Uno degli inni queer più amati del decennio scorso festeggia il decimo compleanno. Lady Gaga intanto riceve le chiavi di West Hollywood al grido di Born This Way: ma da chi sarà ispirato questo iconico titolo?
Born This Way: cosa celebra?
Calze a rete strappate, anfibi rosa pastello, maglietta nera da rocker e capelli marroni au naturel. Non era così “acqua e sapone”, Lady Gaga, quando ha rilasciato Born This Way il 20 maggio 2011. Aveva abbandonato, certo, le famose parrucche cotonate e gli abiti di latex nero di The Fame e Monster, ma qualunque speranza che potesse mettere da parte il fattore scandalo evaporò completamente al rilascio del singolo d’apertura. Born This Way, title track dell’album,
Se il pop di oggi, infatti, può vedere il tesoro d’America Taylor Swift che rilascia una canzone che risponde a tono agli omofobi, e popstar apertamente queer come Halsey, Lil Nas X, Rina Sawayama, Kim Petras, Dorian Electra e la compianta Sophie che si costruiscono fanbase, se non mainstream, almeno di culto, nel 2011 quella di Lady Gaga era una mossa a dir poco rivoluzionaria. Per molte persone Born This Way rappresentò il primo risveglio alla comunità queer. come potenziali alleati, che ne riconoscono la validità e la posizione a rischio, o come membri. “Che io sia gay, etero o bi/viva una vita lesbica o transgender/sono sulla strada giusta baby/sono nat* per sopravvivere”. Celebrarsi e amarsi come si è fatti, perché nessuno è sbagliato e Dio ha dato a tutti uno scopo nel mondo. A dieci anni dal rilascio della canzone, Lady Gaga non ha perso un minimo di smalto e racconta qualche dettaglio sulla concezione della traccia.
Le chiavi della città
La musa dietro all’album è Carl Bean, monumentale pastore afroamericano a capo del Movimento della Chiesa della Compagnia e dell’Unità. Tale confessione, fondata nel 1985, fu una delle prime in America ad accogliere i membri della comunità queer, in particolar modo quelli di colore allontanati di casa dalle loro famiglie. Prima di diventare pastore, Bean ha preceduto Lady Gaga anche nella carriera musicale. Cantante R&B e soul presso Motown, ha rilasciato per primo un inno di liberazione chiamato Born This Way, dal quale Gaga ha ripreso il motto principale. I Was Born This Way è anche il titolo della sua autobiografia, rilasciata nel 2010.
La Lady Gaga di Chromatica ha abbandonato da anni la velleità di scandalizzare. Fresca di Oscar e di album jazz, preferisce dedicarsi a progetti dalla follia più leggera. Pop per il gusto di fare pop, per divertirsi a modo suo assieme ai suoi fan. Di cui, non c’è bisogno di dirlo, una buona parte è queer. Molti di loro sono stati presenti ad accoglierla assieme alla sindaca di West Hollywood, Lindsey P. Horvath, che dichiara ufficialmente il 23 marzo “Born This Way Day”. La consegna delle chiavi della città, come detto prima, vede una Gaga più sobria del solito, ma non manca di festa. Un murale speciale la accoglie, colorato nei colori della bandiera queer – arcobaleno a sei colori per la comunità in toto, rosa-azzurro-bianco per la comunità trans e nonbinary, nero e marrone per i membri di colore pionieri del movimento. Proprio come Carl Bean, autore del motto che il murale recita: Born This Way.
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