Born in the U.S.A. di Bruce Springsteen compie 35 anni

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Born in the U.S.A. di Bruce Springsteen è uscito il 4 giugno del 1984. L’album che l’ha reso celebre compie oggi 35 anni.

L’album è il settimo della sua discografia. E’ diventato subito un successo commerciale vendendo 15 milioni di copie negli Stati Uniti e altrettante nel mondo.

Due anni prima, nel 1982, era uscito l’album Nebraska. Aveva subito raggiunto la 226° posizione della lista dei 500 migliori album secondo la rivista Rolling Stone. Le sonorità sono introverse, amare e pessimiste, ma nel disco segue avviene un cambiamento radicale. Al differenza del suo precedessore, Born in the U.S.A. è estroverso e caratterizzato da ritmi incalzanti. Il fatto che venga lanciato dal brano radiofonico Dancing in the Dark ne è una dimostrazione.

Anche le altre tracce che lo compongono, compresa l’omonima, sono orecchiabili e ballabili. I sette singoli estratti sono Dancing in the Dark, Cover Me, Born in the U.S.A., I’m on Fire, Glory Days, I’m Goin’ Down e My Hometown. Billboard li ha inseriti tutti nella sua Top 10.

I successi mondiali

L’album raggiunge l’85º posto nella lista dei 500 migliori album stilata da Rolling Stone. Sempre secondo la rivista, il singolo Born in the U.S.A. si posiziona al 275º posto nella classifica delle canzoni.

Anche in Italia il successo è enorme. Si tratta del secondo disco per numero di vendite con ben 1 milione e 400 mila copie! Davanti c’è solo True Blue di Madonna.

Durante un’intervista con Rolling Stone a dicembre del 1984, Bruce Springsteen commenta così l’uscita dell’album:

Penso che ciò che sta succedendo ora è che la gente ha voglia di dimenticare. C’è stato il Vietnam, c’è stato il Watergate, c’è stato l’Iran. Siamo stati sconfitti, ci hanno fatto pressione e per finire siamo stati umiliati. Penso che la gente abbia bisogno di provare sentimenti positivi nei confronti del loro Paese. Ciò che sta accadendo ora, a mio parere, è che questo bisogno, che è una cosa bella, viene manipolato e sfruttato. Vedi la campagna elettorale di Reagan in TV: “It’s morning in America”, è mattina in America.”

Prosegue così:

E ti viene da dire, be’, è mattina a Pittsburgh. Non è mattina sulla 125esima Strada a New York; è mezzanotte, ed è come se ci fosse una luna nefasta in alto nel cielo. Ecco perché quando Reagan ha fatto il mio nome in New Jersey l’ho percepita come un’altra manipolazione, e ho sentito il dovere di dissociarmi dalle parole gentili del presidente.

Un nuovo album in arrivo

Il Boss ha annunciato l’intenzione di tornare in studio, in autunno, con la sua fedele E Street Band. Non ci sono, però, notizie più specifiche al riguardo, probabilmente uscirà ad inizio del prossimo anno. Quello che è certo è il disco da solista. Siamo molto vicini alla data di pubblicazione. Western Stars uscirà 14 giugno e conterrà tredici tracce prodotte in collaborazione con Ron Aniello.

Un nuovo concerto in Italia?

Assieme al nuovo album, Bruce ha accennato ad un nuovo concerto in Italia. In questi giorni si trova a Roma per seguire la figlia Jessica durante le gare di un concorso ippico. Ed è proprio nella capitale che tornerà a suonare nel 2020 in occasione di un nuovo tour mondiale. La data e la location non sono ancora state confermate. Se così fosse, il Boss tornerebbe a Roma quattro anni dopo il live del 16 luglio 2016 al Circo Massimo.

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