Adrianne Lenker, songs | La recensione

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Una casa calda, un camino acceso, una chitarra acustica. Adrianne Lenker vive l’autunno appieno con songs, il suo dolce ritorno da solista lontano dai Big Thief.

Adrianne Lenker torna da sola?

I Big Thief sono un pezzo del puzzle dell’indie rock che può passare in sordina, ma non è detto che debba. Sono nuovi, questo sì: formatisi nel recente 2015. il quartetto di Brooklyn è riuscito a rilasciare ben quattro album nel suo ristretto tempo di permanenza. E si sono fatti sentire per bene, anche fuori dal circolo indie. Al punto che nei Grammy Awards del 2020 il loro album U.F.O.F. è stato candidato per la categoria di miglior album di musica alterativa – premio poi vinto dai Vampire Weekend con Father Of The Bride.

Sarà stata questa sconfitta a spingere la vocalist Adrianne Lenker ad appendere momentaneamente i Big Thief al chiodo e dedicarsi a un album da solista? Non si può dire: né si può dimenticare che la carriera della Lenker è iniziata ben prima di songs e della band che l’ha resa internazionale. Ha rilasciato il suo primo album, Stages Of The Sun, all’età di tredici anni, e ne ha rilasciati altri due prima della formazione del gruppo. Sa come muoversi, sa da dove ripartire. Il ritorno alle radici di Adrianne Lenker si chiama songs, ed è qualcosa di suo e solo suo. 

Le ambizioni di songs

Indie, indie e soltanto indie. L’anima di Adrianne Lenker splende sulla sua manica in songs e la rappresenta completamente. Pare quasi di vederla, nel suo studio, seduta al microfono con la chitarra acustica sule ginocchia. songs emerge organicamente da lei, intimo e minimale e accogliente. Si cominci proprio da là a capire cosa volesse fare Adrianne Lenker, guardando la copertina di songs, immergendosi nei suoi colori. Caldi, accoglienti, quasi troppo primaverili per la stagione in corso – un mondo parallelo disegnato da Monet e dipinto da Gauguin.

Basta da sola a capire cosa Adrianne Lenker abbia tirato fuori dal cappello, e a che livelli di qualità saprà salire. La copertina è però, letteralmente, l’unico elemento “primaverile” di songs, che è un album 100% indie autunnale, nebbioso, guidato interamente dalla chitarra acustica. Un genere specifico, quindi, che può piacere o non piacere. Ma alle orecchie di chi apprezza tale genere si rivelerà una gradita sorpresa, e una piacevole compagnia.


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La creatività illimitata che caratterizzava i Big Thief dalla genesi ricompare anche in songs, come se Adrianne Lenker avesse cantato tutto il tempo songs immaginandosi in studio assieme ai suoi vecchi compagni. Timida, fragile, riflessiva – con una voce sottile e inconfondibile, a metà tra Kate Bush e Dolores O’Riordan, delicata, priva di fronzoli. Forse troppo lontano, per qualcuno, dall’anima sonora più corposa che aveva un tempo reso tali i Big Thief. Ma si sa che sono un mondo complicato, gli album da solisti dei leader di band preesistenti. E non importa, quindi, se fan dei Big Thief e dell’indie rock avranno pareri discordanti – qualcuno potrebbe sentire la mancanza dell’anima più intensa della band, di una strumentazione più completa, ma nulla di ciò danneggia Adrianne Lenker e toglie a songs il suo fascino.

instrumentals, album che adrianne lenker ha posto per accompagnare songs

E poi, se l’album piace, Adrianne Lenker mette a disposizione una piccola chicca per viverlo ancora dopo il termine, poiché in coppia con songs ha rilasciato anche instrumentals. Il progetto è composto da due tracce sui venti minuti, completamente strumentali, music for indigo e mostly chimes, correlate a quelle dell’album cantato. E quella chitarra non le è mai stata in mano così bene

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