12 Settembre 2003, muore Johnny Cash

16 anni fa ci lasciava il Men in Black

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Man in Black, cosi veniva soprannominato. Come un ombra apparentemente inscalfibile ha segnato la musica del secolo scorso in una maniera incontrovertibile; con quel fantasma chiamato solitudine sempre a circumnavigarlo.

Johnny Cash era l’uomo solitario che con una chitarra in mano ha fatto della sua vita una vera e propria opera d’arte.

Biografia

Johnny Cash nasce a Kingsland (Arkansas) da una famiglia modesta, in una comunità in cui il sentimento sudista è molto forte; inizia a lavorare nei campi di cotone, ma il piccolo Johnny ha sin dagli inizi una sola passione: la musica.

Una volta diplomato nel 1950, Johnny si arruola a Little Rock prima di entrare definitivamente nella US Air Force; riesce cosi a riprendersi la vita dopo che quest’ultima, sei anni prima, gli aveva tolto il fratello: morto dopo un incidente con la motosega; un evento che gli segnerà l’esistenza per sempre.

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Un giovane Johnny Cash

Johnny viaggia molto. Prima la Germania, dove aveva iniziato la sua breve carriera nello squadrone Radio, poi Amsterdam, Parigi e Londra, prima di ritornare negli USA nel 1954. L’inizio della vita musicale di Johnny potremo collocarla nel 1957, quando il giovane cantante per la prima volta a che fare con una realtà discografica. In quell’anno ottiene un contratto con la Sun Records, prima di pubblicare il suo esordio Johnny Cash with His Hot and Blue guitar.

Nonostante il successo iniziano i primi problemi per un ragazzo che nascondeva dietro la sua arte un mondo fatto di fragilità e di estrema sensibilità. Nel 1957 la Columbia lo adocchia e lo mette sotto contratto. Johnny, dopo l’entrata nella major, compie cosi’ un passo decisivo della sua carriera con la pubblicazione di Hymns by Johnny Cash.

Nel 1968 dà alle stampe forse il suo disco più conosciuto, un live decisamente unico che mostrava l’umanità viscerale di un Johnny Cash sempre pronto ad essere vicino ai più sfortunati. Johnny Cash at Folsom Prison è un autentico capolavoro di interpretazione.

Johnny Cash attore

Con quela fascino da uomo vissuto e dannato, Cash non poteva non fare la sua figura anche a livello cinematografico. Nel 1971 ottiene un ruolo con Kirk Douglas nel film A Gunfight, mentre nel 1973 scrive e produce The Gospel Road, film incentrato sulla figura di Cristo.

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Johnny Cash con Kirk Douglas

Il declino e poi la rinascita

Cash negli anni 80 vive un periodo complesso della sua vita, nonostante già vivesse una popolarità enorme, condita dall’apprezzamento di musicisti anche più quotati a livello commerciale. La sua impronta gospel/blues/country/ non poteva non dare vita ai numerosi adepti, anche se i numeri a livello discografico faticavano a decollare.

La rinascita arriva con Rick Rubin (noto collaboratore di ensemble di successo come Slayer e Red Hot Chili Peppers ma anche di Danzig e Run DMC); il produttore potremo definirlo brutalmente come il salvatore di Cash. Nel 1994, in un momento in cui musicalmente le etichette cercavano di accaparrarsi il fenomeno grunge del momento, Cash decide di affidarsi totalmente alle abilità manageriali del produttore, abbandondo la precedente label, la Mercury Records.

Johnny Cash con Rick Rubin

Con lui pubblica la trilogia, ormai “storica”, delle American Recordings (etichetta di Rubin): American recordings, Unchained, American III: Solitary man. Tre album che hanno avuto l’importanza di rilanciare il cantante americano.

La morte

Dopo una lunga malattia, Cash muore nel 2003, nella sua casa di Nashville, a causa di un collasso cardiaco; ma la morte non potrà cancellare la leggenda del cantore solitario.

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Cash con Nick Cave ha cantato “I’m So Lonely I Could Cry” di Hank Williams

Era una persona vera ed era straordinario. Quando ha cominciato a cantare ecco che tutta la sua malattia sembrava scomparsa. E ha riacquistato energia. Ho spesso sentito cose del genere, e spesso sono solo stronzate, ma questa era vera sul serio. Mentre sedevo là con lui e gli parlavo, mi chiedevo se sarebbe stato in grado di cantare una cosa qualsiasi. Ma poi quando si è seduto là c’era proprio questa forza vera, questa forza della natura che è uscita da lui. Poi dopo due ore, quando me ne sono uscito fuori, pensavo: accidenti, che cosa è successo? Quella era una cosa straordinaria. Mi sentivo come se avessi davvero visto qualcosa che per me era immensamente confortante, piena di ispirazione e davvero incredibile

(Nick Cave)

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