Il misterioso hacker noto come Daniel Lahooti ha colpito le biografie Spotify di Lana Del Rey, Dua Lipa, Future, Pop Smoke e altri ancora. Non si sa cosa voglia, ma nei suoi sibillini messaggi promuove Donald Trump.
Chi si celerà dietro l’identità di Daniel Lahooti?
Spesso, quando una popstar o celebrità di altro tipo esprime un’opinione in campo politico, si dice che si tratta di un’operazione di puro marketing priva di svantaggi. Ma la conferma – l’ennesima – può farsi avanti solo aprendo una semplice pagina di Spotify. Lana del Rey, Dua Lipa e Future sono solo una parte dei tanti artisti che sono stati vittime dell’attacco del medesimo hacker. Le vittime dell’assalto sono state le loro pagine di Spotify, dove gli utenti si sono trovati d’innanzi una schermata inaspettata. E il suo nome è Daniel Lahooti.
“Daniel Lahooti fucked this shit up”, proclama beffardo sul profilo Spotify di Lana del Rey. Il messaggio si ripete uguale a sé stesso anche nelle biografie delle altre vittime, sulle loro biografie Spotify. Così, anziché riportare fatti vitali e frammenti di discografia degli interessati, le biografie presentano invece una foto e un contatto Snapchat. Intestato, quest’ultimo, al misterioso hacker Daniel Lahooti. Pronuncia poi due elogi a due personaggi antitetici: Taylor Swift, che Lahooti definisce “la sua regina”, e l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Trump e Del Rey
Dopo la sconfitta di quest’ultimo alle elezioni presidenziali ad opera del democratico Joe Biden, molti sostenitori di Trump hanno espresso pubblicamente il loro sconforto. Le loro fotografie hanno fatto il giro del mondo, mostrandoli prostrati a terra in lacrime o in preda ad attacchi di rabbia. Sui social network hanno espresso a male parole il loro disprezzo per il presidente eletto, pronosticando scenari in cui il nuovo presidente metterà fuori legge la religione cristiana, o in cui la vittoria dell’ex vice altro non è che il frutto di brogli e manipolazioni. Una manovra di hacking di questo livello non è una mossa tanto diversa, soprattutto considerando i bersagli di Daniel Lahooti.
Lana del Rey ha spesso alzato la voce contro l’ex presidente degli Stati Uniti. Soprattutto nel suo penultimo album, Lust For Life, che a suo dire ha ricevuto una ricca influenza dall’ascesa dell’ex presidente e dalla necessità del femminismo nella società moderna. “All’epoca pensavo agli Stati Uniti, dove le donne erano così vocali online, e le mie amiche anche di persona. Questo è stato prima delle Marce per le Donne, in cui si gettava in giro una retorica per la quale erano tutti scomodi. E se togliessero Planned Parenthood, e il controllo delle nascite, e chiudessero le cliniche?”, ricorda in una vecchia intervista per The Sun.
Nel 2017 ha dichiarato di aver compiuto una fattura (hex), un incantesimo di stampo neopagano, a danno di Trump stesso. Durante il periodo di elezioni, inoltre, la Grant si è espressa a male parole verso una fan che l’aveva accusata di sostenere Trump. L’utente @holyh00ker aveva affermato di essere “certa” che “Elizabeth” avesse votato per Trump. La risposta della cantante è stato un lapidario vaff*nculo.
Ma Daniel Lahooti non si limita a infiltrarsi nel profilo di Lana del Rey. Nemmeno i morti sono in salvo dall’attacco. Un’altra delle pagine attaccate è infatti quella del compianto Pop Smoke, al secolo Bashar Jackson, venuto a mancare in una sparatoria verificatasi nella propria casa. Lo staff di Spotify ha ora riportato le biografie alla normalità, ma di chi si nasconda dietro l’identità di Lahooti non si sa ancora niente.
Qui per la recensione di NFR, ultimo album di Lana del Rey