Bafta 2022: due candidature per “E’ stata la mano di Dio”

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Bafta 2023:

È stata la mano di Dio, il film di Paolo Sorrentino che racconta la sua adolescenza a Napoli negli anni ’80, è candidato ai Bafta, i cosiddetti Oscar inglesi, nella categoria miglior film straniero.

Quando sapremo se “E’ stata la mano di Dio” verrà candidata agli Oscar?

Sono giorni importanti per il film: l’8 febbraio si saprà se il lungometraggio con Toni Servillo, Teresa Saponangelo, Luisa Ranieri, Renato Carpentieri e Filippo Scotti entrerà nella cinquina per il miglior film internazionale dopo aver superato la selezione della shortlist a dicembre.

Altri film candidati ai Bafta 2022

Ai Bafta Sorrentino sfida il giapponese Drive My Car di Ryûsuke Hamaguchi, Madri parallele di Pedro Almodóvar, Petite Maman di Céline Sciamma e il danese La peggiore persona del mondo di Joachim Trier. The hand of God ha avuto la nomination anche per il miglior casting

Sinossi

La storia di un ragazzo nella tumultuosa Napoli degli anni Ottanta. Il diciassettenne Fabietto Schisa è un ragazzo goffo che lotta per trovare il suo posto nel mondo, ma che trova gioia in una famiglia straordinaria e amante della vita. Fino a quando alcuni eventi cambiano tutto.

Maradona

Uno è l’arrivo a Napoli di una leggenda dello sport simile a un dio: l’idolo del calcio Maradona, che suscita in Fabietto, e nell’intera città, un orgoglio che un tempo sembrava impossibile. L’altro è un drammatico incidente che farà toccare a Fabietto il fondo, indicandogli la strada per il suo futuro. Apparentemente salvato da Maradona, toccato dal caso o dalla mano di Dio, Fabietto lotta con la natura del destino, la confusione della perdita e l’inebriante libertà di essere vivi.

Un viaggio ricco di contrasti

Nel suo film più commovente e personale, Sorrentino accompagna il pubblico in un viaggio ricco di contrasti fra tragedia e commedia, amore e desiderio, assurdità e bellezza, mentre Fabietto trova l’unica via d’uscita dalla catastrofe totale attraverso la propria immaginazione.

Bafta 2022: Paolo Sorrentino

È stata la mano di Dio è un racconto di formazione che mira, stilisticamente, a evitare le trappole dell’autobiografia convenzionale: iperbole, vittimismo, pietà, compassione e indulgenza al dolore, attraverso una messa in scena semplice, scarna ed essenziale e con musica e fotografia neutre e sobrie. La macchina da presa compie un passo indietro per far parlare la vita di quegli anni, come li ricordo io, come li ho vissuti, sentiti. In poche parole, questo è un film sulla sensibilità. E in bilico sopra ogni cosa, così vicino eppure così lontano, c’è Maradona, quell’idolo spettrale, alto un metro e sessantacinque, che sembrava sostenere la vita di tutti a Napoli, o almeno la mia.

Robert De Niro

Uno dei sostenitori di paolo Sorrentino e Robert De Niro, che parlando del film ha detto: “Sono stato a Napoli solo poche volte – scrive De Niro – ma per me questo film è decisamente napoletano nel modo in cui molti dei film di Martin Scorsese (Wolf of Wall Street, Bringing Out the Dead, Mean Streets, Taxi Driver, ecc.) come molti altri film di Woody Allen (Annie Hall, Broadway Danny Rose, Manhattan, ecc.) sembrano essenzialmente New York City. Napoli per molti versi mi ricorda la New York italo-americana che amo”.


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