Andrea Iervolino il produttore visionario che ha conquistato hollywood parte 2

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Andrea Iervolino

Numero “Speciale” a cura di Maria Cristina Locuratolo e Giovanni Convertini

Il cinema, i progetti visionari, il genio italiano, il sodalizio articistico e l’amicizia con Johnny Depp: una meravigliosa chiaccherata con Andrea Iervolino, produttore e imprenditore italo-canadese che ha reso noto il “made in Italy” nel mondo con i suoi film. Cosa ne pensa dell’inteligenza artificiale? Come sceglie i suoi collaboratori o i registi per i suoi film? Non perdetevi la seconda parte dell’Intervista con il produttore visionario che ha conquistato hollywood.

Gianni: Parliamo dell’avvento dell’intelligenza artificiale che ha fatto discutere tantissimo, tu come la vedi?

Andrea Iervolino: Allora io sono a favore, ovviamente, della protezione degli artisti dell’entertainment, del cinema e dei processi che che conosciamo però mi rendo anche conto di un’altra cosa: non si può stoppare l’evoluzione, il progresso per quanto uno possa andare contro corrente. Quindi contro il progresso, contro l’evoluzione non c’è nulla da fare, l’evoluzione vince sempre. Tutti hanno accesso a Internet, anche nei paesi più poveri, in tutto il mondo, quindi per quanto noi possiamo essere protezionisti, perché il protezionismo parte dalla paura, la paura viene dalla non consapevolezza, in realtà non c’è nulla nulla da fare. È ovvio che qualsiasi strumento venga inventato può essere utilizzato a fini sia positivi che negativi quindi sono a favore del protezionismo ma sono al 100% consapevole che l’evoluzione non la puoi bloccare. Io sono uno che l’evoluzione non la contrasta ma la abbraccia. Anzi cerco di cavalcarla.

Maria Cristina: Sia nel 2015 che nel 2020 sei stato nominato da Variety come uno dei dealmaker da tenere d’occhio, questo insomma è un bel risultato. Del resto ci hai spiegato questo lungo percorso, una carriera che hai inizato da giovanissimo. Con quale tipo di cinema ti sei formato, per esempio c’è un regista, un attore con cui ti piacerebbe collaborare?

Andrea Iervolino: Registi e attori con i quali mi piacerebbe lavorare sono ancora tantissimi e forse, oltre a quelli noti, ce ne sono tanti con cui mi piacerebbe lavorare un giorno. Ci saranno tantissimi registi, attori bravissimi in paesi XY che purtroppo non conosco. Tra i 114 film che ho fatto oggi, ce ne sono alcuni che ovviamente mi piacciono di più, alcuni che mi piacciono di meno ma io conosco il sacrificio duro che c’è dietro un film, quindi non sono in grado di giudicare un film bene o male. Alla fine un film è una storia, un punto di vista di una narrazione e io non credo che che esista quello che la racconta meglio e quello che la racconta peggio, quello che piace più al pubblico o meno perché in realtà in questo business nessuno conosce la verità.

Intercettare il pubblico

Nessuno ancora ha trovato una formula che ti dice “Ok, così fai successo al 100%”. La verità è che oggi noi abbiamo la possibilità di intercettare un pubblico ben specifico per un prodotto ben specifico grazie ai mezzi di diffusione di cui disponiamo. In sintesi oggi l’opera audiovisiva, il cinema, possono essere fatti su qualsiasi tema perché riesci a intercettare meglio il pubblico di riferimento.

Liberato

C’è un film che è uscito da poco in sala, si chiama Il segreto di Liberato che è un cantante che si chiama Liberato che non conoscono così tanto, cioè non è Vasco Rossi, nonostante questo è un film documentario animazione live action che ha saputo intercettare un pubblico così grande che a oggi è il film evento più visto dell’anno in Italia e ha incassato più di un milione.

GIANNI: Quando ti viene l’idea per un film come scegli i tuoi collaboratori, ad esempio il regista?

Andrea Iervolino: Sempre sulla base del genere del film e sulla base del del tipo di storia che voglio raccontare e come la voglio raccontare e, ovviamente, tenendo presente il fatto che io, purtroppo e fortunatamente, sono costretto a fare film dove ci metto grandi star internazionali perché li vendo in tutto il mondo. Devo anche prendere un regista che sia in grado di gestire un talento di quel tipo e questo però non significa che non do opportunità a un giovane regista, assolutamente no, perché l’abbiamo fatto tante volte. lo lo scelgo soprattutto con una consapevolezza, che quella persona abbia una visione internazionale di un’opera; quando stai raccontando una storia devi essere in grado di raccontarla che diventi comprensibile, dal giapponese all’africano all’americano all’italiano, e non che si fermi a una comprensione di un singolo territorio nel mondo…quel tipo prodotto è un prodotto che io non so fare.

USA

Non è che in America siano tutti bravi a fare film che che parlino a tutto il mondo, ci sono tanti filmmaker americani che raccontano delle storie così americane che non non le vede nessuno fuori degli Stati Uniti, quindi il fenomeno che viviamo in Italia dei film del sud o del Nord che sfruttano i dialetti e quindi comunque storie estremamente locali che non escono dall’Italia, sono fenomeni che ci sono anche in USA.

La caratteristica

In USA è Hollywood che fa storie che vanno in tutto il mondo ma ci sono tanti filmmaker che non sono Hollywood che, in sostanza, fanno film per l’America e basta quindi la mia scelta non è necessariamente prendere il grande regista americano che ha vinto Oscar ecc., io voglio prendere un regista italiano europeo o americano che sappia trasmettere quella storia a livello worldwide.

Lamborghini-Ferrari

Per esempio nel film Lamborghini come in questo Maserati e Ferrari ho privilegiato dei registi non italiani; se metti questa storia italiana nelle mani di un regista italiano e basta, fai un prodotto che all’estero non lo guarderebbe nessuno perché ci metti troppa italianità. Invece quello che devi fare è interpretare la cultura italiana rispettando l’italianità ma rendendola trasmettibile praticamente e capibile in tutto il mondo e quindi devi giocare un po’ sullo stereotipo ma non troppo…ecco perché devi prendere qualcuno che non è nato e cresciuto in Italia ma qualcuno uno che ha una consapevolezza di come viene interpretato quel tipo di storia all’estero.

Lamborghini il successo

Lamborghini, nel suo piccolo rispetto a Ferrari, è un’opera che 92 Paesi nel mondo è stata top 10 in classifica nelle nelle piattaforme di streaming, non è un film creato per il cinema ma per lo streaming e quindi nonostante avesse un budget 10 volte più basso rispetto a Ferrari è un film che comunque in tutto il mondo ha riscosso un grandissimo successo.

Modigliani

Ad esempio, Modigliani con Johnny Depp, Al Pacino, Scamarcio, Ranieri uscirà in Italia a dicembre e anche in tante sale in tutto il mondo. Questa è assolutamente un’opera europea che osanna un artista di origine italiana così importante e il cui regista, Johnny Depp, ha una visione assolutamente internazionale. Quello che cerco di fare è selezionare menti in grado di tramutare storie locali o non in storie fruibili a tutto il pubblico mondiale. Se vuoi ascoltare l’intervista integrale ascolta il podcast, clicca qui sotto


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