“Blair Witch” è un film horror del 2016, diretto da Adam Wingard e sceneggiato da Louis Cioffi. Si tratta di un sequel di un celebre film del 1998, “The Blair Witch Project”, e come tale pellicola è incentrato sulla leggenda riguardante una strega che vivrebbe nella foresta di Blair. Come il suo predecessore, esso riprende la tematica del falso documentario, seppur adattandola alla cinematografia moderna avvalendosi di strumentazioni come droni o altro che all’epoca non erano ancora disponibili. Il cast include attori perlopiù semisconosciuti, come: James Allen McCune, Callie Hernandez, Brandon Scott e Valorie Curry.
TRAMA: circa 20 anni dopo gli avvenimenti del film precedente, un altro gruppo di ragazzi si avventura nella foresta di Blair per cercare tracce di una delle ragazze scomparse in precedenza, sorella di una delle nuove protagoniste. Ben presto inizieranno però ad accadere eventi molto strani, che ben presto si tingeranno di colori terribili e sovrannaturali: la presenza della strega diventa presto certezza, ed ragazzi non potranno fare altro che avvicinarsi a lei ed affrontarla per provare a porre fine ad un incubo che non presenta alcuna via di uscita.
VALUTAZIONE: “The Blair Witch Project” fu un momento di grande innovazione per il cinema in generale. Primo finto documentario mai girato, ebbe anche per questo un successo stratosferico ed ha dato inizio ad un filone horror molto fortunato, che ritroviamo ad esempio nei recenti REC. Questo sequel, tuttavia, non ha chiaramente la stessa carica innovativa del predecessore, ed il ripiegare su un maggior impiego di strumenti tecnologici riesce ad aggiungere poco.Una minor carica innovativa non è però compensata da una migliore trama: se già nel precedente avevamo una storia appena risicata, un terrore mai rivelato che si basava su una leggenda giusto come spunto narrativo, qui abbiamo davvero un’accozzaglia indefinita di avvenimenti, troppa roba nel calderone che lascia presagire di avere a che fare con la strega più potente che si sia mai vista nella storia dell’intrattenimento, ma che delude poi proprio sul finale, in cui il mostro di turno si palesa con fattezze assurde e jump scare molto mal riusciti anche a livello tecnico.
THE CONJURING: IL CASO ENFLIELD, ESEMPIO DI SEQUEL HORROR SICURAMENTE FATTO MEGLIO
I malefici lanciati dalla strega prima di palesarsi sono sicuramente una buona idea, ma continuare a battere su quel chiodo creando davvero assurdità senza né capo né coda e senza cercare minimamente di puntare su altro è forse il principale difetto di questo film, che non riesce quindi né a fornire del materiale artisticamente valido né a creare un intrattenimento efficace. Non basta nemmeno creare la classica diatriba fra chi si convince della presenza del sovrannaturale e chi lo nega: è un cliché a cui siamo ormai troppo abituati! Serviva semplicemente un’azione più interessante e meglio sviluppata, un maggiore impegno a livello di sceneggiatura, ma la certezza di ottenere buoni risultati grazie al nome della saga ha cancellato con un colpo di spugna ogni possibile sforzo supplementare. Si aggiunge poi la pessima scelta di ricalcare così tanto il primo film da trasformare quello che dovrebbe essere un sequel quasi in un remake fatto male, facendo storcere il naso soprattutto a chi aveva amato il primo film.
Di seguito il trailer.