Andy Warhol e gli anni ’80 : Un processo di cambiamento non indifferente
Tra gli anni ’60 e ’80 del Novecento, vediamo protagonista di un mutamento artistico, filosofico e letterario, una delle città più ambite di tutto il mondo : New York.
New York diviene simbolo di libertà di pensiero, di innovazione, di astrattismo e al contempo di concretezza. La nascita del pop art, grazie all’iniziativa di Andy Warhol e i suoi coetanei, diviene una linea emblematica nel processo storico-artistico dell’evoluzione umana.
Andy Warhol nel 1928, si trasferisce con la sua famiglia a New York. Egli si presenta inizialmente come un “giovane brufoloso” con la voglia di dire qualcosa; ma i primi tempi per Andy non sono semplici: disegna, collabora con negozi di abbigliamento, illustra libri, dischi, pagine pubblicitarie,sognando di raggiungere il successo con la popolarità. Andy inizia a comporre opere a riproduzione seriale e fu proprio questa nuova tecnica a mandare in crisi l’opera d’arte come unicum. La coca-cola, il dollaro, le brillo Boxes -che il filosofo Artur Danto ha definito come la prima opera contemporanea sono le icone della Nuova America. Andy Warhol, così applicò questa trasformazione a prodotti commerciali e mediatici creando una moderna mitologia del consumismo.
Il primo ritratto che perviene nella mente quando si nomina la persona di “Andy Wharol” è quello di Marylin Monroe. Qualcuno riuscirebbe ad immaginare un ritratto diverso dell’attrice ? Non credo proprio. l’opera, (1967)
venne pubblicata in seguito alla morte prematura dell’attrice, che in questo modo trasformò il volto della donna in icona di massa. La fluidità dei colori, il vivacismo colorimetrico, le linee marcate, denotano i tratti focali dello sguardo di Marylin.
The Female Voice
Questa iniziativa focalizzò lo sguardo degli autori del secolo sulla figura femminile, così si sviluppa la “the Woman’s art”. La post-modernità permette al contesto socio-culturale una costante apertura verso il mondo femminile. A New York è attiva una generazione di artiste che lavora sulla comunicazione, l’immagine e lo sguardo. Esse utilizzano la cultura di massa e i New media, per emergere e “farsi sentire”. Emergono personaggi come Barbara kruger, Jenny Holzer, che scorrono sui tabelloni di Times Square insieme a slogan e testi tratti dal linguaggio quotidiano. Nan Goldin che testimonia in un diario gli abusi su di lei. Siamo in un contesto dominato dalla libera espressione di idee e pensieri, dove l’unico obiettivo importante è quello di “Dire qualcosa”, indipendentemente dai mezzi di espressione.
Afferma Francesco Clemente:
“All’ epoca, negli anni ’80 si è creata una grande solidarietà tra artisti e giovani, che avevano lo stesso obiettivo, cioè dire realmente qualcosa, non commentando la società, ma facendo arte”.
La nascita della Street Art
New York. 1980. Ragazzi con felpe e giacconi vagano per le strade di Manhattan esibendosi in performance di Break Dance, mostrando propri quadri, vendendo T-shirt; o addirittura imbrattando i muri americani con bombolette a gas, firmandosi con pseudonimi. Questo è lo Street Art. Un vero e proprio movimento d’avanguardia in cui si evincono trasgressione e la voglia di farsi sentire. Di dire la propria in un mondo che non aveva mai considerato i quartieri bassi di New York .
Scrive Jerry Salt che
” I giovani artisti avevano in comune lo stile sciatto,sciolto e selvaggio, l’intolleranza nei confronti delle cose serie e pretenziose. Davano la sensazione che, se non fossero stati dei veri artisti, avrebbero fondato dei gruppi rock. Artisti come Keith Haring, Kenny Scharf, Donald Beachler e Jean-Michel Basquiat furono tutti complessi elementi del panorama degli anni ’80.”
A Bologna la mostra di Andy Warhol fino a febbraio 2019
“E’ Strepitoso ciò che ho visto a Palazzo Albergati. 150 Opere. Una ricostruzione storica degli ultimi 20-30 anni del ventesimo secolo. Andrew e la sua riproduzione seriale, non solo nel dipinto della bella Maryline, ma anche nel quadro “Joseph Beuys” (1980-1983) e tanti altri. Sono presenti anche dei ritratti, come quello di Gianni Agnelli, di cui ebbe molta stima durante la sua carriera artistica.
Prima della nascita della Polaroid, grazie allo stesso Andy, non si era mai sviluppata in tal modo “l’arte di cogliere un istante”. Questo grazie alla nascita della polaroid. afferma Thimothy Greenfield-Sanders:
“uno degli aspetti più incredibili della fotografia è che nel momento in cui scatti, il momento è già andato.
Una foto documenta un breve attimo della vita di una persona. non è possibile tonare indietro.
E questo vale anche per un ritratto ,una scena erotica o un paesaggio . Certo anch’io come tutti penso al tempo che scorre, ma non credo che questo influisca sul modo in cui scatto una foto”
Una ricostruzione degli eventi cruciali della storia degli anni ’70-80′ del novecento. La voglia di dire la propria. Di affermarsi in un contesto pieno di trasgressione, permettono ai giovani artisti di fare successo nel contesto artistico di questo secolo. Secolo che promuove ogni forma d’arte in tutte le sue mille sfaccettature.