Era il 1933 quando il signor Richard Hollingshead decise di aprire il primo cinema all’aperto o drive-in, una “stella cadente” che avrebbe lasciato un segno indelebile nel ricordo di quell’epoca.
La sua storia nasce a Camden, New Jersey. Si dice che la madre di Hollingshead fosse una donna in sovrappeso, le lamentele riservate alle poltroncine dei cinema di allora, i cosiddetti palace, furono d’ispirazione al figlio che ben presto architettò un piano con i fiocchi, dispose la madre su una macchina e montò sul cofano dell’auto un proiettore 128 Kodak, sul telo precedentemente legato ai due alberi, proiettò un’immagine dando luce così, al primo tentativo di cinema all’aperto. Hollingshead brevettò l’idea e solamente tre settimane dopo nacque il primo drive-in. Le persone potevano finalmente godersi in comodità la vista di un film a basso costo.
Inizialmente l’audio molto rudimentale era costituito da alcuni altoparlanti tradizionali, posizionati dietro lo schermo e rivolti verso il drive-in, con l’invenzione degli speaker individuali “all weather” o esterni, ogni macchina era dotata di un piccolo altoparlante legato in cima ad un palo.
Il successo
Accrebbe la sua fama verso la fine della Seconda guerra mondiale, quando l’America aveva intrapreso una forte relazione amorosa con il settore automobilistico e dalla metà degli anni ’60, 4000 drive-in erano già stati aperti in tutto il paese.
L’intento era proprio quello di offrire una serata in compagnia dei più piccoli a prezzi moderati, si pensi che il primo spettacolo costava 25 centesimi e lo slogan di benvenuto diceva: “Non importa quanto siano rumorosi i vostri bambini, l’intera famiglia è la benvenuta”, un’ottimo modo per accogliere l’intera comunità.
L’idea di passare un po’ di tempo in macchina a vedere un film attirò molte coppie che, trovavano un escamotage per la loro intimità ed è proprio da questo momento che il cinema inizia a raccontare i corteggiamenti nati in questo luogo: in “L’ultimo spettacolo” di Peter Bogdanovich, ambientato in Texas nel 1950, il film vede intersecarsi le storie sentimentali di alcuni ragazzi, prima dello scoppio della Guerra di Corea, destinati poi a partire come soldati.
Il drive-in inteso come locale, il cui nome è un elogio al primo cinema sotto le stelle, la fa da padrone in molte sequenze degli anni ’60 e ’70, nelle vicende quotidiane della famiglia Cunningham e di Arnold’s in “Happy days“. Ma è con “Grease- Brillantina” https://www.youtube.com/watch?v=NyLKjp-xDWw, nel 1978 che arriva il successo, è il periodo d’oro del drive-in, i locali sono circa 5000. Uno dei più ampi, era quello di New York, “All weather drive-in theatre” che poteva ospitare 2500 macchine, uno spazio ricreativo per bambini e un ristorante che offriva un servizio completo, alcuni dei quali, persino la domenica mattina.
La combo vincente della formula era quella di non badare al tempo, pioggia o luna, niente avrebbe impedito lo svolgersi dello spettacolo, l’altro passo da gigante fu quello di vendere popcorn e Coca-cola durante le proiezioni, quando il biglietto veniva rilasciato a prezzi incredibilmente stracciati, il binomio coca-cola-popcorn ingrassava a più non posso le casse dei drive-in, diventandone un simbolo anche negli anni avvenire, fino ad oggi.
Altri film degli anni ’80 lo hanno visto luogo di scontri giovanili come si racconta in “I ragazzi della 56ª strada” di Francis Ford Coppola, “Acqua e sapone” di Carlo Verdone, dove il bidello che si spaccia per Padre Spinetti è il tutor di Natasha e una delle scene chiave si sviluppa proprio all’interno di un drive-in. Diventa anche ambientazione di storie paranormali come in “Christine- La macchina infernale” di John Carpenter.
Il declino
L’avvento della tv a colori, il VHS o sistema di videoregistrazione standard in formato analogico, la nascita dei video noleggi e la crescita del settore immobiliare segnarono l’inizio della fine. I drive-in erano stati costruiti nelle periferie della città e nel corso degli anni, quando il pubblico si faceva sempre meno numeroso, i prezzi dei terreni su cui si ergevano i cinema salirono alle stelle e poiché i figli dei proprietari spesso non continuavano l’attività imprenditoriale, venivano rivenduti ad un prezzo tre volte maggiore del loro valore iniziale.
Oggi, con tutte le piattaforme online il drive-in, rimane il gioiello di un’epoca che ancora lascia la propria impronta nelle abitudini di oggi. Ma come si sa, spesso il passato ritorna e per i più nostalgici esistono ancora luoghi in cui è possibile godere della tipica atmosfera romantica che fa da protagonista, davanti a un bel film. Citiamone alcuni:
- Pozzuoli (Napoli), sopravvive il mitico drive-in situato in Contrada la Schiana, aperto tutte le settimane, offre la proiezione di pellicole recenti e l’autoradio da inserire nell’automobile per ascoltare al meglio il film è incluso nel biglietto.
- Pontedera (Pisa), la cucina del cinema Starlight, drive-in in via di Montecastello, dispone di un ricco menù gastronomico e per ordinare la cena basta solo accendere le quattro frecce, che comodità!
- Roma, il più grande drive-in d’Europa, inaugurato nel 1957 è rimasto attivo fino agli anni ’80, grazie alla riapertura dei ragazzi del Cinema America Occupato dopo 30 anni di abbandono, di recente, l’associazione Arene di Roma si è impegnata nella restaurazione del luogo e l’11 e il 12 settembre 2015 ha debuttato rispettivamente con Grease e American Graffiti, su una superficie di 50.000 mq.