Chosen: la recensione della nuove serie sci-fi di Netflix

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Su Netflix è recentemente sbarcata Chosen, una nuova serie fantascientifica proveniente dalla Danimarca. Creata dagli stessi autori di The Rain, è un prodotto che si ispira ai classici Sci-fi degli anni ottanta. Chosen risulta una serie discreta che però non brilla sotto diversi punti di vista. È un prodotto derivativo che pecca per la mancanza di personalità.

Chosen: come Stranger Thinngs?

Guardando Chosen nasce subito una sensazione di già visto. Gli ingredienti amalgamati in questo calderone mostrano subito un evidente rimando a Stranger Things, una serie che ha lasciato un segno indelebile nella cultura popolare. La serie dei fratelli Duffer risultava una intelligente e sentita rielaborazione postmoderna dei titoli iconici di epoca reganiana. Ma omaggiare ed ispirarsi ai classici divenuti Cult non basta a creare un prodotto che funziona. Cosa rende grande Stranger Things? Non i continui rimandi alla cultura cinematografica anni ottanta, ma la capacità di creare una propria personalità generando delle nuove icone. Stranger Things presenta degli elementi capaci di diventare feticci iconici nell’immaginario popolare. Alcuni dettagli della serie rimangono impressi diventando tratti altamente identificativi (le luci di natale,il Demogorgone). Questo significa lasciare un segno. Chosen non riesce ad emulare Stranger Things da questo punto di vista. Risulta infatti una serie dagli elementi troppo generici per rimanere impressi.

Chosen: le fonti

Chosen come accennato è una serie derivativa. si costruisce prendendo evidenti spunti dall’immaginario fantascientifico degli anni ottanta. Oltre a Stranger Things, si ritrovano rimandi ad alcuni cult movie che negli anni si sono sedimentati nel cuore degli appassionati. Film come Navigator del 1986 e L’alieno (con Kyle MacLachlan) del 1987 sono due evidenti riferimenti. Chosen riprende molto anche dalla serie Cult degli anni 90 X-Files, costruendo l’intreccio attorno ad un complotto alieno. L’aspetto fantascientifico si fonde con una componente spiccatamente Teen drama alla Riverdale. Purtroppo tutti questi elementi non permettono alla serie di spiccare. Il tutto risulta molto generico e privo di “quel qualcosa” che rende iconico un prodotto.

Una serie che non decolla

Chosen si presenta come una serie per un target adolescenziale. La protagonista è Emma, una ragazza adolescente che non riesce ad integrarsi nel mondo. Emma entrerà in contatto con un gruppo di ragazzi complottisti che la coinvolgeranno nella loro indagine per smascherare una cospirazione. Purtroppo l’elemento Teen non funziona al massimo delle sue possibilità. Produce invece l’effetto di rallentare lo sviluppo del running plot, annacquando la vicenda e conducendo a momenti di noia. Sebbene il numero di episodi sia effimero (solo sei) il ritmo non riesce a decollare. Un altro problema di Chosen è la piattezza dei personaggi. Soltanto Emma e la sua amica Marie presentano un minimo di sfaccettatura. Gli altri secondari invece sono caratterizzati da una bidimensionalità insapore. Non sono presenti scene che rimangono particolarmente impresse. Nessun guizzo di fantasia estetica, nessun particolare elemento iconico. I film e le serie da cui trae ispirazione presentano tutti almeno un aspetto particolare capace di colpire. Chosen no.

Conclusioni

Quindi la serie vale la visione? Il prodotto finito non è un completo disastro, esistono serie di gran lunga peggiori. Il tentativo di emulare il successo di Stranger Things però fallisce, sfociando in un prodotto che tende ad una genericità dal sapore effimero. La serie risulta guardabile, un discreto tappabuchi in attesa di rivedere Stranger Things con la quarta stagione. Il target di riferimento è un pubblico giovane, per via dell’impostazione da Teen drama molto pervasiva. Esistono prodotti di gran lunga migliori da guardare su Netflix, ma se siete a corto di serie, potetete usare Chosen come paliativo momentaneo. Il finale aperto fa pensare ad una possibile seconda stagione.

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