Bombay Rose al Festival del Cinema di Venezia

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Bombay Rose

Bombay Rose è il primo lungometraggio della regista indiana Gitanjali Rao, il quale inaugurerà la settimana internazionale della critica di Venezia. Giona Nazzaro, giornalista pubblicista e critica cinematografica, ha fatto notare che il film possiede una forte ed interessante critica agli stereotipi maschili sessisti dell’industria bollywoodiana.
Il Festival del Cinema di Venezia si terrà dal 28 agosto al 7 settembre.

Bombay Rose: la storia e i personaggi

Bombay Rose è una storia originale ambientata a Mumbai e riguarda così tanto questa città che quest’ultima non poteva che essere anche citata nel titolo. Il film racconta la relazione tra Kamala, una donna che realizza ghirlande di fiori, e Salim, un venditore di rose. Situati, durante la loro attività, ai lati opposti della stessa strada, per loro il traffico diventa la metafora di un ostacolo piuttosto consistente.
Questi due personaggi sono già apparsi nel cortometraggio precedente di Rao, True Love Story del 2014. L’atmosfera sognante di Bollywood costituisce lo sfondo di base della storia. Una storia tra due persone che sono emigrate in città sognando una vita migliore.
Da una parte vi è Salim che ha avuto problemi politici nella sua patria, in Kashmir. Dall’altra vi è Kamala che è fuggita da un matrimonio infantile in Madhya Pradesh, stato dell’India centrale, ed è arrivata in città con suo nonno e sua sorella.
Inoltre, vi è Shirley, una donna anglo-indiana. Gli incontri tra i vari personaggi e le loro interazioni sono al centro della vicenda.

Bombay Rose: l’ambientazione

Bombay Rose

Tra le località reali che hanno ispirato i paesaggi ci sono il cimitero della chiesa di Sant’Andrea, le spiagge di Mahim e Juhu e i “dance bars”. L’unico spazio domestico è la vecchia casa dilapidata di Shirley, la quale evoca la nostalgia per gli anni Cinquanta e l’esistenza di una certa sub-cultura di Bombay.

Bombay Rose: un film d’animazione

Il fatto che si tratti di un film di animazione ha permesso alla regista di sperimentare diversi stili grafici e di creare un mondo dei sogni diverso per ogni singolo personaggio. Come conseguenza risulta difficile a volte distinguere tra ciò che è sogno e ciò che invece è realtà.

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