Litfiba 40 anni fa il primo Live: “Sembrava una mischia”

Antonio Aiazzi, tastierista storico della band, ricorda come sia nato il gruppo e racconta qualche aneddoto del primo Live nel paesino in provincia di Firenze

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Litfiba festeggia i suoi 40 anni di musica. La band ne ha fatta di strada dal quel 6 dicembre 1980. Ecco cosa hanno voluto condividere alcuni membri del gruppo, ansiosi di celebrare il traguardo raggiunto non appena la situazione lo permetterà.

Litfiba: cosa ricorda la band del suo esordio?

I Litfiba iniziano la loro esperienza musicale 40 anni fa. Infatti è il 6 dicembre del 1980 quando alcuni giovani rokkettari ricevono il loro primo ingaggio in un locale in provincia di Firenze. Così Pierò Pelù alla voce, Ghigo Renzulli alla chitarra, Antonio Aiazzi alle tastiere, Gianni Maroccolo al basso e Francesco Calamai alla batteria sarebbero saliti sul loro primo palco. Per la precisione a Settignano, alla Rokkoteca Brighton. Di lì a cinque anni il gruppo si sarebbe fatto conoscere per Desparecido, il disco che avrebbe inaugurato la “trilogia del potere”. In occasione dell’anniversario della band rock italiana, il tastierista Antonio Aiazzi ha voluto condividere come sia nata della band e i retroscena del primo Live. A seguire, le parole del bassista Gianni Maroccolo.

L’inizio dell’avventura dei Litfiba

Da tastierista storico della band, Aiazzi ha iniziato col raccontare come sino all’ultimo il gruppo fosse senza nome e senza un cantante. Ecco le sue parole: “Il nome del gruppo fu deciso circa una settimana prima [del 6 dicembre]“. Pertanto, ognuno portò la sua idea: “Io, da buon fan della new wave, lanciai Arti Contratti“, ha spiegato Aiazzi. E ha aggiunto: “Le altre alternative non le ricordo, tutti portarono una pletora di proposte. A me, Litfiba non piaceva per niente. Mi faceva schifo, era impronunciabile“. Ma al gruppo oltre al nome serviva anche una voce: “Stavamo cercando un cantante e Piero mi venne segnalato da amici. Così lo invitai a venirci a sentire nella cantina dove provavamo, in via De’ Bardi: l’idea era quella di fare due chiacchiere e vedere se potessimo fare qualcosa insieme“. In seguito, la storia ha dimostrato da sé quanto quell’incontro sarebbe stato fecondo.

Il primo Live

Per la serata preparammo otto o nove brani, tutti originali tranne una cover degli Human League“, ha raccontato Aiazzi. Poi, ha proseguito: “Il pubblico era composto essenzialmente da ragazzi dei licei di Firenze, molti dei quali nostri amici. Lo spazio dove ci fecero suonare era uno stanzone sotto la Casa del Popolo di Settignano, che era gestita dall’allora cantante dei Diaframma, Nicola Vannini“. E racconta: “Ad un certo punto mi trovai a iniziare con la mano destra una canzone e con la sinistra un’altra. Piero si gettò sul pubblico, che si spostò, facendolo atterrare sul pavimento“. Ma non è tutto: “Le casse dell’impianto erano impilate l’una sull’altra, e le continue spinte dei ragazzi del pubblico rischiavano di farcele cadere addosso“. Poi, ha raccontato: “Mi ricordo ancora le facce degli amici che avevo davanti. Più che un concerto, sembrava la mischia di una partita di rugby“.

Una carriera importante

A fine serata non pensai niente in particolare” ha dichiarato Antonio Aiazzi. Ma poi aggiunge: “Forse ripensandoci adesso mi chiesi se Piero (che all’epoca era molto spinto, nelle sue performance) fosse effettivamente il cantante giusto per noi, perché il suo fu uno show nello show”. Tuttavia, i dubbi sparirono quando la band vinse i primi concorsi, suscitando l’interesse nazionale: “I primi segnali, per quello che ricordo, arrivarono dopo, con la vittoria dei primi concorsi ai festival rock. Quelle date ci portarono i primi ingaggi fuori regione, fecero partire il meccanismo, in un certo senso“.

Dice Gianni Maroccolo, bassista Litfiba

Ad Accesso riservato, Gianni Maroccolo ha raccontato che nella band abbia vissuto “In maniera eccessiva e al massimo delle potenzialità“. Musicista e produttore, dell’esordio ha ricordato come Firenze affrontasse un periodo difficile a fine anni ’70 a causa del terrorismo e di una crisi economica e culturale opprimenti. Almeno fino al rinascimento che ha visto il diffondersi di etichette, radio e studi di registrazione. “Quando il tappo è esploso la vita si è rovesciata“, ha commentato. Ricordando i primi successi oltre confine ha aggiunto: “Vivevamo più all’estero che in Italia“. E ha spiegato: “Quando abbiamo creato il gruppo non ci siamo posti finalità se non di condividere il piacere per la musica. Ci piaceva ritrovarci tre o quattro volte alla settimana per comporre“. E ha concluso: “Tutto il periodo con i Litfiba mi ha fatto capire cosa desiderassi dalla musica“.

Un brano dal primo Live dei Litfiba

A conclusione della sua intervista Antonio Aiazzi ha soggiunto: “Lo scorso novembre ci siamo rivisti tutti al concerto di Piero alla Tuscany Hall, a Firenze. Effettivamente abbiamo parlato di come avremmo potuto festeggiare questa ricorrenza: l’idea era quella di fare qualcosa di piccolo, non necessariamente musicale, comunque qualcosa per salutare i nostri fan, per stare insieme e fare festa“. Ma la band è ottimista e pensa a come festeggiare appena sarà possibile.

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