Backstreet Boys: DNA il nuovo album – Recensione

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Sei anni, una vita nel mondo della pop music, sono passati da quando i Backstreet Boys ovvero Brian Littrell, Nick Carter, Kevin Richardson, Howie Dorough e AJ McLean – hanno pubblicato il loro ultimo album in studio “In a World Like This”. Quell’album rifletteva un suono più maturo per la boyband. Dall’uscita di quell’album, la band si è stabilita a Las Vegas con il loro spettacolo e tutti i componenti hanno perseguito i loro progetti individuali che abbracciano la musica e la recitazione. Con un Tour mondiale in vista, i Backstreet Boys hanno rilasciato pochi giorni fa il loro nuovo album DNA ma è valsa la pena aspettare?

Quando ascolti qualsiasi nuovo album dei Backstreet Boys, bisogna ricordare di quanto sono enormi musicalmente. Senza dubbio questo nuovo album non potrebbe molto colpire i loro fans e nemmeno le classifiche di vendita rispetto alle loro uscite discografiche degli anni ’90. Con il DNA, i Backstreet Boys hanno capito come far incontrare la loro maturità con il tipo di pop che avrebbe potuto conquistare le classifiche di oggi. A livello di suoni DNA è molto più interessante di “In a World like This” che include sonorità pop, R & B ed influenze Country.

Il primo singolo Do not Go Breaking My Heart è un chiaro ringraziamento che la band rivolge ai numerosi fans di lunga data e si inserisce perfettamente nel panorama della musica pop attuale.

Per fortuna non è un colpo di fortuna. Attraverso i 12 brani di DNA, i Backstreet Boys riescono a mantenere l’attenzione dell’ascoltatore ricordando che son passati più di vent’anni dal loro debutto. Al centro della loro musica ci sono sempre state quelle armonie che fanno dei Backstreet Boys ancora oggi una boyband di successo. Uno dei brani più interessanti dell’album è senza dubbio “The No Tinged Country”, una dolce chitarra che combina con un bel testo emotivo.

L’altra forza del DNA è che non c’è nulla che si ripete. L’album è composto da 12 brani ed ognuno merita il proprio posto. “Nobody Else” un brano dalle sonorità R&B, “Breathe” un mix di armonizzazioni per passare al funk di “Passionate”. Dopo oltre vent’anni la band continua a sperimentare e lo fa con “New Love” un brano orecchiabile dove durante il ritornello le voci dei “ragazzi” è diversa da qualsiasi cosa si abbia sentito prima.

In DNA si arriva anche alle sonorità soul in “The Way It Was”, e questo potrebbe far pensare che in un futuro un progetto tutto soul potrebbe essere una buona alternativa. L’album scorre via con “Chances” di Shawn Mendes una ballad mid-tempo, per passare poi ai beat di “Chateau” un brano in versione moderna dei classici della band. Il brano più vicino alla band in termine musicale è senza dubbio “Ok” brano che chiude il disco, riff di chitarra e battiti di mani che guidano tutta la melodia.

DNA è l’album più forte che i Backstreet Boys hanno pubblicato dopo Black & Blue. Hanno trovato la giusta strada nella realizzazione di questo album e dalle sonorità e dai testi si sente che si sono divertiti a farlo. C’è molta energia fresca all’interno della band e questo lo si sente dagli arrangiamenti vocali e dalla scelta dei brani che compongono tutto il disco. Voto 3/5

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