29 Settembre 1992, gli Alice in Chains pubblicano Dirt

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Ci sarebbe molto da dire su un disco importante come Dirt, rilasciato oggi nel 1992, ma lasciamo parlare quella soffocante musicalità che sgorga da quelle tracce che cambiarono per sempre la vita agli Alice In Chains nel 1992. Era il momento di punta della scena grunge e Dirt non fece altro che diffondere il verbo di Seattle negli Usa e nel mondo.

Con questo secondo album in studio, che è ampiamente considerato uno dei più grandi album degli anni ’90, gli Alice in Chains definiscono il loro suono distintivo attraverso pesanti chitarre,perfette armonie vocali e temi impregnati di quella terribile droga che ha distrutto la vita al cantante e leader Layne Staley. Dirt ha raggiunto il numero 6 nella classifica degli album di Billboard vendendo oltre 5 milioni di copie in tutto il mondo.

 alice in chains
Gli Alice in Chains all’epoca

Le canzoni

Il platter ha avuto una rapida espansione grazie alla canzone Would?, che ha avuto grande popolarità tramite la colonna sonora del film Singles, ben prima che l’album fosse rilasciato. La canzone è stata scritta dal chitarrista Jerry Cantrell dopo la morte del suo amico Andrew Wood degli Mother Love Bone. Wood, oggetto di tributi anche da parte di Chris Cornell con i suoi Temple of the Dog, è morto per overdose di eroina nel 1990.

Le emozioni attribuite alla tossicodipendenza sono sparse in tutto l’album, a partire dalle potenti e agghiaccianti Them Bones, Angry Chair, Junkhead, God Smack. Quest’ultima presenta l’emblematica frase ” Stick your arm for some real fun” (Attacca il braccio per un vero divertimento). Infine ci sono Sick Man, l’ennesimo tentativo di Staley di gridare il suo malessere, e la stupenda Rooster, un capolavoro nel capolavoro.

L’album segna anche l’ultima registrazione della band con il bassista Mike Starr, scomparso per overdose nel 2011. Starr impone il suo marchio contribuendo vocalmente in brani come Rain When I Die e Angry Chair.

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