Il blues è il suono dell’anima. Il blues va a ritmo di un cuore che batte forte noncurante di fermarsi. Suonare blues significa emozionarsi senza però smuovere lo sguardo; è un fuoco interiore che devasta positivamente il musicista.
C’è chi ha dedicato la sua vita a questo fuoco incessante, a queste note; le ha difese ed ha lottato per loro, senza mai arrendersi. Costui è B.B. King, uno degli artisti blues più grandi sempre. Oggi il musicista avrebbe compiuto 94 primavere; lo ricordiamo ripercorrendo le tappe essenziali della sua lunghissima vita.
BIOGRAFIA
Riley King nasce a Itta Bena (Mississippi). Il padre era chitarrista mentre la madre, una forte credente, aveva immesso subito il piccolo Riley nei circuiti della comunità protestante. L’infanzia del B.B. King ragazzino è molto difficile, il campo di cotone sembra essere il suo futuro; un futuro già scritto fino a quando riceve la sua prima chitarra come regalo dai nonni.
Oltre al padre, anche un altro membro della famiglia del piccolo Riley è un musicista: il suo nome è Bukka White ed avrà una influenza importantissima nel futuro musicale di King. Grazie al cugino inizia a testare la vita da aspirante musicista a Memphis, facendo piccoli spettacoli tra cui uno molto particolare: Bukka permette a Riley, ormai noto come B.B. King, di esibirsi nel 1948 in un’emittente radiofonica assieme Sonny Boy Williamson, noto compositore e armonicista. Questa apparizione si rivelerà fondamentale perché da qui in poi per il giovane musicista arriveranno una serie di ingaggi che si riveleranno importanti al fine di dare avvio alla sua lunga carriera. Una carriera che sarà ricordata anche per quella sua chitarra, che lui chiamava Lucille: una Gibson ES-355 custom che diventerà del blues degli anni ’50.
La prima pubblicazione discografica del chitarrista che ha smosso realmente le acque bollenti dell’US blues è stata senza alcun dubbio Signin’ The Blues (1956): un grande successo che permise a King di prendere parte a numerosi concerti in tutto il paese.
Una delle canzoni di spicco dell’album, 3 O’Cock Blues (inserita poi anche nel disco che King ha realizzato con Clapton nel 2000) divenne nel 1952 uno dei singoli R&B più venduti al mondo.
B.B. King e il suo vibrato
Nel corso del suo percorso artistico/musicale tantissimi sono i musicisti, perlopiù chitarristi che hanno attinto dalle capacità di King: Eric Clapton, Joe Bonamassa e Keith Richards sono solo tre nomi, e che nomi. Lo stile che King adorava era il vibrato, arricchito da quel modo di dare colore alle note riconoscibile all’istante; una particolarità del suo stile è che per suonare questa tecnica chitarristica non usava solo le dita ma bensì tutta la mano sinistra, che era completamente libera e si muoveva velocemente
King, una leggenda della chitarra
B.B. King ha realmente permesso al blues di esplodere a livello mondiale; il suo modo di suonare non solo ha fatto scuola, ma è rimasto fresco e dinamico fino alle ultime apparizioni concertistiche della sua vita. Una vita fatta di spettacoli, di musica e di attenzione al mondo da cui proviene. Il più grande merito che si può dare a B.B. King è quello, appunto, di non essersi mai dimenticato delle sue origini.
Moltissimi sono stati i suoi duetti, ricordiamo quelli con Eric Clapton (nell’album Riding with the King del 2000) e U2 (nella canzone When Loves Comes To Town, composta nel 1988). Tra le sue canzoni più famose ci sono sicuramente Guess Who, The Thrill is Gone, Help the Poor, Watch Yourself, solo per citarne alcune.
B.B. King muore all’età di 89 anni, durante la notte fra il 14 e il 15 maggio 2015 nella sua casa di Las Vegas. Ma la leggenda del chitarrista partito dai campi di cotone non morirà mai.
«Cos’è il blues? La vita. Quella che viviamo oggi, quella che abbiamo vissuto in passato e, credo, quella che vivremo in futuro» B.B. King