Cancro vizioso: così Kim Jong-Un definisce il K-Pop

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Tempi duri per il K-Pop in Corea del Nord. Kim Jong-Un non ha particolare simpatia per questo genere musicale, tanto da definirlo un “cancro vizioso”.

Il K-Pop un cancro vizioso?

È il New York Times a riportare le intenzioni del leader nordcoreano. La sua è una vera e propria crociata contro quello che, sostiene, corrompe i suoi giovani. Per questo ha annunciato il blocco di tutto ciò che concerne questo tipo di musica: film, K-drama, video musicali.


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Indebolendo il controllo a causa del cancro vizioso

Un sondaggio condotto su 116 persone fuggite dalla Corea del Nord nel 2018 o 2019, ha rilevato che la metà di questi ha guardato “spesso” l’intrattenimento sudcoreano mentre si trovava ancora in patria. Kim Jong-Un ritiene che l’influenza delle esportazioni culturali “antisocialiste” dalla Corea del Sud stia indebolendo il suo controllo sui suoi sudditi.

Pene esemplari

Per questa ragione, lo scorso dicembre il dittatore aveva introdotto tutta una serie di leggi inasprendo le pene per chi avesse guardato e/o ascoltato intrattenimento sudcoreano: da cinque a quindici anni di lavori forzati nei campi di lavoro. Se lasciata incontrollata, affermano i media statali, la Corea del Nord “si sgretolerebbe come un muro umido”.

Livello intollerabile

“Per Kim Jong-Un, l’invasione culturale della Corea del Sud è andata oltre il livello tollerabile. Se questo non viene controllato, teme che il suo popolo possa iniziare a considerare il Sud un’alternativa al Nord” ha spiegato al New York Times Jiro Ishimaru, caporedattore del sito web giapponese Asia Press International, nel suo monitoraggio sulla Corea del Nord.

Un nuovo museo per il K-Pop

L’azienda sudcoreana HYBE, precedentemente Big-Hit Entertainment, ha cercato in ogni modo di celebrare il K-Pop, espandendo la sua influenza globale. A questo scopo ha creato un nuovo museo, aperto al pubblico dallo scorso maggio, presso la sua sede nel Distretto di Yongsan. Ma non solo: ha anche acquisito Ithaca Holdings di Scooter Braun, fondendo così il K-Pop con il pop americano. Portando in tal modo gruppi come gli ormai celebri BTS, i Tomorrow X Together e i Seventeen allo stesso livello di artisti come Ariana Grande, Demi Lovato o Justin Bieber.

La Legge BTS

Se seguite il K-Pop lo sapete già: sempre lo scorso dicembre l’Assemblea Nazionale della Corea del Sud aveva approvato una legge denominata appunto Legge BTS. Questa permette agli idol e ai componenti dei gruppi di K-Pop di posticipare il servizio militare fino ai 30 anni, quando il limite era ai 28. Al momento due dei componenti dei BTS ne hanno già usufruito, mentre gli altri cinque lo faranno nel corso del prossimo anno, avendo superato l’età della legge com’era scritta in precedenza.

Pugno di ferro verso i giovani contro il cancro vizioso

La dinastia di Kim Jong-Un regge il regime da oltre 70 anni, e il dittatore ha intenzione di riaffermare il suo potere sui ragazzi che teme gli stia sfuggendo, minacciando punizioni ancora peggiori per i trasgressori. “I giovani nordcoreani pensano di non dovere nulla a Kim Jong-Un. Deve riaffermare il suo controllo ideologico sui giovani se non vuole perdere le fondamenta per il futuro del governo dinastico della sua famiglia” ha spiegato Jung Gwang-Il, disertore nordcoreano impegnato a contrabbandare il K-Pop nel Nord.

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