Manohla Dargis e Anthony Oliver Scott sono i due critici che hanno svolto l’importante lavoro di selezione per conto del New York Times. Scelti tra quelli usciti finora, le migliori pellicole del 2019 sono quelle che si sono fatte notare dalla critica indipendentemente dal riscontro ottenuto da parte del pubblico.
Partendo dall’ultima posizione, troviamo il film Transit diretto Christian Petzold e ambientato nella Capitale Francese. Parigi viene invasa dalle trupp germaniche che ora scendono verso il sud della Francia. Georg, un rifugiato tedesco, è riuscito a raggiungere Marsiglia. Ha con sé i documenti, un visto per l’ambasciata messicana e il manoscritto di un romanzo di Weidel, uno scrittore che si è suicidato temendo di essere catturato. Georg ha assunto la sua identità ed ora è alla ricerca di un passaggio su una nave americana. Ma l’incontro con Marie, una giovane donna che è in cerca del marito scomparso e che nel frattempo si è legata a un medico, muta i suoi progetti.
Al penultimo posto è stato selezionato il film The Edge of Democracy di Petra Costa. Unendo poetica e politica, la cineasta Petra Costa traccia il dispiegarsi del panorama politico del Brasile per esplorare uno dei periodi più drammatici della storia del suo paese. Con un accesso senza precedenti ai presidenti Dilma Rousseff e Lula da Silva, Petra esplora l’ascesa e la caduta di entrambi i leader e della nazione tragicamente polarizzata che rimane. Il film non solo coglie questo momento cruciale della storia, ma funge da ammonimento per questi tempi di crisi democratica.
Al Terzultimo posto c’è Rolling Thunder Revue diretto da Martin Scorsese. Si tratta di un documentario dedicato al cantante di Blowin’ in the Wind e in particolare al suo leggendario tour tenutosi fra l’autunno del 1975 e la tarda primavera dell’anno successivo attraverso gli Stati Uniti e parti del Canada insieme a un gruppo di musicisti riuniti in una carovana itinerante. Il tentativo di Scorsese di riportare in auge quell’anno, in cui il musicista ha riunito un gruppo di amici del Greenwich Village per avventurarsi in una tournée edonistica, nasce da un’affermazione dello stesso Dylan, che ha sostenuto di non ricordare poi molto del Rolling Thunder Revue.
Al quinto posto troviamo Booksmart di Olivia Wilde. Il film racconta la storia di Amy e Molly, due studentesse secchione che alla vigilia del loro diploma si rendono conto di aver perso molto del divertimento di cui hanno beneficiato i loro coetanei a causa del troppo impegno nello studio. Determinate a riprendersi il tempo perso, decidono di sfruttare a pieno una sola notte per fare tutto ciò che in quattro anni non hanno mai fatto e che nessun libro potrebbe mai spiegare.
Per il quarto posto è stato scelto Gloria Bell di Sebastian Lelio. Gloria è una donna di mezz’età, divorziata da dodici anni e con due figli ormai adulti. Lavora, va a ballare, beve, e trascorre le sue giornate in una consolidata routine di solitudine. Una sera incontra Arnold, divorziato da poco e con due figlie grandi ma ancora dipendenti da lui in tutto e per tutto. Gloria e Arnold si innamorano, iniziano una relazione, si perdono e non si capiscono. Si tratta di un remake americano del suo film cileno del 2013.
Sullo scalino più basso del podio troviamo Her Smell di Alex Ross Perry. Elisabeth Moss interpreta Becky Something, una maniacale star del punk rock con tendenze autodistruttive che spingerà i suoi rapporti con i membri della band, con la famiglia e i fan al limite, in contemporanea alla sua estenuante lotta con la sobrietà, che dura ormai da molti anni. Immersa in una crisi a 360 gradi, Becky cercherà di ritrovare l’ispirazione perduta per far sì che la sua band ritorni al grande successo di massa ottenuto anni prima.
Al secondo posto c’è The Last Black Man in San Francisco di Joe Talbo. La storia di Jimmie e Mont racconta di abitanti trasformati in estranei dalle forze della gentrification, ma è anche una riflessione sull’elusivo e illusorio concetto di casa. Nel film è chiaro che la casa del regista è quella in cui è cresciuto a fianco del co-sceneggiatore e attore Fails: i rapidi mutamenti di San Francisco vengono colti con la visione acutissima e l’immaginazione sfrenata che scaturiscono da amore e delusione.
Al primo posto i critici Manohla Dargis e Anthony Oliver Scott hanno premiato The Souvenir di Joanna Hogg. Anni ’80. Una giovane studentessa di cinema alle prese con la sua prima vera storia d’amore prova a separare la realtà dalla finzione nella sua relazione con un uomo complicato e inaffidabile. Un film dalla messinscena formale, di stampo autobiografico e ambientato nella Londra anni ’80, che tratta di una giovane studentessa di cinema, Julie (Honor Swinton Byrne, figlia di Tilda Swinton), vogliosa di scoprire il mondo attorno a sé e i suoi anfratti. Inaspettatamente si innamora di Anthony (Tom Burke), un sofisticato benestante più grande di lei, e cominciano a frequentarsi, a vivere insieme e a rincorrersi a vicenda.