Tastin’Jazz
Tastin’Jazz è in queste settimane, per 5 appuntamenti, con cadenza settimanale, al Teatro Franco Parenti di Milano, ovvero racconti di musica tra cibo e vino. Le serate sono presentate dal musicologo Gianni Gualberto Morelenbaum che durante gli appuntamenti spiegherà la nascita, il significato e l’evoluzione del jazz. Il jazz è una delle correnti musicali più significative della storia della musica contemporanea.
Ho avuto la fortuna di partecipare alla serata del 14 maggio, dove Morelenbaum ha dedicato l’incontro a Louis Armstrong, grande trombettista e una delle voci fondanti del jazz, ne il Bello, il Brutto e …. Il jazz: dalla voce di Louis Armstrong al ribaltamento delle regole. A proposito della serata: ” Il jazz fin dai suoi esordi, usa molteplici materiali, ma li usa sempre a suo modo, sempre secondo dei valori che gli appartengono e a cui mai rinuncia. Le regole del mondo in cui nasce e soffre prima di essere accettato non valgono: il jazz è la musica della sorpresa, dell’inaspettato”.
Louis Armstrong e la diffusione del jazz
Il secondo appuntamento di Tastin’jazz è stato molto interessante, delucidante e partecipato, dove il musicologo ha intercalato il racconto storico e critico con video originali dell’epoca. Tra i presenti ricordiamo Andrée Ruth Shamah, colonna del teatro italiano e direttrice artistica del Franco Parenti e Dino Betti Van Der Noot, compositore jazzista di fama internazionale, con cui ho avuto la possibilità di chiacchierare in modo molto informale.
Siamo negli anni ’30 e il jazz si sta diffondendo come genere musicale negli Stati Uniti, grazie anche al genio creativo di Armstrong che ha saputo cavalcare l’onda e utilizzare la comunicazione più efficace.
Era quello il periodo della segregazione razziale verso la gente di colore, del Green Book, che divideva tra locali per bianchi e locali per neri. Situazione che si risolve solo nel 1963. Gli States sono comunque ancora divisi tra un nord più tollerante e un sud conservatore e xenofobo. Armstrong muove i primi passi a New Olrleans, città xenofoba e dove nasce da una famiglia molto povera. Sarà però prima a Chicago e poi a New York che gli verrà data la possibilità di esprimersi e di far conoscere la sua splendida tromba e il fantastico mondo del jazz.
Armstrong e il jazz degli anni ’30, in Tastin’Jazz
Come spiega Morelenbaum siamo in una fase in cui il jazz è una musica espressionista, con influenze dadaiste. Un’espressione artistica in un certo senso fatta emergere proprio dai bianchi che hanno finanziato il lavoro di Armstrong. Il risultato più o meno consapevole è stato quello di dare voce a una musica che esprimeva la cultura di un popolo che era ghettizzato e invisibile.
Armstrong riuscì a dare visibilità a persone che non avevano un’indentità socialmente riconosciuta. Certo, ai tempi, il messaggio di Armstrong è spesso caricaturale e grottesco. I classici stereotipi della gente di colore, considerata fannullona, eccessiva, originaria da selvaggi cannibali che cucinavano i bianchi in grandi pentoloni, sono infatti “esponenziati”.
Conclusioni
Si tratta di una “satira” musicale molto intelligente e efficace, e forse oggi difficile da comprendere, ma che ha dato il “La” a un processo che col tempo porterà al superamento dello stereotipo. Se da un lato Armstrong utilizza, forse anche furbamente, il grottesco che in quel periodo è la sola caratteristica che può “passare” della sua cultura, dall’altro, indirettamente, ne evidenzia la grande carica espressiva e la potenza, anche fisica. Un contributo viene dato poi da Max e Dave Fleischer fondatori dei Fleischer Studios, e ideatori del cartoon Betty Boop, dove Armstrong e la sua voce roca e potente compaiono spesso nel cartoon.
Citiamo poi la sempre verde Rapsody in Blue di George Gershwin che fonda musica jazz e colta, Cab Calloway grande jazzista di Chicago, e le abilità artistiche, sia come cantanti che ballerini, dei mitici Nicholas Brothers.
Insomma il jazz comincia a diffondersi e a farsi conoscere. Il resto alla prossima puntata.
La serata è terminata mangiando dell’ottima pasta al curry e sorseggiando del buon vino.
Per informazioni e prenotazioni: www.teatrofrancoparenti.it