Weird Years Vol. 1, Fickle Friends | La recensione

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Weird Years Ep. Vol. 1 dei Fickle Friends

Energia pop-rock, inquietudine adolescenziale senza mai perdere il sorriso. Questi sono gli ingredienti di Weird Years Vol.1, che ricorda a tutti come mai fanno degli inglesi Fickle Friends un gruppo di successo.

Weird Years Vol. 1: come lavorano i Fickle Friends?

Il recensore di Youtube Crash Thompson li descrive come “i Pale Waves incrociati con i Paramore”: un gruppo che fa dei colori accesi un abito di cui andare fieri. I Fickle Friends sono uno di quei gruppi che è impossibile odiare – spontanei, colorati e piacevoli. E nell’ascoltare il loro nuovo EP Weird Years Vol.1 è come se non fossero passati quei due anni dall’ultimo album. Il loro spirito pop-rock rimane integro, conservando l’energia e la freschezza che ha caratterizzato You Are Someone Else, condensata in un contenitore più compatto ben strutturato.” 

I Fickle Frieds sono un gruppo pop-rock inglese del Sussex. Sono formati dalla cantante e tastierista Natassja Shiner, il bassista e corista Harry Herrington, il batterista Sam Morris e il secondo tastierista Jack Wilson. I ragazzi sono tutti molto giovani e hanno una chimica immediata: la spensieratezza giocosa che i giovani possono sfoggiare. Weird Years Vol. 1 promette un lavoro completo molto intrigante, in cui i ragazzi mantengono. C’è tuttavia dietro una maggiore consapevolezza, quasi un tocco ulteriore di maturità. La Shiner descrive il suo 2020 con parole affaticate durante un’intervista per The Line Of Best Fit. “La mia frase più utilizzata, fin troppo, al momento è ‘sopravvivere’”: ma lo dice ridendo, con il fare rilassato di chi i momenti difficili ormai li ha lasciati alle spalle. 

Pregi e (pochi) difetti

Dove Weird Years fallisce è nella lunghezza, forse troppo limitata per un lavoro di questo tipo e di una band come i Fickle Friends. Dà l’idea di una mancanza, di una creatività mozzata prima di sbocciare. Forse sarebbe stato più conveniente non rilasciare l’album in piccoli frammenti (tecnica usata già in lavori come R.O.S.E. di Jessie J e Petals For Armor di Hayley Williams), ma tutto assieme, in modo da coglierne la narrativa completa. Rischia, a causa della verità del formato EP, di non entrare mai del tutto nel vivo e colpire meno forte. 

Ma non si tratta necessariamente di un difetto. Infatti anche la produzione di Weird Years risulta meno pulita e lucida: più fangosa, più annebbiata, quasi stanca – non molto “Fickle Friends” per dirla così. Non un difetto preponderante: è l’unico momento in cui la la brevità dell’album cade a suo vantaggio. Un’esperienza sonora più ristretta rende infatti meno intrusivi i sound tanto marcati e permette di apprezzarli. Si tratta tuttavia di una scelta non del tutto condivisibile, in quanto priva i Fickle Friends di parte del loro caratteristico colore. Come ricoprire un paesaggio molto luminoso di uno strato di nebbia grigia: anche se meno accesi, i colori caratteristici ci sono ancora. E Weird Years mantiene i suoi colori nonostante tutto, perché i Fickle Friends sono ancora bravi a dipingervi. 

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