Se ne sente la mancanza, di Anastacia. O semplicemente di stelle come la signora Newkirk, quelle che paradossalmente raccoglievano su di sé tutta la luce circostante. Il 17 settembre si festeggia il suo compleanno, il cinquantaduesimo. Anastaci auguri, anche se è assurdo quasi da pensare, poiché lei e la sua musica sembra esistere da sempre.
Anastacia: l’immagine e la leggenda
L’immagine è incisa in testa di chiunque l’abbia conosciuta. Profusione di pelle e frange, ai piedi o sulle spalle, i capelli biondi striati di castano, l’eterno sorriso con tutti i denti. E gli immancabili occhialini da sole: quadrati, piccoli, dai colori caldi. Nessuna sorpresa che nel 2016 abbia realizzato (finalmente) una linea di eyewear tutta sua, distribuita per Blumarine con la collaborazione dell’amica stilista Anna Molinari. A detta di Anastacia stessa, la sua passione per gli occhiali da sole deriva dai nonni, proprietari di clinica oculistica, che le procurarono varie montature quando da bambina le si rese necessario portarli.
Era impossibile non riconoscerla, anche nei floridi tempi dei primi anni 2000 in cui di popstar bionde e sicure di sé se ne vedevano in ogni foggia – anche tra gente che non c’entrava niente, vere e proprie “infiltrate” come Jewel Kilcher e Liz Phair. Ma se le due appena menzionate non sembravano avere posto nei generi più leggeri, sicuramente Anastacia non avrebbe fatto fatica a raggiungerle nei campi più autoriali, il rock e il folk, dove erano solite militare. Era solita parlare addirittura di un nuovo genere, uno tutto suo e di sua invenzione. Anastacia Newkirk è tuttora la prima, e finora unica, esecutrice di un genere chiamato sprock – soul, rock e pop insieme, in una combinazione raramente raggiunta di recente. Chi ricorda Perfect Illusion di Lady Gaga, ormai una reliquia del 2016, ne avrà sicuramente sentito le influenze.
Anatacia auguri – Musica che rimane
E non a caso, nessun’altra cantante recente o passata suona o ha mai suonato come Anastacia. Aiuta anche la sua voce iconica e graffiante, quasi cigolante, che caricava le canzoni di un ulteriore sprazzo di energia e sicurezza. Il sentimento determinante di Anastacia è sempre stato e rimane la sicurezza di sé, l’abbandono dei problemi e dei timori. Memorabile il rifiuto delle favole nel ritornello di Left Outside Alone, oppure il “liberatemi da questa miseria, con l’amore ho chiuso” in I’m Outta Love. E gli album del nuovo decennio, nonostante ignorati dalla critica e commercialmente, rimangono sulla stessa linea. I Fanily – così si chiamano i fan di Anastacia – che hanno trovato Stupid Little Things alla radio saranno stati piacevolmente sorpresi, perché nulla sembrava cambiato dal debutto.
L’unica, vaga macchia nera sulla carriera della signora Newkirk è rappresentata da un piccolo album uscito nel 2008, Heavy Rotation. L’unico album dimenticabile della sua eccellente discografia, nonché l’unico a non essere sprock. Un tentativo di club music, il genere più in voga in quegli anni, che non si avvicina né ai risultati dei tre album precedenti – gli immortali Not That Kind, Freak Of Nature e l’autotitolato – né a quelli delle colleghe contemporanee, che includono The Fame di Lady Gaga e Good Girl Gone Bad di Rihanna. Ma quello che per un’artista inferiore avrebbe potuto essere un triste finale di carriera, per Anastacia Newkirk è stato solo un piccolo inciampo.
Quindi Anastacia auguri, cento di questi giorni: e altri cento di questi album, se continuerai a realizzarne come prima.