Bloodride: una serie antologica horror su Netflix

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Bloodride è una serie norvegese horror di tipo antologico, costituita da sei racconti autoconclusivi. A cornice di questi vi è un pullman, sul quale viaggiano i vari protagonisti dei singoli episodi. È una serie di breve durata (gli episodi non superano la mezzora), e nonostante non faccia gridare al miracolo, presenta qualche spunto interessante.

BloodRide: sei episodi, qualche buona idea

Le serie antologiche sono forse la forma che più funziona per un racconto horror. In genere ogni singolo episodio è di breve durata, e questo permette di concentrare la creatività in un minutaggio ridotto, evitando lungaggini superflue. Un altro aspetto positivo di questo format è la varietà. Guardando un prodotto antologico è più facile che nel mucchio si estragga sempre qualcosa di positivo. È proprio il caso di Bloodride. Badate che non ci troviamo davanti ad una creatività particolarmente geniale come nella serie Creepshow. Bloodride zoppica un po’, e si percepisce la mancanza di qualcosa di forte, capace di folgorare chi guarda. Alla serie manca un po’ di fuoco, quella marcia in più che si può ritrovare ad esempio in Black Mirror. Tuttavia non è da buttare. Si possono infatti scorgere i germogli di qualche idea interessante.

Gli episodi di Bloodride

Bloodride è costituita da sei episodi. In almeno quattro di questi è presente un intuizione stuzzicante che impedisce di cestinare la serie. Questi spunti potevano essere sviluppati in miglior modo (complice forse l’evidente budget effimero), ma generano comunque una piccola scintilla che riesce a catturare l’attenzione. Gli episodi più interessanti sono due in particolare: Uno scrittore malvagio e La vecchia scuola. Il primo episodio, dal titolo Il sacrificio più grande è invece il racconto meno ispirato, perchè tenta di spiazzare con un colpo di scena finale che però risulta abbastanza prevedibile. In generale, con un briciolo di estro creativo in più (e magari un budget superiore) potevano nascere dei veri gioiellini.

Uno scrittore malvagio e La vecchia Scuola

Questi due racconti sono i più frizzanti della serie, con idee e uno sviluppo superiori rispetto agli altri episodi di Bloodride. Uno scrittore malvagio attua una riflessione metanarrativa sul potere della fantasia e della letteratura sulla vita degli individui. Lo scrittore è come Dio, decide del destino dei suoi personaggi. È un racconto concentrico, dove i confini tra storia e realtà si fanno effimeri. È l’episodio più originale che stringe l’occhio al classico Il Seme della Follia di John Carpenter con Sam Neil. La vecchia scuola invece è l’episodio più propriamente horror di tutti. Crea un atmosfera cupa e misteriosa, presentando la tradizionale storia di fantasmi, ma con un bel colpo di scena finale. Presenta una fattura marcatamente classica che riprende la tradizione degli edifici infestati. Meno originale de Lo scrittore malvagio, ma con un atmosfera più tradizionale, è probabilmente l’episodio che verrà più apprezzato dai fan dell’horror classico.

L’elefante nella stanza

Una menzione speciale va all’ultimo episodio di Bloodride. È un racconto non particolarmente interessante che tuttavia presenta qualcosa che lo rende degno di nota. Ricalca la tradizione del filone dello slasher, con il killer mascherato. Il punctum (ciò che cattura l’attenzione) è dato dall’atmosfera che avvolge il racconto. La vicenda è ambientata durante un party in maschera di un ufficio. Due dipendenti, assunti di recente, diventano detective improvvisati tentando di fare luce su un tragico evento avvenuto qualche mese prima. Ciò che rende disturbante l’atmosfera, e quindi garantisce l’efficacia dell’episodio, sono i costumi della festa. Tutti sono vestiti da animali. L’antropomorfismo dei costumi crea un senso di disagio che porta alla mente la serie Rabbits di David Lynch (deviata ma geniale).

Conclusioni

Bloodride ,grazie alla brevità degli episodi, è una serie che si può guardare senza troppo impegno. Non è la serie del secolo e non è la migliore serie antologica horror che si può trovare in giro. Tuttavia presenta qualche bella idea, che la può salvare dall’oblio. Agli episodi manca qualcosa per renderli indimenticabili, ma alcuni di essi presentano un accenno di creatività in stato embrionale. Con un tocco in più di inventiva, poteva diventare un ottima serie. Non è quindi un prodotto imperdibile, ma se siete curiosi e avete voglia di guardare una serie horror senza particolare impegno , è una buona opzione.

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