Alfred Hitchcock nasce il 13 agosto del 1899 a Londra. Durante la vita diviene uno dei più celebri registi della storia del cinema; e anche ora il suo nome è sinonimo di prestigio cinematografico.
Le sue origini sono umili: il padre commercia frutta e verdura al mercato. Alfred riceve una severa educazione dai gesuiti. Fin da bambino, dimostra un interesse per il cinema e l’arte. Nel 1914, dopo la morte del padre, si iscrive alla School of Engineering and Navigation.
Durante la prima guerra mondiale si arruola nel Genio dell’Esercito e alla fine del conflitto viene assunto presso la Henley Telegraph and Cable Company come pubblicitario. Conclusa la guerra, tra il 1919 e il 1920, inizia a lavorare per l’industria cinematografica: inizialmente è responsabile delle didascalie, poi diviene aiuto regista.
Dal 1922 inizia a dirigere i suoi lavori. Ma il suo primo vero successo giunge qualche anno dopo è il 1926 quando Hitchcock realizza “Il Pensionante”. La storia di un uomo sospettato di essere un serial killer, ma in realtà innocente.
Con questo lavoro, Hitchcock inaugura anche quella che sarà una sorta di firma: la consuetudine di apparire in una scena dei suoi film.
Una serie di successi, ottenuta negli anni Trenta, lo consacra come il regista di punta della Gran Bretagna. Tra il 1935 e il 1939, realizza i capolavori “Il club dei 39”, “La signora scompare”, “La taverna della Giamaica”.
La fama lo rende noto anche all’estero. Così, il produttore americano David O. Selznick lo chiama a lavorare ad Hollywood.
Alfred Hitchcock vola all’estero dove realizza, nel 1940, “Rebecca la prima moglie”. Il film è un clamoroso successo: si aggiudica due Oscar e spedisce Hitchcock nell’Olimpo hollywoodiano. Successivamente, il regista, assieme a Selznick, realizza pellicole famosissime: “Il sospetto”, “Io ti salverò”, “Notorius, l’amante perduta”.
Alla fine della Seconda guerra mondiale, Hitchcock è famossimo. Il suo nome è più importante del titolo dei film e appare anche scritto a caratteri più grandi. Il regista ha già lavorato con nomi di spicco dello spettacolo: Jane Fonda, Cary Grant, Gregory Peck e Ingrid Bergman. Nonostante metta a segno un successo dopo l’altro, però, la critica continua a definire il suo un cinema commerciale.
Successivamente, lascia la RKO e si trasferisce alla Warner. In seguito, Alfred ne diverrà uno dei dirigenti principali. A metà degli anni ’50, inoltre, dà vita a “L’ora di Hitchcock”. Questo è il periodo d’oro del regista che durerà fino al 1960.
In questi anni, infatti, gira altri capolavori che diventano pietre miliari nella storia del cinema. “La finestra sul cortile”, “Caccia al ladro”, “L’uomo che sapeva troppo”, “La donna che visse due volte” e “Intrigo internazionale” risalgono a questi anni.
Il suo nome circola anche in Europa. Si parla di lui come di un autore, con una poetica e uno stile definiti.
Nel 1960, Hitchcok rivoluziona il thriller. Esce “Psycho”, e ottiene una risonanza a livello mondiale. Per tutto il decennio successivo, il film rimane un unicum.
Alfred Hitchcock, sulla scia del successo di Psycho, gira, nel 1963, “Gli Uccelli”. Il film, nel quale stormi di uccelli assassini si gettano sulle persone, sembra alludere alla minaccia nucleare che spaventa dopo la Crisi dei Missili.
La tensione, l’angoscia, il mistero presenti nel film lo rendono il capostipite dei film catastrofici, che vanno molto di moda alla fine degli anni ’60.
Intanto, la produzione del regista rallenta: realizza comunque ottimi lavori come, nel 1964, “Marnie” e, nel 1972, “Frenzy”.
Nel 1968 ottiene il premio Thalberg alla carriera. I suoi film ottengono in totale 28 Oscar, ma lui non ne riceve mai uno per la regia.
Infine, dopo “Complotto di famiglia” del 1976, Alfed Hitchcock sceglie di ritirasi. Muore qualche anno dopo, nel 1980, mentre progetta ancora un possibile ritorno alla regia.