Sono passati ben 50 anni da quando la voce del secolo Frank Sinatra ha inciso uno dei capolavori della storia della musica: ”My way” era il 30 Dicembre 1968. E da quel momento in poi ha un eterno e continuo successo.
La voce calma e profonda di Frank Sinatra riecheggia tutt’ora nella nostra moderna epoca a colori, ma il monito è sempre lo stesso : ” Ho fatto a modo mio”. Successo intramontabile, secolare, senza tempo.
La canzone, considerata la più rappresentativa del repertorio di Sinatra, si piazza in quinta posizione agli UK Singles Chart , ma è proprio in Italia che vince il Disco d’oro. Il premio è un riconoscimento confertito agli artisti musicali per certificare un certo numero di copie. Numerose furono anche le incisioni: se ne contano ben duemila.
Gli autori di My Way
La prima versione fu proposta dal compositore ed ex cantante Jacques Revaux . La intitolò ”For me” e gli diede una composizione inglese- maccheronica : fu considerata un brano melanconico ma già sentito, così fu messa da parte. Più tardi, nel 1967, venne rispolverata e ripresa dal cantante italo-francese Claude François , che la trovò perfetta per descrivere la sua triste situazione biografica. La rielaborò, e con la collaborazione del paroliere Gilles Thibaut ne fece, a suo dire , « un grido che usciva dal cuore perché ero veramente disperato» . La intitolò ”Comme d’habitude” (Come al solito) e raccontava una storia d’amore diventata ormai solo routine. Fu poi Paul Anka che, comprati i diritti a Parigi, la portò in America e ne fece la nostra ” My way”.
La versione Inglese di My Way
La versione inglese non era assolutamente un adattamento del brano originario. Aveva un testo a sè stante, che raccontava la storia di un uomo che , in procinto di morire, fa un resonto della sua vita e sereno non trova rimpianti: ha sempre fatto tutto a modo suo.
Il fatto più curioso e paradossale è che quando Anka propose il brano, Sinatra non ne fu particolarmente colpito. Anzi ammise di odiarla e di trovarla ( secondo un’intervista della BBC alla figlia Tina) una canzone “autoindulgente e autodeclamatoria”. Eppure quest’inno al mito americano del ”self-made man” ha sicuramente contribuito a rendere Frank immortale.
Venne ripresa da tantissimi artisti, quali Elvis , Nina Hagen, Luciano Pavarotti. Ed è anche diventata la colonna colonna sonora di molte cerimonie funebri e d’addio.