Asian Festival: i vincitori della diciannovesima edizione

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Asian festival

Mercoledi 13 aprile si è conclusa a Roma, presso il Farnese Arthouse, la diciannovesima edizione dell’Asian Film Festival, manifestazione organizzata da Cineforum Robert Bresson con la direzione artistica di Antonio Termenini.

Chi ha ricevuto il Premio alla Carriera?

il Direttore dell’Istituto Giapponese in Roma, Amb. Masuo Nishibayashi  e ancora, il regista filippino Brillante Mendoza, che negli scorsi giorni ha ricevuto il Premio alla Carriera, sono stati proclamati i vincitori del concorso internazionale.

Asian Film Festival: I premiati

Newcomers

Tiong Bahru Social Club è un’opera prima fresca e accattivante, che ci porta in una realtà alternativa ma che conserva la multiculturalità del paese in cui è ambientata (Singapore).

Miglior attore – ex aequo – Christian Bables in Big Night, Vince Rillon in Resbak

Christian Bables – È stato straordinario nell’interpretare il personaggio di “Dharna”, un estetista gay il cui nome infatti, viene erroneamente inserito nella lista di controllo nella guerra alla droga. Dhama dovrà dimostrare infatti, la sua innocenza nel lampo di una notte.

Comico

Magnifico Bables, che con la sua sua interpretazione a tratti comica anche quando la situazione è drammatica, rende amabile il pemonaggro agli occhi dello spettatore, per la sua sensibilita e per la sua voglia di giustizia nei confronti delle persone oppresse.

Yince Rillon

Yince Rillon – Per come è riuscito ad interpretare il difficile ruolo di un ragazzo che deve sopravvivere in un ambiente dominato da violenza, corruzione, e continue prevaricazioni.

Asian Film Festival: Miglior Attrice

Miglior Attrice – Kaya Kiyohara in In The Wake (Takahisa Zeze, Giappone, 2021)  Motivazione– L’attrice, grazie alle molte sfumature della sua performance è riuscita a rendere un ritratto molto credibile, che veicola una gamma di emozioni, da parte di un talento così giovane e promettente.

Film più originale – The Wheat (Tang Yu-qiang, Cina, 2021)

Motivazione– Per come ha raccontato, con uno sguardo gelido ed entomologico, una storia d’amore assoluto in una Cina rurale.

Miglior regia – Taiki Sakpisit per The Edge of Daybreak (Taiki Sakpisit, Thailandia, 2021)

Motivazione Per l’uso sapiente di luci e ombre che rende il film avvolgente, sensoriale e ancora, ipnotico. Un’opera prima elegante, conraddistinta dalla raffinatezza di contrasti e chiaroscuri con una regia meticolosa di dettagli dell’inquadratura e nel taglio dell’immagine, capace di rendere un film in bianco e nero un’opera ricca di espressività.

Miglior film – On The Job, The Missing 8 (Erik Matti, Filippine, 2021)

Motivazione– Il thriller corale di Erik Matti inchioda Io spettatore 3 h e 30 per il fascino detle immagini e del rituofrenetico del racconto, ispirato a fatti realmente accaduti; nel film si intrecciano personaggi politici, gangster, giornalisti e ancora, detenuti assassini, nella rappresentazione di una realtà sociale e politica corrotta delle Filippine.


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