Cher in Pakistan per salvare Kaavan: la storia

Ecco perché la cantante Cher si è recata fino in Pakistan

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Cher in Pakistan

L’empatia ha spinto Cher in Pakistan. In psicologia, l’empatia non è altro che la capacità propria dell’essere umano di sentire il dolore altrui. La radice di questa parola deriva dal greco. La possiamo suddividere in due. “ἐν” (En), significa “dentro”, mentre “πάθεια” (Patia) sta per “sofferenza”. Mettendo insieme i pezzi otteniamo dunque “dentro alla sofferenza”. Non è sempre facile tuffarsi dentro quest’emozione. Anzi, si tende a scansarla. Nessuno vuole soffrire. A volte sembra addirittura che in qualche modo si debba avere una sorta d’autorizzazione a soffrire. Il mondo ti vuole felice. Desidera vederti con un sorriso smagliante sul volto. Anche quando ti senti morire dentro. Invece anche la sua sofferenza ha la sua utilità. E ascoltarla, godersi ogni tanto le proprie lacrime, può donarci insegnamenti importanti.

Perché Cher è volata in Pakistan?

Per rispondere a questo quesito dobbiamo raccontare la storia di Kavaan. Kavaan è un elefante, ennesima vittima dell’egoismo e della cattiveria umana. Cher si è recata in Pakistan proprio per lui. L’animale ha vissuto ben trentacinque anni in uno zoo, immerso in condizioni ai limiti della sopravvivenza. Già da parecchi anni alcuni veterinari avevano riscontrato nel suo organismo segni di malnutrizione e sovrappeso. Sono molte le battaglie e le proteste che nel corso del tempo hanno preso vita al fine di liberare Kavaan da quella prigionia. Finalmente il traguardo è stato raggiunto. Il pachiderma verrà trasferito in un santuario per animali in Cambogia. E così Cher si reca in Pakistan, al fine di celebrare questa vittoria. La cantante è la cofondatrice della campagna “Free the Wild” ed è stata per anni portavoce di questa lotta. Non poteva dunque mancare durante questo giorno speciale.

Kavaan aveva perso la compagna con cui ha condiviso gran parte della sua vita nel 2012. Per questo motivo, si è aggiudicato la nomea di “elefante più solo del pianeta”. Una denominazione a dir poco triste. Tuttavia, non è stata solamente la solitudine ad aver infierito sulla situazione. <<A settembre un controllo medico aveva rilevato alcuni segni di scarsa igiene dell’animale. Tra cui unghie troppo cresciute e sporche. Gli esperti hanno altresì notato alcuni cambiamenti di natura comportamentale. Uno di questi è il suo continuo scuotere la testa in segno di noia>> Spiegano i salvatori di Kavaan. Dunque, Cher è volata in Pakistan con la consapevolezza di assistere a una vera e propria uscita da una situazione violenta.

La vicenda di Kavaan ci fa riflettere

La storia di questo pachiderma non è purtroppo unica nel suo genere. Se i diritti umani non sono ancora una realtà in tutto il mondo, possiamo dire lo stesso di quelli animali. Molte persone si proclamano animalisti senza comprendere il significato di questo termine. L’amore per gli animali non si estende solo ai nostri amici domestici, bensì a tutti gli esseri viventi. Cher si trova in Pakistan per celebrare un passo in più verso questa consapevolezza. Gli animali non sono oggetti da utilizzare a piacimento. Zoo, circhi e di frequente anche bioparchi, nascondono realtà di maltrattamenti e sfruttamenti. Si tratta di luoghi nei quali gli animali non sono altro che fonte di guadagno. Una vetrina da allestire al meglio in modo da trarre interessi. Dunque, pensiamoci due volte prima di recarci in questi posti. Ricordiamoci che sono molti i luoghi nei quali i bambini possono ammirare animali liberi e felici.


Cher in Pakistan per Kavaan

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