Alessia Luongo esce con “Tarantella di Spaccanapoli”, il nuovo singolo, rievocando il Settecento quando a Napoli il colascione era “il re” degli strumenti. Giocoso come una tarantella, amaro come l’attualità. Andiamo a saperne di più.
Alessia Luongo è fuori con “Tarantella di Spaccanapoli”
“Tarantella di Spaccanapoli” di Alessia Luongo è un brano strumentale, riflessivo, che rievoca i suoni arcaici, di quel settecento di quando a Napoli il colascione era “il re” degli strumenti. L’idea è quella di restituire il suono suonato dalle maschere della commedia dell’arte in quelle piazze, in quel tempo. Allo stesso tempo però, immersa nella modernità e nel caos di una Napoli che fagocita sé stessa, Alessia Luongo fotografa l’istante in un contrasto poetico tra antico e moderno.
Alessia Luongo suona il colascione nel singolo “Tarantella di Spaccanapoli”
Nel brano si può ascoltare il colascione accordato a 415 Hz recuperando la maniera della musica antica, cercando così una sperimentazione unica e originale, ossia quella di immergersi davvero nei panni del compositore del settecento armato solo di questo strumento e della sua stessa voce.
L’artista da anni sta riscoprendo e riportando al pubblico il “colascione”, l’antico strumento musicale napoletano del ‘700, simbolo iconografico di dipinti e antichissimi proverbi. Una nuova composizione dal titolo “Tarantella di Spaccanapoli”, giocoso come una tarantella ma al tempo stesso custode di tutta la drammaticità e l’amarezza che purtroppo viviamo ogni giorno.
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«La mia missione è di riportare i suoni della commedia dell’arte, di cui il colascione ne è protagonista. Farlo tornare di moda come accadeva nel settecento, non è sicuramente possibile. Sicuramente però c’è una mia intenzione di portarlo scrupolosamente avanti e di non lasciarlo nel dimenticatoio. E penso che tutto questo viaggio tra rievocazione e istruzione, sia possibile riprendendo enfasi e vitalità da tutto ciò che era l’antico mondo, riportando sé stessi in quei tempi e cercando un punto di comunione su cosa significa essere nel presente oggi. È un lavoro di finissimo artigianato: sradicare ritmi comuni e cercare di capire come si potesse suonare prima. Straordinaria sfida che mi stimola a studiare e creare. Come donna moderna nei confronti della musica antica, ho trovato la mia personalissima chiave di rappresentazione di un mondo interiore». Alessia Luongo
La maniera è barocca, il genere è antico, le strofe sono appartenenti alla tradizione: è un mix di queste cose. Un’affinità al modello artistico colto del tardo rinascimentale-barocco, persona che aveva studiato ma che lavorava di continuo e aveva bisogno di produrre restituendo al popolo strofe e storie di tutti i giorni.
Chi è Alessia Luongo?
Alessia Luongo nasce ad Avellino, vive a Roma. Compositrice, performer e musicologa studia e ricerca la figura del commediante dell’arte da molti anni.
Studia al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma nel dipartimento di Teoria e Analisi, Composizione e Direzione d’orchestra.
Bio
Dalle sue ricerche teatrali e musicali ha creato numerosi progetti artistici che sono stati ospiti in numerosi festival e rassegne in Italia e all’estero tra cui festival di musica Antica Mahon (Spagna), Musée du Palais Lascaris a Nizza (Francia), Festival El Puento del Son (Messico), Festival Barocco Napoletano (Napoli), Opera Nova Festival (Roma), Interpenetration Graz (Austria), Museo Orto Botanico (Roma), Orchestra Barocca Siciliana (Siracusa), Casa del Teatro (L’Aquila), Estate Romana (Roma), Museo in Piazza rassegna del Museo delle Civiltà (Roma), Festa della Tammorra (Sessa Aurunca) e tanti altri.
Diversi enti e giornalisti, tra cui la RAI NAZIONALE, hanno dedicato un servizio su Rai3 andato in onda in tutta Italia- Hanno scritto di lei “La Repubblica”, “Il Corriere del Mezzogiorno”, “Le Cronache di Napoli”, “Irpinia TV” e tanti altri.
Le collaborazioni
Oltre allo studio in conservatorio, Alessia Luongo approfondisce col Maestro Roberto De Simone diverse ricerche che riguardano le musiche della commedia dell’arte partendo dai balli di Sfessania fino al Novecento.
Tale incontro è ad opera di Manuel Pernazza, interprete della maschera di Pulcinella.
Nel 2020 il Museo delle Civiltà di Roma ha definito la collaborazione di Luongo e Pernazza “Corpo e archivio di un teatro popolare” per la potenza della proposta artistica.
Alessia Luongo ha ideato la maschera di Colanfronio: maschera della commedia dell’arte irpina, nata da un’intuizione moderna, ma con spirito antico. Infatti, il suo costume è propriamente appartenente a fine del Seicento. Hanno collaborato alla sua costruzione il Maestro Roberto De Simone per ricerche, studi e consigli e la storica famiglia Sartori che ha creato il calco della maschera per il personaggio.
Ad oggi Colanfronio è un personaggio che viaggia nel mondo ed è una parte delle performance in cui si dimostra cosa significava suonare in maschera. Da qui, appunto, le ricerche teoriche prendono vita ricreando una figura a cavallo tra il cantante, il musicista e l’attore, pratica tipica del XVII secolo, portata molto avanti da Tiberio Fiorillo.
Sono numerosi anche i lavori che Alessia Luongo svolge tramite incisioni discografiche. Nel febbraio 2023 incide il suo primo album da solista dedicato alla chitarra battente e colascione e alla maniera “antica” di accompagnarsi. L’album si intitola “Largo di Castello” è stato presentato in diversi parti d’Italia e portato in Francia, menzionato in diversi articoli sul web e testate giornalistiche.
Oggi
Attualmente lavora al suo nuovo album da solista dedicato all’opera buffa napoletana. Ad oggi Alessia Luongo cura anche un blog di ricerche musicologiche e teatrali sul suo sito web.
https://www.instagram.com/_luongoalessia_/
https://www.youtube.com/@AlessiaLuongo
https://spettacolo.periodicodaily.com/roberta-tondelli-torna-con-il-nuovo-singolo-sienteme/