Caso Grillo, Damiano dei Maneskin: “Dichiarazioni disumane”

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Damiano
Damiano

Sul “caso” Grillo si è espresso anche Damiano, frontman dei Maneskin, band che ha vinto Sanremo.

Le parole di Damiano in merito al caso Grillo

Damiano dei Maneskin prende posizione e dice la sua. Lo fa via Instagram, in una serie di video condivisi: “Non sono il pubblico ministero e non sta a me giudicare l’innocenza o la colpevolezza”, spiega il cantante, “Ma voglio parlare alle persone che avvalorano la tesi secondo la quale se uno stupro viene denunciato dopo otto giorni, allora non è uno stupro. Non è così”, le sue parole. “Ci sono persone, soprattutto donne”, continua, “che si rendono conto molto tempo dopo e trovano il coraggio di denunciare molto tempo dopo. Siamo abituati a pensare che alcune cose siano legittime quando in realtà non lo sono, c’è un problema di fondo di educazione”, aggiunge ancora Damiano, “Vi prego di informarvi e di astenervi da dichiarazioni tanto disumane“.

La cultura dello stupro e il victim blaming di Grillo

Damiano non nomina Grillo ma il riferimento al fondatore del M5S è chiaro. Il video in cui il politico si indigna per la gestione dei media e della Procura nei confronti dell’accusa di stupro di gruppo al figlio è il motivo per cui questo si è spinto a “dichiarazioni disumane”. Beppe Grillo ha terremotato il sistema per difendere il suo Ciro, usando toni violenti e delineando i termini della cultura di stupro e del victim blaming. “Una persona che viene stuprata la mattina, il pomeriggio va al kitesurf e denuncia dopo 8 giorni. È strano”, le parole del politico. Ma, come ben ha spiegato Damiano, ogni vittima è legittimata a prendersi il tempo che vuole. Il tempo intercorso tra la violenza subita e la denuncia non può e non deve essere una discriminante per la credibilità di una vittima.

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