Il regista di “A spasso con Daisy” firma una frizzante commedia vintage che si approccia però con temi rilevanti e più che mai attuali
“Ladies in Black” apre le danze del Taormina Film Festival 2019 portando in scena il romanzo “The Women in Black” scritto nel ’93 da Madeleine St John, compagna di università del regista Bruce Beresford. “L’ho letto e ho subito pensato: è bello, divertente e racconta un periodo di storia dell’Australia interessante, in cui c’erano molti immigrati dall’Europa, cosa che al tempo ha avuto un forte impatto sulla società” dichiara Beresford. “Ma il tema era trattato con leggerezza, il che mi piaceva tantissimo. Così ho preso subito i diritti cinematografici sul libro, negli anni ’90. Dopo ventitré anni sono riuscito ad ottenere finalmente i diritti per girarlo”, conclude. Uscito in Australia il 20 settembre 2018, il film non ha ancora una data ufficiale di uscita in Italia.
La 65a edizione del Taormina Film Festival ha scelto una pellicola che sotto un velo di apparente spensieratezza celano una serie di interessanti risvolti politici. Ambientato a Sidney nell’estate 1959, “Ladies in Black” narra infatti la storia delle commesse del grande magazzino Goode’s, le quali sono appunto “signore in nero” per via delle loro uniformi. La fine degli anni cinquanta rappresenta il momento clou dell’immigrazione europea in Australia e dell’emancipazione femminile a livello globale. Il punto di vista di “Ladies in Black” è quello di Lisa (Angourie Rice), giovane commessa assunta durante le vacanze estive. La ragazza, le cui aspirazioni sono l’università e il teatro, si troverà a compiere, grazie alle commedie più adulte, una sorta di percorso di formazione.
In un questo “Paradiso delle Signore” australiano, gestito dall’esperta Mrs Cartwright, Julia Ormond (“Vento di Passioni” e “Mad Man”) è Magda, la responsabile di origine slovena a capo del reparto moda. Accanto a Lisa, ruotano anche Fay (Rachael Taylor), ex ballerina di night club, inizialmente diffidente nei confronti degli immigrati, che sogna un amore da romanzo, Patty (Alison McGirr) e l’immigrato europeo Rudi (Ryan Corr).
“Penso che le donne siano interessanti quanto gli uomini, se non di più” dichiara il regista Beresford.
Beresford è un regista uomo in un film di donne, ma non vede nessun problema in questa scelta: “Ho pensato che non c’è una legge che vieta a un uomo di dirigere storie di donne”. Cita infatti il suo “Paradise Road” (1997) con Glenn Close, Cate Blanchett e Frances McDormand, ambientato a Sumatra durante la Seconda Guerra Mondiale in una prigione femminile.
Inevitabile è inoltre l’accostamento dell’immigrazione australiana degli anni ’50 raccontata da “Ladies in Black” con quella che attualmente divide l’Europa. Vincent Perez, protagonista maschile del film, ha dichiarato: “Viviamo in Europa, oggi parlare di immigrazione ha sempre una connotazione fortemente negativa, drammatica. Mi piace l’idea di una storia che invece la racconta in modo positivo. Conosco e stimo Bruce da tanti anni, siamo amici, sono stato felice di stare su questo set”.
Julia Ormond sostiene: “Si racconta di una migrazione lontana, di persone che poi sono entrate a pieno titolo, si sono integrate, nella società australiana. Oggi ci troviamo ad affrontare temi simili. Anche il tono dell’opera era importante, rispetto a oggi in cui affrontiamo gli stessi problemi. La sfida oggi è a livello globale e dobbiamo affrontarla tutti insieme, come pure il cambiamento climatico”.
Bruce Beresford infine descrive l’immigrazione post-bellica di cui è stata teatro l’Australia come positiva: “Hanno cambiato la società. Ma in modo pacifico, senza grosse difficoltà e soprattutto senza grossi conflitti. Gli australiani li hanno accettati e accolti.”
Il Festival di Taormina, iniziato il 30 giugno proprio con “Ladies in Black”, si concluderà sabato 6 luglio.
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