Oggi compie 76 anni Roberto Vecchioni: cantautore, scrittore, poeta e professore di latino e greco, da oltre trent’anni, nelle scuole superiori e poi nelle università.
Negli anni ’60 inizia a scrivere canzoni per diversi artisti. Il suo primo album esce nel ’71, Parabola, che contiene il singolo con il maggior successo nella sua carriera, Luci a San Siro. Da qui seguono tantissimi altri brani che hanno segnato la storia della musica italiana: da Samarcanda, dell’anno 1977, fino al suo ultimo lavoro uscito nel 2018, L’Infinito.
Il successo letterario
Il suo successo non lo rende protagonista solo nel mondo della musica, ma anche in quello letterario. Vecchioni infatti è autore di diversi libri e saggi e, negli anni, collabora anche con diversi giornali italiani.
Il primo libro, Il grande sogno, è dell’83 e tratta di prosa e poesia. A seguire: Viaggi del tempo immobile, ’96; Le parole non le portano le cicogne, 2000; Il libraio di Selinunte – libro tradotto anche in francese e spagnolo, che raggiunge ben 4 edizioni – dell’anno 2004; Diario di un gatto con gli stivali, raccolta di fiabe del 2006; Di sogni e d’amore, raccolta di poesie del 2007; Volevo ed erano voli, piccola raccolta di poesie del 2008; Scacco a Dio, romanzo del 2009; Il Mercante di luce del 2014; infine, La vita che si ama, uscito nelle librerie il 5 aprile del 2016.
Nella sua carriera, fino ad ora, ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, fra tutti: la nomina a “Cavaliere Ufficiale della Repubblica”, conferitagli dal Presidente Ciampi. Il suo impegno nelle iniziative di solidarietà lo porta ad essere ambasciatore della campagna media a favore dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla ONLUS nel 2011.
Nel 2015 a Catania riceve un altro importantissimo premio, Raffaello Sanzio: <<per la dedizione e l’impegno profuso nell’attenzione alle esigenze delle giovani generazioni, attraverso il tangibile e significativo apporto nella promozione della cultura classica e nella divulgazione dell’attività artistica e letteraria; in segno di apprezzamento e riconoscenza per la spiccata capacità di saper mettere qualità ed energie al servizio della ricerca di una società migliore>>.
“Sogna, ragazzo, sogna”.
Quest’anno il brano “Sogna ragazzo Sogna” ha compiuto vent’anni dalla sua pubblicazione: era l’aprile del 1999. Un brano diventato negli anni un inno per i Giovani. Fra le righe di questa “poesia”, ritroviamo un professore innamorato dei suoi ragazzi. Versi che aprono alla speranza, invitando a non arrendersi mai: <<ma non è vero, ragazzo, che la ragione sta sempre col più forte>>.
Parole che sanno guardare dentro, cercando nel cuore dei ragazzi che, troppo spesso, sono scoraggiati da un presente dormiente, da una società che non sa credere in loro, una società incapace anche di sognare: <<chiudi gli occhi ragazzo e credi solo a quel che vedi dentro>>, ma è questo il segreto. Scavare dentro, fidarsi solo di ciò che si ha nel cuore e inseguirlo come una bussola, come unica direzione possibile per realizzare la propria vita, andando anche controcorrente. Proprio come i poeti “che spostano i fiumi con il pensiero”, o i naviganti che “sanno parlare con il cielo”.
Sogna, ragazzo, sogna è anche una dichiarazione d’amore profondo nei confronti della vita: <<la vita è così forte che attraversa i muri senza farsi vedere, la vita è così vera che sembra impossibile doverla lasciare; la vita è così grande che quando sarai sul punto di morire, pianterai un ulivo, convinto ancora di vederlo fiorire>>. Una vita che non è “facile e meravigliosa” come il mondo vuole farci credere, ma dura, cruda, violenta a volte, sfacciata e complicata. Ed è proprio quest’insieme di aspetti a renderla vita.
Soprattutto, non si deve smettere di sperare neanche davanti alla morte, neanche quando niente sembra avere una soluzione: perché l’amore per la vita è più forte di ogni cosa e ci permette di guardare sempre avanti, con fiducia.
Gli ultimi versi della canzone sono un invito credere in sé stessi, a non mollare, a non arrendersi: <<ti ho lasciato un foglio sulla scrivania, manca solo un verso a quella poesia, puoi finirla tu>>. Sembra voler dire ad ogni ragazzo: “nessuno può vivere la vita al tuo posto, nessuno può sostituirti perché dentro di te c’è un’unicità irripetibile ed io mi fido di te, so che puoi farcela”.
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