“C’è una dittatura di illusionisti finti
economisti equilibristi
terroristi padroni del mondo peggio dei nazisti
che hanno forgiato altrettanti tristi arrivisti stacanovisti
gli illusionisti, che ci hanno illuso con le parole libertà e democrazia
fino a portarci all’apatia
creando nella massa, una massa grassa di armi di divisione di massa
media, oggetti, nomi, colori, simboli
la pensiamo uguale ma siamo divisi noi singoli
dormiamo bene sotto le coperte
siamo servi di queste sorridenti mer*e”
Questa parte di testo è tratta dal brano “Chi comanda il mondo” (https://www.youtube.com/watch?v=K-ecOmENIhM ) di Giuseppe Povia. Un artista dalle idee chiare anche se “non conformi alla norma” che tanto ha fatto parlare di sè, soprattutto per via di brani come il suddetto o come “Immigrazia” ( https://www.youtube.com/watch?v=QabmEnuiVgo ) che tratta il tema dell’immigrazione, brani per colpa dei quali è stato più volte attaccato e accusato di razzismo o di fascismo. Io vi voglio presentare l’uomo, l’artista e perchè no, il rivoluzionario, in un’intervista lampo che mi è stata gentilmente concessa e che spero permetterà a molti di fare chiarezza sul pensiero di questo stupendo uomo e cantautore italiano. Mi sembra riduttivo parlarvi di questo artista attraverso la sua biografia, visto che noi tutti lo conosciamo molto bene soprattutto grazie al brano “I bambini fanno oh!” ( https://www.youtube.com/watch?v=P0gj9VifVxg ), diventata famosa dopo la partecipazione a Sanremo 2005, nonostante lo stesso cantante abbia vinto l’edizione di Sanremo 2006 con “Vorrei avere il becco”. Lascerò pertanto che siano le sue parole a parlavi di lui…
Francesca Luisi: La ringrazio per avermi concesso questa intervista, io la seguo da un pò’ anche su facebook. Innanzitutto, chi è Povia, come nasce l’artista?
Giuseppe Povia: Per favore non darmi del lei, ma assolutamente… Come nasce l’artista… Sinceramente non ho mai saputo rispondere a questa domanda, considera che ho iniziato a suonare la chitarra a 14 anni ed ho cominciato a scrivere un diario, poi ho ripreso delle frasi da questo diario ed ho cominciato a metterle in musica e da lì poi son diventate canzoni. Considera però che ho fatto il cameriere per 20 anni, quindi inseguivo il sogno con la testa sulle spalle nel senso che mi mantenevo, mandavo dischi dovunque sperando che qualcuno si accorgesse di me ed intanto mi iscrivevo ai vari festival che ci sono in Italia e ce ne sono tantissimi anche sconosciuti. Un giorno ho conosciuto Giancarlo Bigazzi che è uno dei più grandi produttori di autori in Italia e da lì poi sono riuscito ad arrivare a Sanremo nel 2005.
Francesca Luisi: Grazie per la confidenza, allora ti darò del tu… Il tuo disco Contro Ordine Mondiale racchiude in se dei messaggi molto potenti, non tutti gli artisti nel mondo hanno il coraggio di denunciare apertamente o comunque dire ciò che pensano riguardo il modo di governare dei potenti e la soppressione attiva nei confronti della popolazione. Come nasce Contro ordine Mondiale? Il tuo brano preferito? Perche?
Giuseppe Povia: I miei brani preferiti sono 2, il primo è “Chi Comanda il Mondo” che è una denuncia alla grande Finanza Mondiale che ha superato tutti i meccanismi politici degli stati, le sovranità ecc… Se dovessi parlare ad una persona che non si intende di questi temi potrei dirgli che gli stati sono stati privati delle loro chiavi di casa da persone che nessuno ha votato, che nessuno ha veramente eletto, ed attraverso questa canzone denuncio appunto la finanza che ha messo le mani sulla politica. Quindi denuncio il fatto che la politica non comanda più e che è passata in secondo piano mentre in primo piano ci sono la finanza e l’economia ed il Trattato Di Maastricht e il Trattato di Lisbona, che hanno sancito le cessioni definitive delle sovranità e delle costituzioni degli stati, in questo caso l’Italia, che non può più adempiere agli articoli della sua costituzione perchè deve rispettare quella europea. E’ un brano di denuncia al quale gli artisti non si agganciano perchè sennò succede che smettono di lavorare, perchè quando tu parli di questi temi e ti fai capire e vieni compreso da economisti, giuristi, opinionisti, allora si accende un dibattito, quindi non fa comodo a nessuno che questi brani diventino famosi. Il potere culturale ha tenuto lontano da tanti anni le nuove generazioni, i più giovani, da questi argomenti. Quindi ci vorrebbe una grande campagna mediatica a favore di un’artista come Povia, per poter riuscire a raccontare questi temi anche nelle scuole e nelle università. Il mio secondo brano preferito è “Dobbiamo salvare l’innocenza” che non mi stacca mai dall’argomento dei bambini, perchè se rimaniamo attaccati alla crescita dei bambini e puntiamo sui bambini dobbiamo sapere che sono i grandi che insegnano ai bambini la guerra, sono i grandi che insegnano ai bimbi a litigare, ad essere egoisti, quindi se noi riuscissimo a creare dei nuovi bambini, probabilmente quando quei bambini diventeranno grandi riusciranno ad educare i loro figli come sono stati educati loro. Invece niente, viviamo in una società dove aumentano sempre di più i mezzi di comunicazione ed i bambini crescono digitalizzati, cioè si allontanano sempre di più dai veri rapporti e così via.
Francesca Luisi: Sei visto come un grande rivoluzionario, accusato addirittura di razzismo e fascismo, io personalmente conoscendoti attraverso la tua musica, i tuoi video… Ho visto una persona di una spiritualità molto elevata, che ad un certo punto ha espresso una rabbia esplosiva contro il sistema, che al contrario di quanto molti possano sostenere, non funziona, anzi fa acqua da tutte le parti. Quindi pensavo ai tuoi brani: “E’ meglio vivere una spiritualità” e a “Vecchio saggio”, dedicata a Tiziano Terzani, personaggio che io apprezzo molto, ed ispirata dal libro “La fine è il mio inizio” e mi chiedevo, come vivi la tua spiritualità, non intesa in senso religioso.
Giuseppe Povia: Inannzitutto, facendo un passo indietro, quando tu sei politicamente scorretto, arrivi comunque al centro del punto, cioè individui il problema. Cioè se tu fai un brano come “Immigrazia” che tratta il fenomeno dell’immigrazione, fenomeno che oramai non c’entra più nulla con l’accoglienza o con il fatto che dobbiamo essere buoni, se tocchi un’argomento del genere, vieni tacciato di razzismo, anche perchè è più facile dire “razzista” è più semplice dire “populista” tutti termini che per me oramai utilizzano solo i “bimbiminkia” infatti ci ho scritto anche una canzone: “La terminologia dei bimbiminkia”. E quindi essendo politicamente scorretto, centrando il tema, accendi un dibattito e crei una divisione, dove da una parte ti danno ragione e da una parte ti attaccano. Io non riesco ad essere uno di quelli che sta centrale… Ad esempio un cantante che a me piace moltissimo e che sta centrale è Ligabue, lui non si schiera neanche nei testi e quindi riempie gli stadi e quando succede che c’è uno stadio che ti da ragione, hai vinto! Io non riesco ad essere così, sono anche troppo spontaneo e mi faccio capire davvero troppo, dovrei essere più metaforico. Se sei come me diventi divisivo e stai sulle scatole più per quello che dici che per una canzone che invece è carina, che tu la ascolti e magari dici: mi piace quella canzone. Quindi la mia spiritualità è questa, cioè se uno vive una spiritualità, deve vivere una libertà, e la spiritualità come la libertà devono essere assolute, cioè non devono essere condizionate da dogmi o da cose che ti hanno detto di fare o di pensare. Se sei libero assoluto devi accettare il bene e il male perchè per ovvi motivi di vita vissuta non tutti la pensiamo uguale, possiamo essere in disaccordo e va bene così, si chiama democrazia. Quindi la spiritualità va vissuta come una libertà assoluta e poi come una democrazia, cioè potere al pensiero nel rispetto degli altri pensieri.
Francesca Luisi: La musica è un mezzo potente attraverso il quale si possono risvegliare le coscienze e credo che il tuo intento sia proprio questo, non intendi solo parlare di te e delle tue emozioni attraverso i tuoi testi…
Giuseppe Povia: Ma io sinceramente ho anche canzoni d’amore, mi piace parlare del sociale, di crisi esistenziali che ho avuto e in base alle mie esperienze cercare di aiutare qualcuno che magari ascoltando una canzone può migliorare e a sua volta aiutare qualcun’altro a migliorarsi, la musica dovrebbe servire anche per questo. A me va bene così, mi piace pure essere riconosciuto per brani come quelli d’amore, però in fondo alle persone piacciono i temi che tocco e che nessuno tocca, o almeno non li tratta in musica, e me la vivo bene, poi se non piacco e vengo attaccato non mi interessa, pazienza. Alla fine nessuno mi dà da vivere, ognuno si cerca la vita e si dà da fare per galleggiare in questa società. Ora va bene, quando non andrà più bene ci penseremo.
Francesca Luisi: Cosa pensi del tema dell’immigrazione?
Giuseppe Povia: Guarda quello che sta succedendo dal 2001 ad oggi, molti dicono che è cominciato tutto in quell’anno a partire dall’attentato alle Torri Gemelle, sono aumentati i controlli, non si poteva più salire sull’aereo nemmeno uno spazzolino da denti ecc… Poi con il fenomeno dell’immigrazione arriviamo al 2011 quando ci fu il colpo di stato a Berlusconi, quindi la Banca Centrale Europea chiuse i rubinetti. Furono consegnate le chiavi del governo a Mario Monti che ha fatto trecento miliardi di danni alle famiglie italiane, il debito è aumentato di 12 punti. Andando avanti in Siria è scoppiata la guerra, è morto Gheddaffi, è stata fatta la riforma Fornero, è stato firmato il pareggio di bilancio ecc… E’ iniziato tutto dal 2011, questo grande impoverimento attraverso riforme, tagli e tasse e questa cosa quì ha destabilizzato l’Europa che ha cominciato a diventare un mercato depresso di milioni di rincitrulliti che non sanno più a chi vendere e dall’altra parte invece c’è stata la guerra. Bè siccome in Europa le aziende hanno bisogno di manodopera che non costi troppo ma che produca tanto, e siccome gli europei dal “57” hanno costruito l’Europa quindi non si accontentano più di stipendi bassi, abbiamo avuto bisogno di questo famoso esercito di panchinari (quelli che stanno in panchina). Però qui arrivano tutti ragazzotti a maggioranza maschi, belli, formati, palestrati, robusti, dai 25 ai 35 anni; Non ci sono i bambini rachitici che se ne stanno seduti per terra e non riescono nemmeno a bere l’acqua perchè non hanno le forze, capito? Cioè questi sono deportati. Si tratta di persone che vengono “deportate” in Europa per cercare di portare avanti il Pil degli stati che hanno dei cittadini che non hanno voglia di accettare stipendi e condizioni basse, si svaluta il cittadino per valutare il lavoro perchè non abbiamo nemmeno la nostra moneta. La chiamo Immigrazia infatti, cioè il potere all’immigrazione che viene usata come manovalanza, come dei nuovi “schiavi” che servono a portare avanti gli stati che non hanno nemmeno più i soldi per pagare i cittadini, poichè non hanno più nemmeno le sovranità e neanche brave classi politiche. E poi, per colonizzarci, perchè noi siamo stati sempre bravi a farci colonizzare è la nostra storia, dal Regno delle due Sicilie ad oggi, ed anche da prima.
Francesca Luisi: Vola solo chi osa.
Alludo ovviamente al tuo brano ” Ti insegnerò” ( https://www.youtube.com/watch?v=OEPgIxBM6OU ). Come affronti la tua condizione di padre? Il rapporto con le tue figlie… Se me ne vuoi parlare…
Giuseppe Povia: Come papà non mi sento perfetto, nessuno lo è… Non sò come si possa fare il padre in modo perfetto, nessuno nasce genitore, quindi siamo tutti un po’ improvvisati, ma comunque cerco di dare il massimo. Cerco di essere perfetto nelle canzoni, anche se tu senti qualche provocazione, qualche parolaccia o qualche tematica che un pochino disturba la quiete culturale di molte persone, o che è politicamente scorretta, comunque quando io scrivo e canto, penso soprattutto alle mie bimbe… Perchè loro devono pensare di non crescere in un mondo anestetizzato che ti incasella e che ti dice che la linea culturale deve essere quella. Devono pensare al loro padre come ad una persona libera, che magari ha preso delle posizioni, giuste o no che siano, ma comunque una persona libera. Avere il coraggio delle idee… Perchè in generale tutti parlano di avere il coraggio delle proprie idee e poi nessuno lo ha realmente, a parlare son bravi tutti, ma quando metti le cose ai fatti son pochi che si fan sentire, tendono tutti a stare zitti. Vorrei insegnare questo alle mie bimbe, ad avere il coraggio delle loro idee.
Francesca Luisi: Emozione, ascoltando questo brano ho provato grande curiosità nel capire cos’è per te. Parlami dell’emozione.
Giuseppe Povia: L’emozione secondo me si divide in due punti, uno positivo ed uno negativo. Pensa ai bambini, ad esempio quando stanno alle feste, all’inizio sono tutti timidini e stanno tutti sulle loro, poi dopo 10 minuti accade qualcosa e diventano scalmanati iniziano a far casino a divertirsi, giocano, si creano i gruppetti. Questo perchè i bambini non hanno bisogno di alcool, di droghe per cercare di togliersi le inibizioni. Quelle sono le grandi emozioni positive che dovremmo cercare di mantenere perchè ce le trasmettono i bambini già da piccoli. Quando cresciamo cominciamo a non riconoscere più quelle emozioni positive, anzi le scambiamo per negative, soprattutto quando ci batte il cuore… Quindi quell’emozione molte volte non l’ascoltiamo ed ecco che cominciamo a soffrire di panico, ci viene la depressione, ci viene l’ansia, pensiamo di aver capito tutto e non abbiam capito nulla, non riuscendo a colmare quel vuoto dentro. L’emozione è un brano che è in correlazione con “I Bambini fanno Oh!”, sempre su quella linea, ma io non mi son mai staccato da quella linea, anche se oggi vorrei comunicare ai bambini del 2005 che son diventati grandi. Ce ne sono molti che mi seguono e mi scrivono: tu non sei mai cambiato. Si è vero nei dettagli, nelle sfumature si cambia, però mi è rimasta una coerenza, che è quella di stare vicino al diritto ed al valore dei bambini, perchè l’emozione tu non la perdi se guardi i bambini, se non li guardi l’emozione non la riconosci più…
Francesca Luisi: Divertimentour 2018, perchè questo gioco di parole? Divertimento associato al Tour…
Giuseppe Povia: Sai io faccio molte feste di piazza. E la festa di piazza deve essere una festa a tutti gli effetti ma deve avere qualche argomento importante. Ad esempio “Maledetto sabato” è un brano che io faccio sempre, perchè ho perso un’amico in un’incidente stradale mentre eravamo ubriachi fradici e racconto sempre questa storia prima di cantare la canzone. Mi piace onorare le feste ma apportando sempre qualcosa di intelligente, facendo comunque ritmo, baldoria, facendo divertire la gente, magari chiamando la signora sul palco dedicandole una canzone d’amore. Se vedo qualcuno alla finestra li saluto, si scherza ecc… Deve essere una festa a tutti gli effetti di due ore per onorare il Santo patrono. Divertimentour è divertimento, si fa in estate un periodo in cui ci si diverte, pensa che questa stagione dura poco e quell’estate lì passa e non torna più. Quel momento lì non tornerà più.
Francesca Luisi: Progetti futuri?
Giuseppe Povia: Fino ad Ottobre prossimo avrò da fare concerti, nel frattempo stò pensando ad un disco nuovo e stò elaborando pensieri e testi, ma per ora vado avanti così perchè ho molti concerti.
Francesca Luisi: Io ti ringrazio moltissimo per avermi concesso questa intervista, continuerò a seguirti con estremo piacere.
Giuseppe Povia: Grazie a te Francesca.
Francesca Luisi