Alessia Cara: The Pains of Growing – Recensione

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A 19 anni, Alessia Cara ci ha detto chi era dicendoci dove la si poteva trovare:”Sarò qui-in qualche angolo sotto le nuvole di marijuana”, ha sospirato nel 2015 in “Here”, una canzone di festa. La giovane cantautrice si è ritagliata uno suo spazio all’interno della musica pop. Scrive o co-scrive tutte le sue canzoni, i suoi testi all’interno sono spiritosi ed allo stesso tempo ansiosi, a tratti anche pieni di incomprensioni e di momenti imbarazzanti. Basti pensare al suo album di debutto, “Know-It-All” , dove all’interno sono racchiuse buone canzoni ma anche una buona crisi di identità. Poi un cambio di rotta ed è nato “The Pains of Growing”, un album che riflette sulla sua transizione da adolescente ad adulta.

AlessiaCara radica le sue emozioni nei dettagli banali: nelle repliche di Friends(“Wherever I Live”) e nei videogiochi (“Nintendo Game”). È ugualmente a suo agio con il pop, l’anima e l’R & B e, incoraggiante, le migliori canzoni di The Pains of Growingsono scritti da Cara solo. “I Do not Want To” è densamente formulato e divertente; custodire la sua minaccia per “dare fuoco a tutta la mia stanza”. La sua voce brilla con un piccolo spazio intorno ad essa, accompagnata da una chitarra acustica minimale. “A Little More” si trasforma in acustico per l’elettrico, ma è allo stesso modo abbreviato, mettendo l’enfasi sulle parole e la performance ansiosa di Cara. Altre canzoni di successo, come il primo singolo “Growing Pains” e “Trust My Lonely”, hanno basi musicali più elaborate. La musica è allegra, in contrasto con i testi che bordeggiano lungo il bordo della depressione.

The Pains of Growing è un album rilassante, e fin qui è buona cosa. L’artista ha una lingua tagliente, e di certo non ha bisogno di urlare per farsi sentire. Ma a volte sembra troppo rilassata, troppo comoda, troppo convenzionale e poco ambiziosa. “Comfortable”, prodotto da No ID, è l’anima della ragazza post-Amy Winehouse. È fatto con competenza, ma non sovvertire o espandere il genere. Verso la fine dell’album perde completamente il suo vantaggio. “Girl Next Door” e “Eeaser Said” sono come un coltello da burro.

In conclusione a 22 anni, Alessia Cara ha molte delle competenze che si possono associare ad altre artiste con anni ed anni di carriera sulle spalle. È una cantautrice forte con una prospettiva unica e una voce sorprendente. Al suo meglio, trasforma semplici canzoni in emozioni complesse. The Pains of Growingha i suoi difetti, ma nel complesso è una dichiarazione coesa e un netto miglioramento dal suo album debutto. Voto 3/5

Brani Migliori: “I Do not Want To”, “A Little More” e “Trust My Lonely”

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