Echosmith – “Lonely Generation” – Recensione Album

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Il primo mese del primo anno del nuovo decennio è appena iniziato e il mondo della musica pop New Wave / Indie sta già mostrando risultati promettenti. I primi ad offrire un nuovo album di questo genere sono gli Echosmith.

Formata nel 2009, a Chino, California, Stati Uniti, e attualmente composta dai fratelli Sydney, Noah e Graham Sierota, gli Echosmith hanno rilasciato il loro album di debutto, Talking Dreams, nel 2013. Dopo sette anni di tour, sala di registrazioni ed impegni in altri progetti, gli Echosmith quest’anno sono tornati con un nuovo album uscito oggi ed intitolato Lonely Generation, album entusiasmerà sicuramente gli appassionati di New Wave e Indie Pop.

Contrassegnando la prima uscita della band tramite la loro nuova etichetta Echosmith Music, i tre artisti hanno collaborato per la produzione del nuovo album con Jeffery David. Nel nuovo lavoro discografico hanno inserito 12 nuove canzoni, e l’album si apre con la traccia da il titolo all’intero album, trasudando una brillante sensibilità di Blondie (“Heart of Glass”) – affascinante, luminosa ed estiva con la sua glassa di strimpie di chitarra reggae e della tastiera. L’umore quindi rallenta con i “Diamonds”, il cui ritmo è ancora sufficiente a far tremare le luci sui corpi sulla pista da ballo. Segue un’altra traccia rilassante dal titolo “Cracked” guidato da un pianoforte.

Il singolo vettore dell’album, “Shut Up and Kiss Me”, accompagna l’ascoltatore in un giro ventilato e pieno di sentimento; si adatterà perfettamente a una playlist che include “Explode” di Nelly Furtado, “I Could Be the One” di Donna Lewis e “Gimme Sympathy” di Metric. Il successivo “Stuck Inside a Roller Coaster” è un altro highlight accattivante, melodico, strutturato e leggermente progressivo.

Echosmith diventa poi sentimentale con il melodramma di “Last Forever”, che si distingue dai sentimenti sonori simili a “2 Become 1” delle Spice Girls, “Vulnerable” dei Roxette. L’album prosegue con un’altra ballad – “Everyone Cries”, che mette in mostra un’interazione vocale femminile-maschile efficace e bella di Sydney e Noah.

“Scared to Be Alone” mostra il suo ritmo frastagliato piuttosto freddo, assicurando che l’ascoltatore riesca a bloccarsi nel solco generale di Lonely Generation. L’atmosfera riprende quindi ritmo con la predisposizione pastorale di “Lost Somebody”. E poi gli Echosmith esplodono con i loro frammenti di pop rock con il pesante “Love You Better”, consolidando ulteriormente la loro affinità stilistica con i Roxette (“She’s Got the Look”).

Verso la fine del disco, i fratelli Sierota trattano il loro pubblico con una relazione orientata all’acustica – l’ondata lenta e triste di “Follow Me – e infine concludono l’album sulle note di “I Don’t Wanna Lose My Love”.

Gli Echosmith senza dubbio fanno parte della nuova generazione di fabbricatori di musica New Wave. Il loro ultimo album è un mix di vecchi suoni facilmente digeribili sia dalle vecchie che dalle giovani generazioni degli intenditori del genere. Per questo Lonely Generation 4 stelle su 5.

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