Una carneficina. Il titolo dell’album di Nick Cave e Warren Ellis, è proprio “Carnage.” Sebbene ci risulti un pò strano e d’impatto allo stesso tempo, visto che la fede non manca mai nelle canzoni dell’artista australiano.
Una carneficina di “Fede”?
Ebbene si, Nick Cave, ha spesso e ripetutamente citato la fede all’interno dei propri album. Non a caso, anche questo si apre con un brano a sfondo religioso: “Hand of God.” Quindi, un riferimento alla mano di Dio, ai testi sacri ed alla religiosità. Come abbiamo detto, si tratta, di fatto di una tematica ridondante e presente in molti testi ed album dello stesso artista, anche nella stessa Carneficina. La novità c’è e la si sente molto presente in questo album. Infatti, lo stesso, è firmato Nick Cave e Warren Ellis, non come Cave and The Bad Seeds. Lo strumentista ha sentito la necessità di tornare verso Ellis, fornendo alla band un ruolo strettamente molto più marginale. Fino a poco tempo fa, con Ellis, aveva firmato molte colonne sonore cinematografiche. Ma il punto cruciale degli album, era sempre sotto nome della stessa band, adesso sembra che con la “Carneficina” si cambi musica. Il distaccamento dalla stessa, è tangibile negli ultimi due anni. Nick Cave, sente la necessità di non essere l’artista di fronte al palco che lo intrattiene. Bensì, di mischiarsi ad esso, come ai tempi d’oro, quando toccando i fan, si sentiva parte del pubblico pagante che lo chiamava a gran voce.
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L’importanza del dialogo col pubblico
La situazione non è delle migliori nel mondo, ma Cave, ha trovato ad ogni modo, la strada del dialogo coi propri fan. Questa risulta una parte estremamente fondamentale dell’etica- morale e musicale del polistrumentista e della stessa Carneficina. Attraverso i “Red hand files”, ad esempio, l’artista fornisce una serie di risposte a quesiti online posti da coloro che amano seguirlo. Tornando alla tematica della carneficina, troviamo un ulteriore autore che si riferisce al periodo buio che stimo vivendo: il Coronavirus. Abbiamo ampiamente visto, quanti autori si siano dedicati a tale tematica e, come la musica riesca ad alleviare le sofferenza che questa, inevitabilmente ha provocato. Ma non si tratta semplicemente di questo. Cave, ricorda altrettanto la carneficina della morte di George Lloyd. L’uomo di colore ucciso dall’abuso di potere di un poliziotto negli Stati Uniti d’America. Un disco dai valori morali senza precedenti, che merita l’attenzione della popolazione mondiale.