The Vanishing – Il mistero del faro. La recensione.

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Cast del film: Gerald Butler, Peter Mullan, Connor Swindells.

A 20 miglia dall’aspra costa scozzese, su di un’isoletta disabitata, giungono i tre guardiani del faro per un lungo turno di sei settimane. Thomas (Peter Mullan), James (Gerard Butler) e Donald (Connor Swindells) sono tre persone diverse, di generazioni differenti e, fra di loro, si innescano facilmente delle tensioni. Ciò nonostante, la loro vita sull’isola prosegue con una certa routine, finché Donald non scopre un naufrago privo di sensi vicino a un misterioso baule in legno. Per difendersi dal misterioso uomo che, una volta ripresosi, lo attacca, Donald è costretto a ucciderlo. Subito dopo, i tre fanno una scoperta sconcertate: il baule è pieno di lingotti d’oro. Da quel momento tutto cambia. Avidità, paranoia e sospetto porteranno i tre uomini fino alle estreme conseguenze. Basato su di una storia vera, The Vanishing – Il mistero del faro racconta cosa dovrebbe essere accaduto ai tre guardiani del faro, scomparsi misteriosamente quattro giorni prima di un Natale di inizio novecento.

Locandina del film The Vanishing – Il mistero del faro.

Il film racchiude tante potenzialità e gioca molto con la psicologia dei personaggi, diventando a tutti gli effetti un thriller psicologico. Conosciuta anche come il Flannan Isle Mistery, questa storia è uno degli enigmi inglesi che da sempre crea una forte attrattiva e risonanza. Basti pensare che il poeta Wilson Wilfrid Gibson pubblicò uno scritto in merito, attorno al 1912, in cui accennava a pirati, uccelli marini e addirittura rapimenti alieni. Di recente, alcuni storici, dopo un attento studio, hanno ipotizzato che i tre sfortunati guardiani siano stati spazzati via nel corso di una tempesta mentre stavano cercando di mettere al riparo delle attrezzature. Molti, però, preferiscono pensare a delle soluzioni più fantasiose ed enigmatiche; c’è chi, in Scozia, predilige l’idea di uomini verdi giunti a rapire i tre malcapitati. Il film offre una propria interpretazione sull’accaduto, molto più terrena e realistica, spingendo sulla natura umana e sulle sue debolezze.

Gerald Butler e Connor Swindells in un momento del film.

Il regista Kristoffer Nyholm, già noto per Taboo, The Killing e The Enfield haunting, riesce a creare delle atmosfere calzanti, vero pregio del film. L’ululante vento che si infrange contro il faro, le onde fragorose, gli scricchiolii dell’edificio: tutto concorre a creare un forte pathos, un climax crescente di suggestioni che cresce di pari passo alle tensioni tra Thomas, James e Donald. E, proprio per creare una forte spirale emotiva, il film procede lento, soprattutto all’inizio; lento e pacato come la routine dei tre protagonisti, proprio come se lo spettatore fosse uno dei guardiani del faro.

Un momento del film

In un film di tale fattezza, la sceneggiatura diventa la base solida su cui far poggiare il tutto. Fortunatamente per Nyholm, gli sceneggiatori Joe Bone e Celyn Jones gli regalano una struttura ben oliata e dei personaggi ottimamente congeniati. I dialoghi sono scarni, essenziali ma mai banali. La crescente tensione, i disaccordi e le ostilità dei protagonisti, si accompagnano a un’analisi dell’animo umano, delle sue debolezze, dei vizi che, troppo spesso, sovrastano le virtù.

Gerald Butler

La buona riuscita del film è sicuramente da ricercarsi nei tre attori del cast. Il giovane Connor Swindells (Donald), proveniente dal mondo delle serie tv (Sex Education) si conferma un’ottima promessa del cinema inglese. Lo scozzese Peter Mullan (Thomas) offre un ottima prova attoriale ma che viene comunque surclassata da quella di Gerald Butler (James) che dimostra ancora una volta di possedere ottime doti d’attore, oltre che un grande fascino. La stupenda fotografia e la regia pulita, senza fronzoli inutili, rende giustizia alle bellezze naturali della Scozia, creando un mondo claustrofobico, nonostante l’ampiezza dell’oceano e del cielo. In fondo, da quell’isola e da se stessi, i tre protagonisti non possono di certo scappare.

Connor Swindells

Nonostante i tanti pregi, il film lascia lo spettatore con molta amarezza e tanti punti di domanda. Purtroppo, è proprio il finale a non convincere, a lasciare un poco di delusione. Un thriller psicologico fondato sulle atmosfere cucite attorno ai protagonisti stessi, alla loro solitudine, ai peccati sulle loro spalle e nei loro occhi.  Non adatto agli amanti dei film adrenalinici e degli action movies.

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