Buon compleanno Mick Jagger: il cantante dei Rolling Stones compie oggi 76 anni

Frontman ed autore di numerosi brani di successo degli Stones, ma anche solista, attore e produttore.

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Icona, leggenda vivente, considerato una delle più grandi personalità nella musica Rock. Quest’oggi, il mitico Mick compie 76 anni e, a dispetto dell’età, continua a sfoggiare una forma fisica invidiabile e un’energia fuori dal comune. Componente storico (da più di cinquant’anni!) e frontman dei Rolling Stones, con i quali è attualmente in tour, Jagger nel corso della sua carriera ha spaziato in vari ambiti, non soltanto musicali. Una vita di successi, un passato di eccessi, quasi sempre sulla cresta dell’onda. Dopo aver assunto uno stile di vita più sobrio, è stato insignito del titolo di “Sir” per il suo contributo al mondo della musica.

In primavera, il cantante inglese si è sottoposto a un delicato intervento per la sostituzione di una valvola cardiaca. L’operazione, che aveva destato preoccupazione nei fan e che è stato motivo dello slittamento di diverse date del tour americano degli Stones, è perfettamente riuscita e la convalescenza è stata davvero breve, come dimostrato da un video pubblicato sul profilo Instagram del cantante in cui Mick salta e balla in una palestra mostrandosi nel pieno delle proprie energie. Tornato in forze il frontman, la band si è esibita dal vivo il 21 giugno presso il Soldier Field di Chicago per la prima tappa del No Filter Tour, e la performance è stata grandiosa.

Mick Jagger nei Rolling Stones

Nato a Dartford, nel Kent, il 26 luglio 1943, in una famiglia medio-borghese, mostra sin da bambino le sue doti canore. Alle scuole elementari di Dartford conosce Keith Richards, che incontra nuovamente diversi anni dopo, nel 1961, occasione in cui i due scoprono con gran sorpresa di condividere una passione viscerale per il blues, il rhythm & blues ed il rock ‘n’ roll. Quell’incontro, la scoperta di avere in comune gli stessi gusti ed interessi musicali, e l’amicizia con Brian Jones (anch’egli appassionato di blues, in particolare quello di musicisti del calibro di Muddy Waters e di Robert Johnson, e di rock ‘n’ roll) gettano le basi per la nascita del gruppo formato da Mick, Keith, Brian ed altri e il cui nome è inizialmente “The Rollin’ Stones”. L’organico della band si stabilizza quando si aggiungono Bill Wyman al basso e Charlie Watts alla batteria. Con questa formazione, i Rolling Stones raggiungono il successo e la fama in patria, negli Stati Uniti e via via in sempre più Paesi del mondo, realizzando dischi che rappresentano autentiche pietre miliari del Rock e che segnano in maniera profonda ed indelebile l’evoluzione di questo genere musicale. Tra gli album più noti ed acclamati del gruppo inglese, devono senza dubbio essere citati “Beggars Banquet” (1968), “Let It Bleed” (1969), “Sticky Fingers” (1971) e “Exile on Main St.” (1972). Oltre a questi e a molti altri lavori in studio di notevole pregio, gli Stones (che, col tempo, vedono alcuni cambi di formazione) si distinguono da decenni per le loro esplosive performance dal vivo e per i loro lunghi tour mondiali.

Mick Jagger negli anni ’60

Nei Rolling Stones, Mick Jagger ricopre e ha sempre ricoperto un ruolo fondamentale: è il frontman della band, è dotato di una naturale e spiccatissima capacità di intrattenere il pubblico durante i concerti, di coinvolgerlo e di farlo entusiasmare e divertire. Ha (e ha sempre dimostrato di avere, sin dagli anni ’60) anche delle notevoli doti creative come autore di brani musicali, avendo infatti scritto (il più delle volte insieme a Keith Richards) pezzi come “(I Can’t Get No) Satisfaction” (1965), “Paint It Black” (1966), “Let’s Spend the Night Together” (1967) e “Honky Tonk Women” (1969), che hanno raggiunto le vette delle classifiche mondiali e hanno segnato un’epoca. Sia in studio di registrazione sia dal vivo, già dagli esordi della carriera del gruppo, suona inoltre di frequente strumenti quali soprattutto la chitarra (in “Miss You”, in “Don’t Stop” e in molti altri pezzi) e l’armonica a bocca (ad esempio, in “Midnight Rambler”).

Con il chitarrista Keith Richards, altra icona indiscussa del Rock e componente storico degli Stones, Mick Jagger ha mantenuto negli anni un rapporto di amicizia, nonostante in passato ci siano stati degli attriti tra i due, e insieme sono stati (e continuano ad essere) determinanti per il successo della band, dalla composizione di brani di forte impatto ai live spettacolari.

Mick Jagger e Keith Richards durante un concerto dei Rolling Stones negli anni ‘70

Mick Jagger come solista, come attore e come produttore

Oltre ad aver partecipato come autore, cantante e musicista ai numerosi titoli della discografia degli Stones, Mick Jagger ha anche realizzato degli album solisti: “She’s the Boss” (1985); “Primitive Cool” (1987); “Wandering Spirit” (1993); “Goddess in the Doorway” (2001). Nel 2007, è stata pubblicata la raccolta “The Very Best of Mick Jagger”, contenente anche duetti con altri cantanti e musicisti di grande fama internazionale, come Lenny Kravitz, Bono degli U2 e Peter Tosh. Memorabile è anche la cover di “Dancing in the Street” cantata nel 1985 insieme all’amico David Bowie: il singolo ebbe un notevole successo, i relativi proventi andarono in beneficenza e il video fu trasmesso durante l’evento Live Aid. Tra i lavori di Jagger al di fuori degli Stones, vi è pure “Jamming with Edward!”, un album inciso nel 1972 dallo stesso Mick insieme ai compagni Charlie Watts e Bill Wyman, al pianista e tastierista inglese Nicky Hopkins e al chitarrista statunitense Ry Cooder. Nel 2011, è stato pubblicato l’album “SuperHeavy” (anticipato dal fortunato singolo reggae/pop “Miracle Worker”) del supergruppo formato da Mick, insieme all’attrice e cantante Joss Stone, al polistrumentista e produttore Dave Stewart, al compositore indiano A. R. Rahman e al musicista Damian Marley (figlio di Bob Marley).

Sebbene sia famoso in tutto il mondo soprattutto come frontman degli Stones e come cantante, Jagger, sin dalla fine degli anni ’60, è stato visto talvolta impegnato sui set cinematografici, ed ha partecipato come attore ad alcuni film, tra i quali “Ned Kelly” (del 1970, diretto da Tony Richardson), “Performance” (del 1970, diretto da Donald Cammell e Nicolas Roeg), “Freejack” (del 1992, diretto da Geoff Murphy) e “L’ultimo gigolò” (Titolo originale: “The Man from Elysian Fields”, del 2001, diretto da George Hickenlooper). È stata inoltre recentemente diffusa la notizia secondo cui il buon Mick vestirà i panni del collezionista d’arte Joseph Cassidy in “The Burnt Orange Heresy”, il nuovo film del regista italiano Giuseppe Capotondi che verrà presentato alla 76ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, in chiusura della manifestazione.

Mick Jagger, negli anni, ha poi assunto in più occasioni le vesti di produttore, e come tale ha anche partecipato alla produzione del film “Get on Up” (2014), che racconta la vita del grande James Brown, e ha creato (insieme a Martin Scorsese, Rich Cohen e Terence Winter) la serie televisiva “Vinyl” (2016), concernente la vita dei manager del mondo della musica durante gli anni ’70.

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