L’Heavy Prog degli Heavenblast. Un fenomeno tutto da scoprire!

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Eccoci di nuovo al consueto appuntamento che ci porta alla conoscenza di gruppi del panorama musicale underground di casa nostra di genere Heavy Metal. Questa volta vi parlo degli Heavenblast, un gruppo molto interessante dal profilo artistico poichè partendo dal Power Metal riescono a fondere più generi apparentemente senza collegamenti tra loro. Come in “Sinite Parvulos venire ad me” in cui si mescolano reggea, rock acustico, power metal e black metal o “We are State”, dove addirittura si vanno a fondere trance e gospel. Sicuramente un sound molto interessante per chi ama le novità e la stravaganza nonchè per coloro che si annoiano facilmente. In “Stamina”, il loro terzo album ed il primo da quando la band si è ricomposta nel 2011, si passa da una sonorità ad un’altra in una perfetta fusion grazie alla grande capacità tecnica ed artistica dei membri del gruppo e della voce principale (Chiara Falasca), una voce molto pulita, potente e tecnicamente perfetta. In seguito l’intervista a Donatello Dox Menna, che insieme a Nico di benedetto ha rifondato il gruppo nel 2011, dopo lo scioglimento e che è stato un pò colui che ha apportato la stravaganza e la ribellione alle sonorità che caratterizzano gli Heavenblast, poichè ha voluto sperimentare con i vari generi musicali. A seguire la biografia della band e l’intervista a Donatello. Buona lettura.

Gli Heavenblast ( https://www.facebook.com/HeavenBlast/ ) nascono a Chieti, in Abruzzo, nel lontano 1995 da un progetto di ragazzi molto giovani appassionati di Power Metal. Nel 1998 e nel 2000 pubblicano le loro prime due demo che richiamano l’attenzione dell’Underground Symphony.
I due full lenght incisi, “Heavenblast” (2003) e “Flashback” (2007 con la partecipazione di Federica De Boni dei White Skull), omaggiano il power metal di matrice tedesca con influenze di symphonic nel primo e progressive nel secondo lavoro. Nel 2008 la band si scioglie ma nel 2011 Donatello e Nico la formano nuovamente concretizzando il tutto con serate live e creando “Stamina”, il loro terzo album (pubblicato a febbraio 2018 per Music Force).
L’album è caratterizzato dalla presenza di 6 diverse voci, tra cui Chiara Falasca ( https://www.youtube.com/watch?v=iJlxa73Ca6c&t=5s ), attualmente in formazione. Il completamento delle registrazioni vede l’abbandono della formazione da parte di Nico e l’ingresso di Matteo Pellegrini e Alex Salvatore (tastiere e batteria). Nel frattempo vede la luce il primo videoclip della band, “Alice in PsychoWonderland”, con Alida Pantone nei panni della protagonista. Si tratta di un duetto femminile. La band è attualmente formata da Chiara Falasca: voce, Donatello Menna: chitarre, Matteo Pellegrini: tastiere Alex Salvatore: batteria.
Editore: Music Force Etichetta: Music Force

Francesca Luisi: Ciao Donatello innanzitutto grazie per la tua disponibilità. Vorrei che mi parlassi di Alice in PsychoWonderland, ho adorato il video giuro.
( il video: https://www.youtube.com/watch?v=ouxnzpVYUVg ).

Donatello Menna: Ciao Francesca, grazie a te. Allora diciamo che fare questo video è stato un bel punto di partenza, visto che ci eravamo arenati per lo scioglimento del gruppo una volta terminate le registrazioni di STAMINA, e questo è stato un buon modo di riprenderci. Ti dico solo che è stata un’esperienza pazzesca e molto divertente, senza dubbio. Ci siamo auto finanziati per produrre il videoclip ed abbiamo avuto la fortuna di avere la collaborazione di amici molto validi tra cui il regista Alberto di Muzio e l’attrice protagonista Alida Pantone e la disponibilità della sede Lizard di Pescara per fare le riprese. Abbiamo anche improvvisato abbastanza nella sceneggiatura come ad esempio per le scene di Chiara come Stregatto. Il testo non ha nulla a che vedere con l’Alice di Lewis Carrol, al contrario di ciò che il titolo del brano possa fare pensare è invece una metafora di un’adolescente che si trova a confrontarsi con il mondo, un’invito ad affrontare il tutto in maniera positiva e coraggiosa.

Francesca Luisi: Donatello io personalmente non amo molto il Power Metal ma riconosco che il tuo intento di dare vita e forma a qualcosa di nuovo mescolando più generi e quindi uscendo fuori dagli schemi del Power mi ha convinta abbastanza e anzi un pezzo in particolare mi è piaciuto davvero molto, si tratta di “Sinite Parvulos venire ad me”. Pensa che io amo il canto corale, i canti in latino, il black metal, per cui mi ha rapita da subito, dalla prima nota. Tratta inoltre di un tema scottante che è quello della pedofilia. Me ne vuoi parlare?

Donatello Menna: Mi fa molto piacere che ti piaccia questo brano poichè stilisticamente parlando lo ritengo il più audace di tutti. Le voci sono di Simone Chiola e di Chiara Falasca. Il tema mi è venuto abbastanza naturale visto che il ritornello è pomposo e come dici tu corale e mi faceva pensare ad un tema ecclesiastico, il testo l’ho creato in seguito alla delusione avuta dal brano “Laudate Dominum” degli Helloween. Preciso che non ne sono stato deluso musicalmente ma dal punto di vista del testo e questa è stata la mia umile risposta a quella composizione. In pratica il testo di “Sinite” cita alcuni passi del Vangelo che però vengono interpretati in maniera diciamo un pò esagerata dai sacerdoti. Infatti il pezzo è un duetto dove Chiara interpreta la Chiesa e Simone il fedele e ci sono appunto dei passi del vangelo che possono essere considerati ambigui alla luce di quello che vediamo accadere, alludendo appunto alla pedofilia di alcuni sacerdoti, è un testo prettamente satirico ed anche un pò crudo. A questo punto devo citare necessariamente il vecchio cantante Marco La Corte che ha scritto tutte le linee vocali e la Professoressa Martina di Miero, mia amica che mi ha aiutato con la traduzione in latino.

Francesca Luisi: Quindi i testi li scrivi tu giusto?

Donatello Menna: I testi del nuovo album li ho scritti tutti io tranne uno, “Don’t clean up this blood”, nonostante io ami di più dedicarmi alla musica, e spero ne sia venuto fuori un buon risultato.

Francesca Luisi: Be lo hai fatto egregiamente. Donatello, il vostro genere musicale?

Donatello Menna: Il nostro genere musicale è il Power Metal di matrice tedesca, si potrebbe dire che è un genere coniato in prima istanza dagli Helloween, per poi trovare maggiori espressioni in gruppi come Blind Guardian, Angra e volendo anche Stratovarius e Gamma Ray anche se questi ultimi hanno preso ultimamente un tratto più marcatamente Classic e Heavy Metal, comunque è un gruppo che ha influenzato abbastanza in passato gli HeavenBlast.

Francesca Luisi: Come nascono gli HeavenBlast? Sei stato tu a crearli?

Donatello Menna: In realtà io non sono un membro fondatore, entrai dopo un anno circa dalla prima formazione, eravano dei ragazzini, ma sono attualmente l’unico membro della formazione di allora nonchè il fautore della rifondazione del gruppo. Nel 2011 rinfondai infatti la band insieme a Nico di Benedetto. Ci entrai in contatto per un festival per gruppi emergenti da lui organizzato, dove alcuni membri di Heavenblast fecero da giuria e che si concluse con la finale in un posto molto particolare della mia città “Lo Stellario” con gli Astra che erano la ex tribute band ufficiale dei Dream Theater, i Picaroon’s Spark un gruppo di Teramo, gli Heavenblast e le 3 band finaliste. E’ un bel ricordo che ho e ringrazio ancora oggi Nico per averlo reso possibile.

Francesca Luisi: Quando è nata la tua passione per la musica, quando hai iniziato a suonare?

DonatelloMenna: Essendo cresciuto tra pianoforti e sintetizzatori grazie a mio padre, ho giocato con la musica quasi quanto coi videogiochi, da bambino, e anche dei docenti molto bravi sia nella scuola elementare che in quella media devono aver giocato un ruolo importante. Iniziai a suonare più seriamente quando avevo circa 13 anni, addirittura con il clarinetto, ma i miei amici suonavano tutti la chitarra quindi alla fine mi ritrovavo molto più spesso con una chitarra elettrica in mano piuttosto che con questo clarinetto. Quindi iniziai a suonare la chitarra ed entrai un anno dopo a far parte degli Heavenblast. Eravamo appassionati di alcuni generi poco diffusi all’epoca e decidemmo di condividere questa cosa in maniera più profonda, senza alcuna aspettativa, ed invece dopo la prima demo entrammo subito in contatto con la Underground Symphony che poi è stata la nostra casa discografica per i primi due dischi.

Francesca Luisi: E cosa mi dici del vostro nuovo album, Stamina?

Donatello Menna: Con questo album la formazione è del tutto nuova, come ti anticipavo prima ho rifondato il gruppo insieme al tastierista Nico Di Benedetto che però ha lasciato la band a registrazioni ultimate. Con Stamina mi sono sbizzarrito sul genere abbattendo alcuni muri che prima trovavo nella composizione insieme agli altri, da un punto di vista più che altro degli arrangiamenti. Infatti nel disco puoi sentire dei brani abbastanza stravaganti come “Purity” in cui c’è una parte di bossanova, oppure “Sinite Parvulos venire ad me” in cui si mescolano reggae, rock acustico, power metal abbastanza classico e black metal. C’è anche un brano che è marcatamente “non metal”, parlo di “We are State”, un pezzo sperimentale, si tratta di un mix di trance e gospel. Ci sono anche dei pezzi che ritengo abbastanza più classici, come “Alice in PsychoWonderland”, “The Rovers” e “Don’t clean up this blood” che è un brano seppur lungo, abbastanza scanzonato e appunto classico.

Francesca Luisi: Come nasce il nome dell’album, perchè Stamina?

Donatello Menna: Stamina vuol dire resistenza in termini fisici e personalmente amo riferirlo al fatto che è impegnativo da suonare, per lo meno per la chitarra!! A parte gli scherzi ho traslato il termine riferendolo al concetto di opposizione e di ribellione che è un concetto base, di tutta la musica rock se vogliamo. Stamina è anche un acronimo infatti se vedi il titolo della canzone omonima le lettere sono puntate ma per capire cosa significa dovrete ascoltare il pezzo, non voglio svelare troppo!

Francesca Luisi: Progetti per il futuro?

Donatello Menna: Conto di fare un nuovo album coi ragazzi quantoprima: dopo avermi aiutato a far uscire un disco su cui non hanno suonato, se lo meritano. Le idee non mancano anche perchè mi avvalgo ancora della creatività di Marco, e Chiara e Matteo vogliono anche loro mettersi alla prova nella composizione, ne sto parlando con loro proprio in questi giorni. Ci sarebbe anche l’idea di realizzare un album live, vedremo se sarà possibile, mi piacerebbe molto.

Francesca Luisi: Prossimamente vi esibirete dal vivo? Se si dove e quando.

Donatello Menna: Allora, il 20 Aprile suoneremo allo Stammtisch ed il primo Maggio a Scalo Rock cosa che mi riempie di gioia poichè una delle nostre prime esibizioni, ti parlo del 2001 fu proprio a Scalo rock. Per il momento ancora nient’altro di confermato ma ci stiamo muovendo per cui usciranno altre date.

Francesca Luisi: Oltre agli HeavenBlast avete altri progetti musicali?

Donatello Menna: Bella domanda ma tralasciamo le coverband, ok?? Chiara è stata recentemente coinvolta in un progetto molto interessante di un nostro amico che definirei ambient-rock sperimentale a cui probabilmente prenderò parte anche io anche se non so ancora in che misura. Matteo è cantante presso un gruppo progressive di matrice prettamente Dream Theater ed ha un trio di musica classica. Oddio, quella potrebbe essere considerata una coverband!! Alex è percussionista in un progetto di musica medievale fichissimo e molto affermato, i Rota Temporis. Quanto a me, ho un progetto di folk sperimentale composto da voce, chitarra classica, fisarmonica, arpa e contrabasso, siamo andati a rilento per vari motivi ma spero di dare presto una forma più definita al tutto. E inoltre sono stato recentemente coinvolto in una reunion di una band, ma non voglio e non posso dire altro per ora.

Francesca Lusi: Addirittura! Bene allora ti faccio i miei migliori auguri per i tuoi progetti paralleli e anche agli HeavenBlast per un futuro radioso nel vostro genere. Grazie e a presto Donatello.

Donatello Menna: Ciao Francesca, grazie a te per il tempo che dedichi alla musica emergente!

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