“Doppio passo” presentato alla stampa

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Questa mattina lunedì 9 ottobre 2023 presso la Casa del Cinema di Roma, Periodico Daily ha seguito e partecipato in diretta alle attività di stampa del film “Doppio passo”, incontrando il regista Lorenzo Borghini e gli attori Giulio Beranek e Giordano De Plano. Il lungometraggio racconta la storia di Claudio, storico capitano della Carrarese Calcio, che viene sollevato dal suo incarico. Insieme a Borghini alla sceneggiatura, Cosimo Calamini.

Il film

“Doppio passo”, in uscita al cinema il 12 ottobre, è stato presentato alla stampa questa mattina presso la Casa del Cinema di Roma. Presenti il regista Lorenzo Borghini e gli interpreti.

Il film racconta la storia di Claudio Russo, storico capitano della Carrarese Calcio, che viene sollevato dal suo incarico subito dopo aver contribuito alla promozione della sua squadra in serie B.

All’inizio il lungometraggio delinea sogni e aspettative del protagonista. Ce lo presenta, insieme alla moglie e al figlio. Insieme ai familiari e a qualche amico. Con la squadra. Regia di Lorenzo Borghini, il film è prodotto da Garden Film in produzione associata con Solaria Film, in co-produzione con la società svizzera Nebel Productons, in collaborazione con Rai Cinema.

Il progetto è sostenuto da Toscana Film Commission nell’ambito del programma Sensi Contemporanei Toscana per il Cinema.

Il personaggio di Claudio

Poi, un cambio di sequenza e tutto cambia. Anche la fotografia delle scene diventa più scura, non c’è più luce. E anche Claudio non vede più la luce, non è più il trascinatore. Non è più il capitano.

Anche la trama di “Doppio passo”. Si evolve. E il protagonista si trasforma. Appunto, il Claudio sognatore e trascinatore che abbiamo conosciuto tende a svanire scena dopo scena, in un vortice di situazioni che oltrepassano l’aspetto della moralità cui il protagonista abitua lo spettatore.

Tuttavia, inizialmente egli ha ancora l’atteggiamento del lottatore. Combatte e non vuole perdere. Non vuole perdere la possibilità di continuare a lavorare, ma sembra che nessuno sia più disposto a dargli questa possibilità. Il calcio è così, arriva un’età in cui le porte per un calciatore si chiudono! Ma Claudio non si rassegna e bussa a tutte le porte. Senza risposte. Non vuole mollare il sogno di aprire, e successivamente di tenere, il ristorante acquistato con la moglie. Sa anche il nome: “Il capitano”.

Ma è possibile restare lucidi e razionali quando si perde ciò a cui si tiene di più? E ancor di più ce lo chiediamo, quando si rischia di perdere l’affetto della famiglia?

Poi quella che possiamo definire la ‘proposta indecente’ che Claudio riceve per sanare la situazione in cui si è cacciato, perché quando si perde la lucidità si possono commettere scelte sbagliate.

Così conosciamo un altro Claudio, che oltre a perdere il lavoro, perde quella moralità e quella bontà d’animo che lo caratterizzano.

Da essere euforico ed energico, Claudio appare senza meta, braccato. Perde la libertà di essere se stesso e la serenità.

Chiacchieriamo con il regista Lorenzo Borghini che si sofferma a considerare come Claudio fino a quel momento è protetto dal mondo del calcio e cresciuto come un ingenuo. E si trova coinvolto in qualcosa di più grande.

Il calcio, che Borghini ci rivela essere una grande passione insieme al cinema, è come una bolla. Quando Claudio esce dalla bolla, sbaglia un investimento. Ci troviamo di fronte a un dramma sociale che sfocia del dramma familiare. Fallisce come uomo, come lavoratore, come marito e padre. Terminata la carriera calcistica, ci fa notare il regista, o ci si mette in proprio o altrimenti è difficile ricollocarsi con il lavoro perché si rischia di non saper fare altro.

L’eloquio è talmente fluido ed esaustivo che da una considerazione comune con il regista, lo lasciamo ad accompagnarci nel viaggio di lettura del film. Senza interromperlo.

Partiamo dal tratto distintivo che caratterizza il personaggio di Claudio, ovvero l’onestà. Le scelte della vita lo conducono a distaccarsene nettamente. Borghini fa un accostamento tra Claudio e il giovane Holden di Jerome Salinger. Questi, attraverso il rapporto con le persone amate, riesce a superare i momenti più bui. Claudio, invece, si ritrova solo. Da eroe, da capitano diventa quasi un antieroe che si trova ad affrontare il momento più buio della sua vita e, qui, è totalmente solo. Holden è alla ricerca dell’innocenza. In Claudio questa è una connotazione specifica. Che potrebbe ricercare dopo averla persa in conseguenza dei suoi gesti estremi.

Ma non lo sappiamo perché volutamente il regista, come ci descrive con cadenza spiccatamente toscana, lascia il finale aperto. Claudio sotto la doccia può diventare una metafora del voler lasciare andar via tutto quello che è successo. Ci riuscirà? Claudio tornerà sognatore accanto alla moglie e al figlio, nonostante il pesante fardello dei propri fantasmi e la convivenza con i mostri interiori, oppure avrà spalle abbastanza larghe per sopportare l’accaduto? Allo spettatore, la scelta.

Il regista di “Doppio Passo”, Lorenzo Borghini

Claudio e Sandro

Chiacchieriamo contemporaneamente anche con gli interpreti che danno vita e anima ai personaggi di Claudio Russo e Sandro Costa, rispettivamente Giulio Beranek e Giordano De Plano.

Domandiamo loro quali caratteristiche rivestono i personaggi che interpretano. Ci rispondono che ad andare in scena sono due caratteri non troppo diversi tra loro, due vite simili. Giordano De Plano fa riferimento a Sandro schiacciato dalle aspettative della famiglia, da un padre ingombrante che non crede in lui. Claudio ha una famiglia, una moglie e un figlio verso cui ha dei doveri. In tal senso, i due amici hanno una visione comune. Giulio Beranek si sofferma sull’aspetto della precarietà. Tolti dal contesto dove entrambi hanno lavorato e militato, Sandro nell’azienda col padre e Claudio nel mondo del calcio, scelgono strade sbagliate. Sono d’accordo nell’affermare che Claudio e Sandro sono due facce della stessa medaglia. Infatti, Claudio ha origini povere e un fratello latitante all’estero. Il calcio lo ha salvato. In un certo modo, quell’aspetto crime ritorna nella sua vita, come continua a delineare Beranek.

Giordano De Plano e Giulio Beranek

Il doppio passo

Il titolo del film di Borghini riprende un dribbling del mondo calcistico. Si tratta di una finta eseguita muovendo il piede lateralmente davanti al pallone. E’ lo stesso movimento che un calciatore esegue per toccare il pallone. Ma si completa senza toccarlo. Ciò porta l’avversario a restarne disorientato. E questo è proprio lo scopo della finta.

Doppio passo’ qui rappresenta sia la mossa calcistica sia il significato del film. Cioè che la vita presenta degli ostacoli che non è sempre possibile prendere in contropiede. Potremmo dire che in questo lungometraggio il calcio simboleggia i progetti di vita di una persona. E non sempre le aspettative e i desideri vanno come si spera. Lo capiamo dall’affermazione del regista: “Quante partite importanti deve giocare un uomo nella vita?”.

Le musiche di “Doppio passo”

Le musiche originali del film sono scritte, suonate e prodotte da Francesco Bondi. Altre canzoni del film sono: “I’m awake” cantata da Jake Sorbie e “Un giorno migliore” dei Lùnapop.

https://spettacolo.periodicodaily.com/sara-presentato-alla-stampa-doppio-passo/

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