Oggi sembra impossibile pensare che la radio si sia sviluppata da una piccola stazione di 250 watt installata a Roma in Piazza S. Claudio e chiamata Radio Araldo. Trasmetteva a onde medie e solo nel 1924 l’emittente diventò società e con l’installazione di un nuovo trasmettitore Wastern Electric Italiana di fatto diventa il primo esempio di radiofonia in Italia. Addirittura un antenato della radio può essere considerato il tentativo di inizio secolo di trasmissione programmi mediante il telefono circolare.
Ufficialmente la radiofonia italiana vede l’esordio il 3 giugno 1924, quando le società SIRAC, ovvero l’emittente commerciale della Western Electric Company, Radiofono e Radio Araldo danno vita all’URI (Unione Radiofonica Italiana). Dall’URI nascerà prima l’EIAR e poi la più nota a noi RAI.
Le trasmissioni radiofoniche iniziano in maniera organizzata il successivo 6 ottobre 1924 alle ore 21, dall’auditorio di Via Maria Cristina 5 a Roma. L’usignolo meccanico della radio annunciava con un trillo prolungato l’inizio dei programmi. Prima annunciatrice radiofonica, non solo in Italia, ma nel mondo intero, fu Maria Luisa Boncompagni, che lesse il messaggio agli ascoltatori: “Unione Radiofonica Italiana, stazione di Roma 1-RO, trasmissione del concerto inaugurale”.
Rappresenta certamente un momento solenne, forse oggi lo si percepisce poco nella sua importanza, ma se si pensa che un fatto del genere si è verificato quasi un secolo fa, con i mezzi di comunicazione limitati come erano allora, forse si può comprendere l’importanza di un simile evento.
La prima serata prevedeva un concerto di Franz Joseph Hayddn, un notiziario, seguito dalla canzone “Vivere” a chiudere le trasmissioni. All’epoca le radio presenti sul territorio italiano erano 30.000, veri gioielli in legno prezioso, un vero e proprio elemento di arredo, certamente accessibile solo alle famiglie più agiate. La ricezione non era sempre costante, spesso anzi disturbata, ma ormai la strada era tracciata, perché quello strumento consentiva di collegarsi con il mondo esterno stando comodamente seduti sul divano di casa.
Che lo strumento determinasse un cambiamento epocale ne è la prova ancora ai giorni nostri, visto che nonostante tutte le innovazioni proposte dal progresso tecnologico incessante, il suo utilizzo procede incessante. Tutte le generazioni ne sono attratte, e personaggi famosi continuano a guardare alla radio per la loro attività professionale.
E tutto è cominciato proprio come oggi, 95 anni fa, con mezzi scarni, e proprio per questo fatto ancora più importante, probabilmente senza neanche sapere dove sarebbero arrivati. Almeno al 2019, ma a quanto pare la radio gode di ottima salute.