Aurora: A Different Kind Of Human (Step II) – Recensione album

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Aurora, la ventiduenne pop star norvegese che ha collezionato 200 milioni di stream, si è fatta notare facendo la pubblicità di John Lewis nel 2015. La sua versione di “Half the World Away” degli Oasis era carina, ma insipida e molto di ciò che da allora ha pubblicato – il suo debutto nel 2016, e “Infections of a Different Kind” dello scorso anno (primo step ), il primo di un album in due parti ha fatto capire di essere una musicista pop-art molto più intrigante.

Questa seconda parte, “A Different Kind of Human (Step II)” è composto da 11 canzoni e l’artista porta le sue ambizioni ancora più in alto. È un album concettuale sulla crisi ecologica e lo si capisce anche dai testi: “Quando l’ultimo albero è caduto e i fiumi sono stati avvelenati / Non puoi mangiare denaro, oh no” “The Seed” e “Stai cercando l’amore, uccidendo per piacere / Perso in un giungla di cemento “Animal” l’artista mira all’apatia capitalistica e centrata sulla società.

Aurora voleva che questa versione fosse più “esplosiva e rumorosa” di qualsiasi altra cosa che avesse pubblicato prima, e con il brano d’apertura “The River” ci è riuscita, costruendo synth circolari ed una voce eterea in un crescendo che è pura euforia. Segue un altro dei brani più forti dell’album, il singolo “Animal”.


C’è un focus sulle percussioni tribali e una moltitudine di tecniche vocali che non ti aspetti da un album pop: voci folli, melodie spigolose, sovra incisioni, un coro maschile. Questo è più avvincente su alcuni brani di altri. Le “Soulless Creatures” è un brano dalle caratteristiche cinematografiche che sembra dovesse avere degli elementi visivi, mentre “In Bottles” prende un’ingegnosa sterzata dal basso minaccioso, percuotendo e canticchiando in un breakbeat di guida e in una melodia melodrammatica che ha la sensazione di Ray of Light di Madonna. Il brano “Apple Tree” è ritmico ed altrettanto avvincente.

In conclusione, Aurora in “A Different Kind of Human” ha creato un album pieno di idee musicali, ed è tutto un mondo lontano dal successo di John Lewis di Aurora. Voto 3/5

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