2020, un anno di k-pop

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Nel 2020 Maria di Hwasa è un successo k-pop

Com’è stato il 2020 quanto a k-pop?

L’anno del k-pop: questo è il 2020, non c’è modo più calzante per definirlo. Il genere tradizionale della Corea del Sud era già conosciuto all’estero anche in precedenza, ma è stato quest’anno che è salito davvero alla ribalta e si è fatto conoscere in occidente. Il che significa nelle classifiche d’occidente, che BTS, Blackpink e i loro compagni hanno dominato alla pari con gli artisti locali senza temere opposizione. 

Alcune delle loro tracce hanno persino ottenuto il plauso della critica, seppur ancora chiusa a tale scena e ai cantanti che ne fanno parte. Gruppi come gli NCT17 con Kick It, le Everglow con La Di Da e le OH MY GIRL con Nonstop hanno fatto ballare migliaia di giovani ascoltatori; ma nel 2020 anche artisti k-pop più raffinati hanno cominciato a ricevere un riconoscimento estero. Tra di loro spicca Hwasa, membro delle Mamamoo, con la sognante Maria. Inizia a sentirsi un desiderio di conoscere meglio i cantanti k-pop, la loro visione e poetica, e apprezzarli come scrittori oltre che come meri idol. E non potrebbe esservene prova più chiara che il successo dei loro album. 

Gli album più amati

Nel 2020 non è possibile menzionare la scena k-pop senza citare i BTS, e non si possono citare i BTS senza il loro amatissimo Map of the Soul: 7. Il lavoro è uno dei più amati non solo della scena pop, ma di tutto l’anno, e mette in mostra tutti i punti di forza dei ragazzi. Introspezione, sguardo cautamente ottimista sulla vita, ritornelli pop che è impossibile togliersi dalla testa. Ma le altre boyband si fanno avanti con risultati discreti a modo loro.

Benissimo gli Stray Kids con In Life, mentre i Monsta X si scavano una nicchia con l’apprezzato All About Love sfoggiando al meglio il loro stile aggressivo. I Day6 conquistano invece con un’estetica più gotica con The Book Of Us: The Demon. Per andare sull’eccezionale c’è persino un supergruppo: i SuperM contengono membri di Exo, Shinee e NCT, e debuttano alla fine del 2019 con The First Album. Forse un lavoro più di nicchia, per appassionati, ma non meno valido. 

Neanche sul fronte delle ragazze il 2020 ha deluso quanto a k-pop. Oltre alle amatissime BlackPink si raccomandano anche le GFriend, che per Walpurgis Night puntano a una divertente estetica dark. Vi sono poi le Dreamcatcher, che tornano in scena con Dystopia: The Tree Of Language. L’album attraversa un vasto spettro di generi e influenze, toccando R&B ed elettronica, ma anche tocchi di jazz. Infine molto apprezzate sono le Twice e le Iz*One, alcuni degli elementi pi graziosi e istantaneamente piacevoli del genere. Nonché le più vicine per estetica all’immagine tradizionale della idol: provando che il passaggio culturale è ormai bello che compiuto.

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