ci ha deliziati tutti con un pop’n’b di qualità che sa spostarsi agilmente fra tutte le sfumature ed i sottogeneri che l’innesto fra pop e musica black può dare. A questo ha seguito un lungo periodo di spettacoli live fra tour e residency, tant’è che il mese prossimo Christina tornerà a portare avanti un tour vero e proprio anche in Europa. Personalmente avrò modo di partecipare alla data di Berlino, e non sarò felice di raccontarvi quali incredibili emozioni proverò al cospetto di una delle voci più belle e potenti di tutti i tempi.
Che piaccia o no, Christina è ad oggi una delle popstar più complete che la musica abbia mai conosciuto: eclettica, trasformista, sempre se stessa anche vestendo panni differenti, dotata di un’anima artistica variopinta e che non smetterà mai di sorprendere. Come disse la produttrice musicale Linda Perry “non ci sarà mai un’altra Christina Aguilera”, perché l’espressività delle sue interpretazioni, la bellezza del suo timbro e l’estensione della sua voce difficilmente potranno coesistere di nuovo nel corpo di una sola persona.