NOSTALGIA: in Concorso al 75º Festival di Cannes da oggi in sala

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Academy Awards:

Nove minuti di applausi per la premiere di Nostalgia, il nuovo film di Mario Martone con Pierfrancesco Favino, in concorso e in sala da oggi in 450 copie con Medusa.

Di cosa parla “Nostalgia”?

In Nostalgia il protagonista Felice Lasco (Favino al suo primo film napoletano), torna a Napoli dopo 40 anni per rivedere l’anziana madre che aveva lasciato all’improvviso quando era ancora un ragazzo.

I ricordi

Nel rione in cui è nato, la Sanità, vaga, si perde, quasi non capisce la lingua ma c’è qualcosa che lo attira, i ricordi di una vita lontana con Oreste (Tommaso Ragno), il migliore amico d’infanzia, diventano un motivo spontaneo e irrefrenabile per rimettere radici nonostante al Cairo lo aspetti la sua vita da ricco imprenditore con una moglie amata. Il quartiere è cambiato, ma in peggio, con un sacerdote (Francesco Di Leva) a provare a tenere lontani i ragazzi dalla leva della camorra. Tra quei vicoli una forza invincibile quasi gli impone di restare, è la ‘nostalgia’.

Pierfrancesco Favino

“Faccio molta fatica a parlare in termini razionali di questo film – dice Pierfrancesco Favino – è stata per me una esperienza estremamente viscerale. Ancora oggi tutto quello che posso dire è un tentativo maldestro di raccontare le emozioni che ho vissuto facendolo. E’ stato un luogo, uno spazio, un tempo in cui mi sono completamente perso, la Sanità ammaliatrice mi ha fatto scoprire cose di me che non avevo tirato fuori. E’ una bellissima storia di amore e di amicizia questa trama, però sento come se avesse parlato per me il mio ombelico”.

Un magnete

“Ognuno di noi – prosegue Favino all’ANSA – dentro di sé ha un sud di un mondo, come un magnete interno, un luogo che forse rappresenta il suo se più intimo forse quello dei suoi avi. La Sanità in questo senso rappresenta qualsiasi luogo del mondo, Napoli come Il Cairo, come l’altrove e il fatto che nell’altrove ritrovi se stesso è incredibile. Ritornare: quel gesto lì diventa più importante dell’approdo“.

Mario Martone

Ciò che si racconta in questo film nasce dalla cronaca ma io volevo andare altrove, verso
un sentimento misterioso da cercare durante le riprese. Mi affascinava l’idea di fare un
film non in una città ma in un quartiere, come se si trattasse di una scacchiera, e così
in Nostalgia non appaiono strade, case o persone che non siano del Rione Sanità,
un’enclave di Napoli distante dal mare. Tutto viene inghiottito dal quartiere, gli anni così
distanti di cui si racconta, il Medioriente dove era finito il protagonista, i sogni, le sfide, le
colpe. Ho invitato gli attori e la troupe a immergersi nel quartiere come se fosse un
labirinto e a non temere di perdersi”.

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