Avril Lavigne: Head Above Water – Recensione

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La cosa che la maggior parte hanno molti degli artisti è la dedizione al loro lavoro, alla volontà di rischiare di fare dischi che vengono ben accettati e di rischiare di fare dischi che vengono proprio passati inosservati, ma non è il caso della cantautrice canadese Avril Lavigne. Dopo aver iniziato la sua carriera nel lontano 2002, l’artista è riuscita a costruirsi una solida carriera all’interno del panorama musicale. Nel corso degli anni ha lavorato con artisti del calibro di Shania Twain, Alanis Morisette ed ha imparato i segreti del mestiere cercando di costruire un suono unico. Esatto un suono unico perchè Avril Lavigne si è sempre distinta creando un mix di suoni indie e alternative con tocchi che riportano al pop.

Ad oggi, Avril Lavigne ha pubblicato sei album. Gran parte del lavoro dell’artista è riconosciuto per i suoi mix musicali. Ora nel 2019 è tornata con un nuovo album in studio, Head Above Water. Il nuovo album che arriva dopo l’omonimo del 2013, Head Above Water è composto da dodici canzoni, dodici brani di musica sincera e motivazionale che i fan hanno saputo pazientemente attendere nel corso di questi sei anni.

L’album di apre con la title track del disco, “Head Above Water” una canzone dinamica con vibrazioni ottimistiche che si legano splendidamente alle vibrazioni cristiane, mentre aggiungono ancora un tocco di tristezza al mix sonoro. Trasmettendo apparentemente energia passata con “Birdie“. Il passo successivo è “Tell Me It’s Over”, che possiede un grande, messaggio positivo messaggio sul mantenere la speranza di raggiungere qualsiasi cosa. Poi, si cambia direzione con un pò di stravaganza è la volta di “Dumb Blonde” che vede la collaborazione di Nicki Minaj una miscela di urban punk rock senza dubbio il brano peggiore di tutto l’album. Effetti vintage e voce lenta e drammatica si intrecciano in “It Was In Me”, in cui l’atmosfera di un riflettore sulla voce si lega magnificamente alla lentezza del brano.

Cambiando marcia un po ‘con uno stile vocale leggermente diverso, “Love Me Insane” è attento alle circostanze e aggiunge anche un pizzico di passione. Un semplice momento strumentale apre “Crush” e mentre la traccia sembra vivace, esiste ancora un significato lirico più cupo che non sovrasta l’atmosfera rilassante complessiva.  Da parte sua, “Goddess” si accende con una nota giocosa, desiderando un tempo più semplice con un tocco sonic e vivace. Portare le cose nel 2019 – dalle influenze elettroniche ai testi con un messaggio – “Bigger Wow” guarda e celebra una sorta di ritorno al passato per l’artista.

Nel complesso, Head Above Water non è un album con molti alti e bassi drammatici, anche se è ovvio che questo album abbia un certo cuore. Nel tradizionale stile Avril Lavigne, ogni brano offre una nuova prospettiva sulle stesse vecchie situazioni, e i fan presto canteranno subito questo nuovo album. Head Above Water è un tipico disco che risale agli anni ’90, ma con tocchi moderni aggiunti qua e là in tutto l’album. Voto 3/5

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