Bruni e la sua Tempesta, all’Elfo Puccini di Milano

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La tempesta di Bruni/ Forgia

Torniamo a Shakespeare, ovvero il Bardo del Rinascimento, (periodo che segue il medioevo). Eppure nonostante “sventoli”  ancora fresco e giovane nei teatri di tutto il mondo,  arrivò il momento, nel 1611, in cui salutò il suo pubblico.  Lo fece scrivendo (ultima sua opera interamente firmata da lui) e portando in scena La Tempesta: storia di  esilio, di litigi tra fratelli, di potere, di confini, di incantesimi e di amor paterno, di magia, di perdono, di alterità, etc.

Ferdinando Bruni è in questi  giorni, fino al 24 febbraio,  al teatro Elfo Puccini di Milano, sul palco nei panni di Prospero, protagonista e grande burattinaio dell’opera, che muove i fili dei destini di tutti. E’  la figura centrale e più interessante dell’opera. Si “vocifera” che Shakespeare ne La tempesta abbia voluto lasciare una sorta di testamento. Forse è lui Prospero? Se Shakespeare soffrisse di manie di protagonismo, di narcisismo o di egocentrismo non lo sapremo mai. C’è da dire che la sua longevità sul palco gli ha dato ragione.

Bruni/ Prospero è energetico, deciso, consapevole, istrionico, poliedrico, emozionante.  Muove, vestito con i panni dell’epoca gli altri protagonisti, che sono voci, spettri, burattini, incantesimi e incanto. Scelta che nasce dalla centralità del personaggio,  evitando così la dispersione del messaggio che qui interessa approfondire.   Attraverso la magia si possono  cambiare gli eventi, ma la magia è ovviamente una metafora, dove anche per Shakespeare come per Sofocle il bene vince sul male. La ragione, il buon senso, il sentimento hanno la meglio sulla sete di potere e di vendetta.  Il tema non cambia, il messaggio ripetuto dal teatro, nei secoli dei secoli, dei secoli, sembra in questi tempi moderni non attecchire.  Si scioglie come neve al sole.  Emozionante la frase emblema de “il Teatro” recitata con pathos da Bruni/Prospero che è sempre da ricordare: “Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni, e nello spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa la nostra breve vita”.  (Prospero: atto IV, scena I)

Sinossi

La tempesta narra la vicenda di Prospero , Duca di Milano, deposto dal fratello Antonio  e dal Re di Napoli Alonso .  Prospero  è da anni esiliato con la figlia Miranda in un’ isola sperduta e trama vendetta per riportare la figlia al posto che le spetta di diritto.  Grazie alla sua “fornitissima” biblioteca, l’ex duca ha imparato l’arte della magia e con i  poteri appresi riesce a modificare gli eventi e a convincere lo spirito Ariel ad aiutarlo nella sua impresa.  Scatena infatti una tempesta che fa naufragare il fratello traditore e il suo complice di ritorno da Cartagine,  sulla sua isola, separandoli e riconducendoli al suo cospetto. Sulla nave viaggia pure Ferdinando figlio di Alonso che naufrago incontra Miranda. I giovani si innamorano perdutamente.  Grazie all’amore di Miranda e Ferdinando, Prospero si rappacifica con il fratello.
Sull’isola l’unico “indigeno” mortale è Calibano, qui rappresentato da un’esotica maschera da “mamuthones”, tipica del carnevale sardo, ma nella versione originale brutto e deforme.

I temi trattati nell’opera di Shakeaspeare sono tanti , ma la figura di Prospero e l’arte della magia/ sapere, sono centrali.  Sapere che diventa alla base del potere per il Bardo e che muove i fili degli eventi come farebbe un bravo burattinaio. C’è però da dire che Prospero distrugge i suoi libri di magia, rinunciando al suo potere.  Anche quest’aspetto è da interpretare. Essendo l’ultima opera firmata solo dal maestro inglese, il gesto potrebbe far pensare all’ importanza comunicativa che ai tempi rivestiva il teatro, quando non c’erano cinema, televisione e internet, solo stampa a caratteri mobili.

Conclusioni

Bruni/ Prospero, che con Forgia ha scritto la rivisitazione dell’opera shakespeariana, praticamente un uomo solo sul palco, è molto incalzante, anche se aiutato, nel muovere i burattini, da Filippo Renda e Saverio Assumma. Si destreggia con grande  professionalità dentro un testo non semplice da rivisitare e semplificare, rendendolo sintesi. Numeroso il pubblico in sala e tanti i giovani spettatori che hanno applaudito la performance. Spettacolo da non perdere, dal messaggio incoraggiante: il perdono del fratello traditore e l’amor che trionfa. E vissero tutti felici e contenti, grazie alla magia, quella buona. La magia nera, quella cattiva, è un’altra storia ancora.

Informazioni e prenotazioni: www.elfo.org

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