A Genova il ricordo di De Andrè con la PFM in concerto

Il suono della PFM e le parole di Faber unite in un'unica musica

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Il Teatro Carlo Felice a Genova martedì 10 dicembre era affollato come nelle grandi occasioni. E proprio di grande occasione si è trattato.

La PFM ha proposto il suo concerto nel doppio anniversario, proprio nel 2019, legato a Fabrizio De Andrè.

A 40 anni dall’uscita “Fabrizio De Andrè e PFM in concerto” e a 20 anni dalla scomparsa del cantautore genovese, la Premiata Forneria Marconi è tornata sui palchi di tutta Italia con “PFM canta De Andrè Anniversary”.

Per chi abita a Genova e ha seguito il concerto del Carlo Felice l’atmosfera era davvero particolare, in parte perchè la memoria tornava a quel mitico concerto del 1979 e in parte perchè Fabrizio De Andrè resta comunque indissolubilmente legato alla città ligure e alla sua gente.

Per celebrare quel sodalizio che tanto successo ebbe il gruppo si è arricchito della presenza in questo tour di Flavio Premoli, fondatore della PFM, e di Michele Ascolese, storico chitarrista di Faber.

E Genova ha risposto con molta partecipazione alla chiamata ai ricordi indissolubili, riletti nella maestria musicale del gruppo.

L’inserimento anche di brani tratti da “La buona novella” ha trascinato il pubblico in una dimensione fatta di note, ma anche di poesia cantata, assaporata e goduta.

Rivivere anche nei dialoghi di Franz Di Cioccio quell’esperienza musicale che negli anni 70 aveva segnato un cambiamento, rappresentato da due stili che si fondevano insieme per dare un messaggio nuovo, ha aumentato di molto l’emozione in sala.

L’incipit con “Boccadirosa” ha sicuramente coinvolto tutti e ha reso onore a un testo che offre uno spaccato della città a livello geografico, ma anche sociale.

E poi, come non menzionare la macchina del tempo, come è stata definita dal front man della PFM, l’interpretazione di “Marinella”, con la voce proprio di De Andrè, con la musica dal vivo. Grande emozione, in certi momenti sembrava davvero che sul palco fossero in 10…

Ma il pubblico aspettava “Il pescatore”, canzone coinvolgente che è stata cantata dall’intero teatro quasi a chiusura del concerto, proprio prima di “E’ festa”.

E’ stato come un volare di fiore in fiore tutta la serata, passando per “La guerra di Piero” e “Amico fragile”. Il tutto, con la consapevolezza che quel patrimonio artistico, caratterizzato dalla collaborazione tra due mondi così diversi eppure così amalgamati, a conferma di come la musica e le parole non abbiano confini, non finirà mai.

Il sipario si è chiuso e le luci in sala si sono accese, ma il concerto è rimasto nelle corde di ciascuno dei presenti, proprio come quello del 1979, anche facendo ritorno alla vita di tutti i giorni.

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