“A voce alta- La forza della parola”: un documentario in uscita al cinema

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A voce alta – La forza della parola è un film di genere documentario del 2018, diretto da Stéphane De Freitas, vincitore del Premio del Pubblico al 35° Torino Film Festival. Uscirà al cinema il 17 settembre 2018.

Trama

Ogni anno all’Università di Saint-Denis, nella periferia nord di Parigi, si svolge Eloquentia, una gara di oratoria. Essa premia “Il miglior oratore del 93”, dove 93 rappresenta il distretto di Seine-Saint-Denis. Gli studenti, provenienti da diversi contesti sociali, si preparano ad affrontare la competizione con l’aiuto di consulenti professionisti. Quest’ultimi insegnano loro la raffinata arte del parlare in pubblico.

Durante le settimane, i giovani imparano i sottili meccanismi della retorica. Inoltre, si raccontano a voce alta rivelando agli altri, e a loro stessi, i propri talenti.

L’obiettivo mira alla produzione di dissertazioni orali che vengano dall’esperienza di vita personalissima dei partecipanti. Devono dunque raccontare i loro valori e le loro idee, le loro paure e le loro insicurezze. Il tutto può avvenire sotto forma di slam poetry, di arringa o di pezzo di teatro.

I ragazzi capiscono qual è il vero potere della parola che, essendo un’arma, è da maneggiare con cura e responsabilità. Essa può far commuovere e convincere, e può abbattere le differenze di classe, come è evidente nel fatto che siano i professori a spostarsi dalle università di Parigi si spostano in periferia per condividere i loro trucchi e segreti.

Montaggio

Il montaggio alterna, in maniera classica ed efficace, la documentazione delle lezioni con brevi incursioni nelle vite e nelle case dei protagonisti. Le lezioni sono sempre incentrate sulla funzione fondamentale della parola e sul fatto che essa vada espressa a voce alta. Importanti sono i momenti salienti delle fasi finali del concorso.

L’aspetto più interessante del documentario di De Freitasa voce alta_la forza della parola, in verità, è il fatto che voglia coinvolgere anche lo spettatore. Impossibile non ammirare il grande lavoro, individuale e di gruppo, che fanno Leïla, Elhadj, Eddy e tutti i ragazzi coinvolti, senza domandarsi quanto noi stessi siamo disposti a metterci in gioco nei nostri discorsi quotidiani e quanto, poco o tanto, ci sforziamo di arricchire il nostro vocabolario e, di conseguenza, la nostra idea del mondo e della sua varietà.

Regista

Il regista ha espresso la sua speranza nella possibilità che nel vedere il documentario al cinema si apra una finestra di dialogo e di riflessione. In particolare, De Freitas si augura che le persone possano supportare l’idea della convivenza pacifica. È importante rendersi conto che è possibile avere opinioni diverse sulla vita e riuscire lo stesso a parlare e a capirsi.
Tutto ciò perché la forza della parola è inimmaginabile. Inoltre, l’intento del regista è  quello di dimostrare che nelle periferie ci sono ragazzi disposti a fare uno sforzo reale per acquisire competenze.
Perché per farsi valere e combattere per ciò in cui si crede non basta bisbigliare.
È necessario gridare e ognuno deve dire la sua esprimendosi attraverso parole dette a voce alta.

Il proposito

Il documentario proa voce alta_la forza della parolapone concretamente un laboratorio di democrazia accessibile a tutti, scuole per prime, che, una volta tanto, non implica un livellamento delle abilità verso il basso ma, al contrario, uno stimolo alla scoperta dei propri talenti e all’elevazione degli stessi.
Perché uno spirito di competizione positivo c’è. È quello il cui fine è quello di darsi uno strumento per la vita, per viverla meglio ovunque.

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